Un team di archeologi ha riportato alla luce una statua del dio romano Ercole risalente a 2.000 anni fa nel sito dell’antica città greca di Filippi, nella Grecia settentrionale. Situata in una piazza della città, la statua rappresenta uno dei ritrovamenti più significativi in quello che da tempo è ritenuto uno dei siti archeologici più promettenti di tutta la Grecia.
La scoperta
La statua è stata scoperta da un’équipe dell’Università Aristotele di Salonicco guidata dalla professoressa Natalia Poulou, dal professore assistente Anastasios Tantsis e dal professore emerito Aristotele Menzo, insieme a un team di 28 studenti. Il gruppo ha condotto lo scavo nel punto in cui due strade convergono e si aprono in una piazza principale, dove ha scoperto un edificio ornato e quella che si pensa essere una fontana. La statua risale al 2 d.C. ed era attaccata all’edificio, che risale al 7-8 d.C. Mostra il semidio che porta una clava e tiene in mano una pelle di leone con una corona di foglie di vite, una posizione trionfale. Nel periodo bizantino era consuetudine che gli edifici e gli spazi pubblici fossero decorati con statue romane come questa, ma, secondo gli esperti, le dimensioni e la qualità della statua sono notevoli.
Il mito di Ercole e la città di Filippi
Secondo il mito, Ercole (il corrispettivo romano del greco Eracle e figlio di Zeus) uccise la moglie e i figli dopo essere stato fatto impazzire dalla matrigna Era. Per espiare, compì “le 12 fatiche di Ercole”, che culminarono con il compito di entrare nell’Ade e catturare Cerbero, il cane a sei teste che sorveglia le porte degli inferi. Ercole rappresenta il superamento dei propri demoni ed è riconosciuto come un campione dei deboli. Quanto a Filippi, si tratta di un’antica città fondata da Filippo II, re di Macedonia, e costruita sulla colonia tasiana di Crenide sul Mar Egeo, per poi abbandonata dopo la conquista della regione da parte degli Ottomani nel XIV secolo.