L’industria del design: Milano, formazione, sostenibilità

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Il report 2022 di Symbola e Deloitte presenta l’industria del design contemporanea. Settore di eccellenza dell’economia italiana. Le aspettative di ripresa del settore nel post pandemia si basano su tre direttive: Milano, formazione e sostenibilità

Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, con il supporto di ADI, CUID, Comieco, Logotel, AlmaLaurea e il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno presentato lo scorso 20 aprile i risultati del report “Design Economy 2022”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale. In un quadro generale ancora tutto da definire in cui il valore aggiunto generato dal settore ha registrato nel 2020 un -18,0% (-7,2% relativamente al totale economia) con un tasso di crescita annua in campo negativo (-0,6%) e l’occupazione al -4,1% rispetto alla media generale dello -2,1%, crescono le aspettative di ripresa della seconda metà del 2021 grazie al successo della campagna vaccinale, all’adozione di politiche economiche espansive e all’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Sono tre in particolare i punti su cui riposano le aspettative di crescita del settore.

Milano capitale italiana del design 

La Lombardia, il Piemonte, l’Emilia-Romagna e il Veneto sono le regioni nelle quali si concentra l’economia del design in Italia. In queste regioni sono localizzate il 60,4% delle imprese del design, si genera il 68,5% del valore aggiunto e vengono assorbiti il 64,7% degli occupati del settore.  La principale capitale del design italiano è Milano: il capoluogo lombardo è capace di concentrare il 18% del valore aggiunto del settore sul territorio nazionale. Milano, in linea con le precedenti edizioni del Rapporto, primeggia grazie ad una quota di imprese del design pari al 14,8% del totale nazionale. Al secondo posto della classifica troviamo la provincia di Roma (6,7%) e, a seguire, la provincia di Torino (5,1%). Dal punto di vista del valore creato, le imprese della provincia di Milano sono capaci di generare – da sole – quasi un quinto (il 18,4%) della ricchezza prodotta dal settore sull’intero territorio nazionale. Torino e Roma, rispettivamente in seconda e terza posizione, incidono rispettivamente per il 7,8% e per il 5,3%. Il capoluogo lombardo ospiterà dal 7 al 12 giugno, presso Fiera Milano Rho, la 60ª edizione del Salone del Mobile. Al centro dell’evento: qualità, innovazione, bellezza e sostenibilità. Il salone del mobile e gli eventi correlati prevedono la partecipazione di più di 2 mila espositori di cui oltre 600 giovani designer under 35. Si tratta dell’evento di punta dell’intero settore anche a livello internazionale. 


La formazione

Il sistema formativo è un sistema distribuito lungo tutto il Paese. Ben 81 istituti accreditati dal Ministero dell’Istruzione: 22 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie Legalmente Riconosciute, 22 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 ISIA (Istituti Superiori per Industrie Artistiche). Per un totale di 291 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione. Ne fanno parte punte di eccellenza come il Politecnico di Milano, prima tra i Paesi UE e 5° al mondo secondo la prestigiosa classifica QS World University Rankings by Subject nel settore del design, ma prima, comunque, fra le università pubbliche. A seguire, mantengono un importante ruolo per la formazione del designer l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). La prima stima sul tasso di occupazione dei laureati magistrali in design a cinque anni restituisce un valore del 90%, superiore alla media del complesso dei laureati magistrali biennali in Italia; di questi, l’84% svolge una professione coerente con l’ambito del design.

Design e transizione ecologica: sostenibilità motore della crescita

Il punto d’incontro tra domanda e offerta dei servizi di design si concretizza già oggi nella progettazione con materie prime più sostenibili e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse. Tra i settori che trainano la domanda di servizi di design sostenibile ci sono soprattutto i comparti del Made In Italy. A primeggiare c’è il settore arredo (70%), seguito dall’automotive (56%), dall’immobiliare – ceramiche, pavimenti, fino agli elementi strutturali – (38%), dall’abbigliamento (30%) e dall’agroalimentare (13,3%).  

alessandro@we-wealth.com

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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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