E se la tua firma diventasse un marchio registrato?

Cristina Riboni
Cristina Riboni
31.5.2023
Tempo di lettura: 3'
All’epoca in cui virtualmente ogni bene può diventare un asset, cosa accadrebbe se si decidesse di registrare la propria firma? Forse nulla: a patto di non essere Leonardo da Vinci

E se la tua firma diventasse un marchio registrato? Non sarebbe male, ma bisognerebbe essere famosi quanto Leonardo. È stata infatti questa la sorte della firma autentica di Leonardo Da Vinci, rinvenuta alla pagina 1054 del Codice Atlantico. Il celeberrimo Codex - un libro di 400 fogli circa, chiamato “Atlanticus” per le sue ragguardevoli dimensioni - è la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci ed è conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano: vi è approdato dopo un lungo viaggio. Nel 1519, alla morte di Leonardo, la raccolta dei suoi manoscritti fu ereditata da Francesco Melzi, che dopo pochi anni si stanziò a Milano; nel 1570, essi furono ereditati dal figlio di Francesco, Orazio, ma in seguito furono oggetto di svariate sottrazioni e cessioni; in alcuni casi le pagine furono addirittura “scollate” per permettere la visione del retro. Con atto del 21 gennaio 1637, Galeazzo Arconati, parente di Federico Borromeo, donò dodici manoscritti di Leonardo (tra cui il Codex) alla Biblioteca Ambrosiana, fondata proprio dal Borromeo nel 1607. Su esecuzione dell’ordine di Napoleone di spogliare tutti gli oggetti artistici o scientifici che potevano arricchire musei e biblioteche di Parigi, nel 1796 il Codice Atlantico finì alla Bibliothèque nationale de France, per poi rientrare a Milano, nel 1815.


L’accordo della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Pochi giorni fa, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana ha firmato un accordo con la IBC International Brand Consulting di Lugano: la firma di Leonardo, “Io Leonardo”, è diventata un marchio registrato. Com’è stato possibile?

La Biblioteca si è affidata ad una società svizzera specializzata in licensing e brand strategy sostanzialmente per veder “ufficializzata” la titolarità sulla firma del genio da Vinci. Da questa collaborazione ha preso poi il via la procedura di registrazione del marchio, procedura che conferirà al titolare (i.e. la Veneranda Biblioteca Ambrosiana) un diritto esclusivo, secondo quanto stabilito all’articolo 9 del RMUE - il Regolamento (UE) 2017/1001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2017, sul marchio dell'Unione europea, ovvero il diritto di vietare ai terzi, salvo proprio consenso, di usare nel commercio lo stesso segno in relazione ai medesimi prodotti e/o servizi per i quali il marchio UE è stato registrato.

Dal sito dell’EUIPO (ovvero l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale incaricato, fra l’altro, di gestire i marchi nel mercato interno comunitario), si apprende appunto che in data 6 aprile 2023 è stata presentata domanda di registrazione (al n. 018859105) per un marchio figurativo che riproduce le parole “Io Leonardo”, con la grafia del loro autore.


La registrazione del marchio a livello europeo

Inoltre, poiché la domanda di marchio europeo deve contenere, oltre alla riproduzione del marchio che si vuole registrare, un elenco dei prodotti e/o dei servizi che saranno coperti dal marchio, si è proceduto a specificare chiaramente le cc.dd. “classi” di registrazione, seguendo i criteri indicati nella classificazione di Nizza, che ripartisce i prodotti e i servizi in 45 categorie.

“Io Leonardo” è stato dunque registrato per le classi 9, 18 e 25 della classificazione di Nizza, nonché con il codice 27.5.13 (Letters in the form of a signature, illegible letters) per la classificazione di Vienna, che riguarda invece gli elementi figurativi dei marchi, suddivisi sulla base della loro forma.

Le categorie della classificazione di Nizza 9, 18 e 25, interessate dalla domanda di registrazione, coprono una molteplicità di oggetti chiaramente connessi con il merchandising (si va dalle casse acustiche ai cari e vecchi compact disc; dai DVD alle cassette musicali; dagli occhiali da sole ai magneti decorativi, ai software per giochi di realtà virtuale; dalle borse ai portafogli, agli ombrelli, alle calzature e all’abbigliamento).


L’iniziativa pare collocarsi in un panorama internazionale in cui, sempre più, i musei e le istituzioni culturali pubbliche fanno ricorso a vendite del proprio patrimonio per coprire qualche buco di bilancio. In Italia questo non è possibile: i beni culturali pubblici sono inalienabili. Però l’idea di poter vivere con risorse proprie, organizzando eventi e iniziative, e rilanciando, anche con mosse di marketing, il valore del “marchio cultura” affascina e le occasioni non vengono lasciate perse.

E così, una volta completato con successo l’iter di registrazione del marchio, la firma “Io Leonardo” potrà essere data in licenza dalla Biblioteca Ambrosiana a tutti quei soggetti terzi che intendano realizzare oggetti che ricordino la grandezza di Leonardo.

E, allo stesso tempo, potrà essere salvaguardata dai tentativi di sfruttamento illecito e contrario al prestigio del suo autore, alla sua fama e alla sua importanza. E, naturalmente - è proprio il caso di dirlo qui - al suo nome. Io, Leonardo.




In copertina: Leonardo da Vinci, disegno di una balestra gigante nel Codice Atlantico (c. 53v)

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Cristina Riboni è entrata a far parte dello Studio Legale CBM & Partners nel 2008. Dal gennaio 2020 è partner dello Studio.
Sin dai tempi della pratica professionale segue il settore del contenzioso civile, nell’ambito del quale si è
specializzata nelle controversie inerenti il mercato dell’arte, il diritto d’autore e la proprietà intellettuale.
Affianca all’attività svolta in sede contenziosa l’attività stragiudiziale, assistendo collezionisti privati,
gallerie, case d’asta ed operatori del settore dell’arte, per conto dei quali cura, in particolare, la predisposizione della relativa contrattualistica.

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