Torre dei Lamberti in Piazza delle Erbe
“Oggi possiamo avere una visione di come fosse Verona prima della devastante piena grazie alle bellissime vedute di Paolo Farinati, nel Cinquecento, e di Gaspard van Wittel e Bernardo Bellotto nel Settecento”. Se nel cammino viene appetito, uno dei posti migliori in cui trovare ristoro a pranzo può essere Masenini – Trattoria Italiana contemporanea. Oppure ci si può concedere uno spuntino goloso nel tradizionale panificio-pasticceria De Rossi. Arrivando nei pressi del Palazzo della Ragione, l’antico Palazzo del Comune, si scorge l’edificio della Gam, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
“Imperdibile. Il palazzo è uno splendido esempio di architettura civile di epoca scaligera; e il percorso di visita è duplice: sia architettonico che artistico. La collezione d’arte conta opere che vanno dagli inizi dell’ottocento ai giorni nostri, valorizzate dal recente riallestimento che valorizza il ruolo dei mecenati e padri fondatori della collezione”. Vi si trovano fra le altre opere di Felice Casorati, Medardo Rosso. Il museo nasce per volontà del botanico Achille Forti (1878-1937), grazie al suo lascito immobiliare e artistico.
Porta Borsari
“Fra le figure più importanti per lo sviluppo della Gam vi è quella di Ugo Zannoni (1836-1919): scultore, collezionista e mecenate e patriota. Zannoni fu il primo a donare alla città, dal 1905, la sua collezione di circa 200 pezzi per creare una galleria di arte moderna e contemporanea”. Di Zannoni è il monumento a Dante Alighieri nella piazza dei Signori. Al nucleo iniziale della Gam appartiene pure uno dei quadri più amati del Risorgimento: l’ipnotica Meditazione di Francesco Hayez, dono di Pietro Velati nel 1937. Oggi, grazie a una ponderata politica di acquisizioni e grazie alla generosità dei cittadini, la collezione della Gam può contare su un patrimonio stimato in 1.600 opere. Quelle esposte nel più recente allestimento sono 150, in parte dedicato a Dante e al mito di Shakespeare.
“L’orgoglio civico si unisce all’amor di patria, un sentimento potente nell’Italia post unitaria”, commenta Francesca Rossi. I musei veronesi “sono civici nel senso letterale della parola. Nel patrimonio culturale dei musei si riflette la memoria e il senso di appartenenza di una comunità, i musei sono “case” aperte a tutti e i cittadini devono poter contribuire come parte attiva alla cura di questi beni comuni da trasmettere alle future generazioni”.
L’arena romana
Arrivati all’ora dell’aperitivo, ci si può concedere un bicchiere di buon vino al Dal Zovo Wine Bar, nei pressi dell’Arco dei Gavi e del museo di Castelvecchio, restaurato e allestito da Carlo Scarpa fra il 1958 e il 1974. Chi capitasse a Verona sul finire dell’estate, non può perdersi il Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, entrato nel Registro delle Buone Pratiche dell’Unesco. Nel 2022 si terrà la XX edizione. Una delle tante perline della città di Giulietta.
A proposito, l’ultra pop casa dell’eroina shakespeariana non è un falso storico? “L’abitazione fu identificata in Via Cappello agli inizi dell’Ottocento. Ma è una leggenda che fa parte dell’identità di Verona da secoli e che si è storicizzata. Non dimentichiamo che la vicenda di Romeo e Giulietta fu raccontata dall’intellettuale vicentino Luigi da Porto (1485 – 1529, ndr) e che William Shakespeare la lesse in traduzione, facendone poi il capolavoro che tutti conosciamo. Da Porto, a sua volta, aveva attinto dalla Commedia dantesca, dai Montecchi e Cappelletti (canto VI Purgatorio, versi 105-106-107, ndr). In ogni caso, siamo nella sfera di un mito letterario, e io penso che la poesia sia sempre verità”.