Salone del Mobile 2022: design, sostenibilità e futuro

Dopo due anni di fermo forzato, il Salone del Mobile.Milano è tornato alla Fiera di Rho, alle porte di Milano, dal 7 al 12 giugno, accompagnato da eventi e progetti speciali realizzati in tutti i quartieri del centro della città, accomunati dal focus sul futuro e sulla volontà di approfondire le modalità con cui il design, parte fondante del nostro vivere quotidiano, possa contribuire allo sviluppo sostenibile. Il tutto in un contesto di crescente rilevanza a livello internazionale dei temi “ESG”, Environmental, Social e Governance, i tre pilastri della sostenibilità.
I venti padiglioni della Fiera di Rho occupati dagli stand della sessantesima edizione del Salone hanno accolto oltre 2.000 espositori, tra marchi storici del design italiano e numerose new entry, a dimostrazione della immutata attrattività della città di Milano per il mondo del design internazionale, nonostante il blocco forzato dovuto alla pandemia. Gli sforzi degli operatori sono stati ripagati dall’affluenza di 262.000 visitatori, un buon risultato se si considera l’attuale contesto sociale, economico e politico internazionale (nel 2019 la fiera aveva accolto 380 mila visitatori).
Qualità, innovazione, bellezza e sostenibilità le parole chiave dell’evento che ha dimostrato la forza di un settore centrale per il Made in Italy. Secondo l’ultimo Rapporto sulla Design Economy realizzato da Fondazione Symbola, Deloitte Private e PoliDesign, le aziende di design italiane hanno infatti generato nel 2020 un valore aggiunto di 2,5 miliardi, con circa 30.000 imprese e 61.000 occupati.
La Lombardia e la città di Milano si collocano al centro di un’industria sempre più internazionale e diversificata, perché il design non si limita al solo (seppur importante) ambito dell’arredamento, ma riguarda trasversalmente tutti i settori dell’economia, dalla moda all’automotíve, dall’agroalimentare alla logistica, fino alla comunicazione e ai servizi, con particolare riferimento alla user experience, elemento centrale in un contesto post-pandemico sempre più orientato alla digitalizzazione e all’innovazione.
Un settore che ha conosciuto una crescita importante nel corso del 2021, anche grazie al ritrovato interesse nel vivere l’ambiente domestico, innescato dalla pandemia e dalla diffusione capillare dello smart working, che ci porta a voler migliorare la qualità e l’estetica delle nostre case. Un interesse confermato dalle performance eccezionali registrate a livello internazionale dalle aste di design e arredi, che hanno beneficiato anche della disponibilità sul mercato di molte collezioni di grande prestigio.
Collezioni che, come nel caso dei grandi nomi del design del Novecento (quali Giò Ponti, Giacometti, Lalanne e Besnard), continuano ad attrarre forte attenzione dal pubblico registrando il tutto venduto. Secondo l’ultimo Report sul mercato dell’arte e dei beni da collezione di Deloitte Private, nel 2021 il fatturato complessivo delle sole aste in presenza (o in formato “ibrido”) dedicate al design ha conosciuto una crescita annua del +180,3% rispetto al 2020, arrivando a superare i 387 milioni di euro.
A questa crescita si è accompagnata, in linea con le tendenze che si registrano anche negli altri settori dell’economia, la progressiva ricerca di prodotti in grado di coniugare qualità, estetica ed innovazione, ma anche sostenibilità. Circolarità, mitigazione dell’impatto ambientale, ricerca dell’armonia con il pianeta erano già stati posti al centro dell’evento Supersalone, realizzato a settembre 2021, che ha ottenuto la certificazione ISO 14064-1:2019, quantificando e compensando con opportune azioni le emissioni generate dall’evento. Un impegno proseguito con l’avvio dell’iter per ottenere la certificazione ISO 20121, per il sistema di gestione della sostenibilità degli eventi.
Anche il Salone del Mobile.Milano ha quindi scelto di intraprendere azioni specificamente dedicate alla sostenibilità, supportato dall’intera filiera, coesa e unita sulla necessità di perseguire il progressivo miglioramento degli impatti generati sulle persone e sul pianeta. Per gli spazi comuni sono quindi stati scelti partner e fornitori di materiali riciclati, riciclabili o riutilizzabili, e sono state definite linee guida green di base che gli espositori hanno dovuto seguire per progettare e realizzare i loro allestimenti in fiera.
Tra queste, l’utilizzo di materiali plastic free, riutilizzabili, di recupero; la mitigazione degli impatti ambientali della logistica; o ancora, l’impegno a prevedere come le componenti dello stand possano poi essere riutilizzate o smaltite. A sancire ulteriormente l’impegno del Salone del Mobile.Milano per le tematiche ESG, l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite, una delle più rilevanti iniziative internazionali per la sostenibilità aziendale. Si tratta di un Patto, un’iniziativa volontaria di adesione a Dieci “Principi che promuovono i valori della sostenibilità nel lungo periodo attraverso azioni politiche, pratiche aziendali, comportamenti sociali e civili che siano responsabili e tengano conto anche delle future generazioni”[1]. Lanciato nel 2000, il Global Compact riunisce oggi oltre 18.000 aziende provenienti da 160 paesi nel mondo, che annualmente rendicontano ai propri stakeholder sui progressi registrati nell’implementazione dei Dieci Principi, mediante report o documenti pubblici (chiamati Communication on Progress – COP). Nelle parole di Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano, le pratiche per l’adesione al Global Compact sono state avviate perché “riteniamo che le azioni di ogni azienda, ente o federazione che sia, debbano essere guidate da un profondo senso di responsabilità: il futuro del nostro pianeta e delle nuove generazioni è nelle nostre mani”[2].
Oltre a queste importanti iniziative, di stimolo e riflessione per l’intera filiera, sono stati dedicati al tema della sostenibilità numerosi progetti e talk dell’intera Design Week milanese, preziosa occasione per approfondire come il design possa effettivamente contribuire alla costruzione di un futuro sostenibile e inclusivo, cambiando in positivo il futuro del pianeta. Tra questi, il progetto “Design with Nature”, sviluppato in uno dei padiglioni della Fiera con l’architetto Mario Cucinella e dedicato ai temi dell’economia circolare e del riuso, per spingere a riflettere su come la città possa costituire la possibile “riserva” del futuro, dove trovare gran parte delle materie prime utili alla costruzione e ridurre così l’impatto ambientale. Il 23esimo SaloneSatellite, dedicato ai designer under 35, è invece stato dedicato al tema “PROGETTARE PER I NOSTRI DOMANI. SOSTENIBILITÀ”, per riflettere sul design “senza barriere” favorendo autonomia, comfort, movimento, usabilità, interazione e sicurezza per tutti, supportato dalla messa a disposizione di un podcast che raccoglie tutte le voci dei partecipanti per offrire una guida alternativa ai non vedenti.
Non solo, quindi, sostenibilità da un punto di vista ambientale: il futuro deve sempre più orientarsi all’inclusione e alla diversità, per poter cogliere le esigenze e aspettative espresse da individui con proprie caratteristiche di genere, età, nazionalità, cultura (solo per citarne alcune) e favorire la crescita della nostra società.
Anche gli eventi del Fuorisalone, rassegna che fa da collettore degli eventi satellite della manifestazione fieristica, si è incentrato sul futuro, con il tema “Tra Spazio e Tempo”: una riflessione sui cambiamenti necessari per guardare al domani, generando innovazione e valutando al contempo il nostro impatto sul pianeta. Il design ha infatti il ruolo di progettare gli strumenti, inclusi gli oggetti che fanno parte del nostro quotidiano, con cui realizzare il tanto atteso cambio di passo. Centinaia di eventi e progetti nelle vie del Centro, del quartiere di Brera, della zona Tortona, raccogliendo esperienze provenienti da tutto il mondo.
Non mancano tuttavia le critiche ad un messaggio diffuso e talvolta fin troppo reiterato, quello della sostenibilità, che non sempre si accompagna da azioni concrete, in un mondo ancora fortemente ancorato ad un modello di consumo intensivo e alla cultura del “tutto e subito”. Le azioni finora intraprese per mitigare il cambiamento climatico non sono infatti ancora sufficienti per ottenere risultati concreti e si cade spesso nella retorica del “greenwashing”, definendo “sostenibile” anche un’iniziativa estemporanea come quelle del riuso di materiali o rimozione della plastica, senza alcuna strategia di lungo periodo predefinita. Il fatto di aver messo al centro la sostenibilità può tuttavia rappresentare comunque un passo nel percorso verso lo sviluppo sostenibile, che deve necessariamente basarsi sulla sensibilizzazione e sulla condivisione di idee, sperimentazioni concrete ed esigenze. È così possibile, infatti, coinvolgere e stimolare tutti gli stakeholder a comprendere quali siano gli elementi fondamentali da considerare per favorire lo sviluppo sostenibile, facendo ciascuno la propria parte.
Ma è evidente che il prossimo passo dovrà essere quello di una sistematica attenzione alla misurazione degli impatti, per costituire il differenziale che consentirà di eliminare il dubbio che di sostenibilità solo si “parli”: la misurazione dell’impronta del carbonio nelle produzioni, del contenimento dell’utilizzo dell’acqua, della plastica, del risparmio generato da circolarità e riuso ed infine, con riferimento agli eventi, del ritorno economico prodotto dall’evento sull’ecosistema, contribuiranno a distinzioni del successo delle azioni sostenibili che premieranno chi effettivamente “opera sostenibile”; i rating ESG, sempre più richiesti agli operatori di filiera da parte del “champion di filiera”, per dimostrare la sostenibilità integrata della catena del valore del prodotto, stanno diventando imprescindibili e contribuiranno sicuramente ad una reale crescita della sostenibilità sostanziale di processi produttivi e prodotti.
[1] Fonte: https://globalcompactnetwork.org/.
[2] Fonte: https://www.salonemilano.it/sites/default/files/2022-06-07/2_Salone%20del%20Mobile.Milano_Sostenibilit%C3%A0_2022_IT_PRESS.pdf.