PNRR per la valorizzazione della cultura: lo stato dell'arte

Due anni di crisi pandemica hanno messo a dura prova il settore della cultura, che ha sofferto dell’impossibilità di realizzare manifestazioni ed eventi dal vivo, della necessità di contingentare le presenze e della ridotta possibilità di viaggiare, che ha portato ad una sentita mancanza di turisti, in particolare stranieri.
Secondo il diciottesimo Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere”, i due anni di pandemia hanno comportato la perdita di 55 mila posti di lavoro nel settore culturale italiano (pari al 6,7%), più del triplo di quanto accaduto nell’occupazione totale (-2,4%). A questo si associa la diminuzione della quota degli occupati in ambito culturale sul totale dell’occupazione, che passa dal 3,6% al 3,4%. In media, lo spettacolo dal vivo (cinema, teatri e concerti) ha conosciuto un calo del -75% della spesa delle famiglie e del’80% nella fruizione, mentre il settore di mostre e musei ha avuto cali del -27% nella spesa e del -72% nella fruizione.
Le manovre governative studiate per favorire la ripresa dalla pandemia prevedono, tuttavia, uno stanziamento di risorse senza precedenti per la cultura, pari ad oltre 6 miliardi per la realizzazione di diversi interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale (materiale e immateriale) del Paese: un riconoscimento importante dell’importanza del settore per l’economia italiana. Il tutto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato ad aprile 2021 dal Parlamento quale componente del Next Generation EU (NGEU), programma da 806,9 miliardi di euro* implementato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.
L’Italia è potenzialmente assegnataria di 191,5 miliardi di euro del Programma europeo, da destinare a investimenti e riforme, di cui circa 69 miliardi di euro in sovvenzioni a fondo perduto e 122,5 miliardi di euro in prestiti. L’effettiva erogazione dei fondi dipende dal raggiungimento di obiettivi specifici relativi alle riforme e agli investimenti previsti dal PNRR stesso, articolato in 6 missioni, ulteriormente articolate in 16 componenti, declinate in 197 “misure” (63 riforme e 164 investimenti). A questi fondi si aggiungono 30,6 miliardi di euro stanziati dal Governo Italiano attraverso il Fondo complementare, istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 maggio 2021 a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei Ministri.
La cultura è inserita nella missione 1 del PNRR, “Digitalizzazione, innovazione, competitività e turismo”, ed in particolare nella Componente 3, “Turismo e cultura 4.0”; l’ammontare delle risorse economiche destinate alla citata Componente 3 è complessivamente pari a circa 6,8 miliardi di euro, di cui circa 4,3 miliardi di investimenti del PNRR e circa 1,5 miliardi di euro previsti nel Fondo Complementare (Piano Strategico Grandi attrattori culturali), finalizzati al finanziamento di 14 interventi di tutela, valorizzazione e promozione culturale.
Gli obiettivi generali consistono nell’incrementare il livello di attrattività del Paese, migliorare la fruibilità della cultura e l’accessibilità turistica, rigenerare i borghi e le periferie urbane, potenziare le strutture ricettive e supportare la transizione digitale e verde nei settori del turismo e della cultura. Negli scorsi mesi, il Ministero della Cultura si è impegnato per raggiungere tutti gli obiettivi del PNRR previsti per la data del 30 giugno 2022, raggiungimento da cui dipende l’effettiva messa a disposizione delle risorse economiche da parte dell’UE. Tramite appositi decreti, il governo ha quindi assegnato circa 1,8 miliardi di euro per i diversi filoni d’intervento previsti, di cui:
• Nell’ambito del Piano Nazionale Borghi, oltre 398,4 milioni di euro per il rilancio di 20 borghi, individuati dalle singole Regioni e province autonome, a cui si aggiungono circa 363,5 milioni di euro assegnati a 207 proposte progettuali presentate da 289 comuni, destinati ad investimenti per rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio spopolamento;
• Oltre 287,8 milioni di euro a 134 interventi per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici italiani di interesse culturale;
• 250 milioni di euro al restauro di 286 chiese appartenenti al Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno;
• 240 milioni di euro al finanziamento degli interventi di adeguamento e messa in sicurezza sismica di 257 luoghi di culto, torri e campanili;
• 100 milioni di euro per il miglioramento dell'efficienza energetica di 120 musei statali e di siti culturali;
• Circa 99,4 milioni di euro per il miglioramento dell'efficienza energetica di 274 cinema;
• Circa 89,2 milioni di euro per il miglioramento dell'efficienza energetica di 348 teatri.
Secondo quanto affermato dal Ministero, gli obiettivi sono stati raggiunti grazie alla costante e virtuosa collaborazione del Ministero della Cultura con “il MEF, gli enti locali, le Regioni, l’Anci, le province autonome, il mondo dell’associazionismo, gli operatori economici e le associazioni di categoria”. È auspicabile che, nell’ambito della realizzazione degli interventi, vengano previsti framework di monitoraggio in grado di misurare l’efficacia dell’utilizzo delle risorse con ampio spettro, valutando le ricadute e gli impatti generati anche da un punto di vista sociale, ambientale, infrastrutturale ed occupazionale. Framework che potrebbero divenire un esempio per un più costante monitoraggio del valore complessivo (e non soltanto economico) della cultura.
Il settore culturale potrebbe trarre ispirazione da framework esistenti, quali il Framework “Culture 2030” dell’UNESCO, nonché valutare sinergie con altri strumenti di monitoraggio già previsti, come quello relativo agli impatti generati dagli interventi del PNRR a favore del turismo, per cui è prevista l’assegnazione di circa 1,7 miliardi, a cui si aggiungono 600 milioni per Roma e il Giubileo. Le risorse destinate al turismo dovranno essere impiegate per favorire la trasformazione, anche digitale, del settore in Italia, per renderlo più attrattivo e competitivo, nonché promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Per esaminare le ricadute in termini sociali ed economici dell’attuazione del Piano Strategico del Turismo e degli interventi sul turismo previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministero del Turismo ed il Cnel hanno sottoscritto un accordo interistituzionale, sulla base del quale saranno approfonditi argomenti come l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità e le ricadute occupazionali, in modo particolare nel Mezzogiorno.
L’implementazione di un framework specificamente dedicato alla cultura, per il monitoraggio della realizzazione degli interventi basato su indicatori comuni ai diversi filoni di assegnazione delle risorse, nonché sinergico a quello del turismo, potrebbe giovare alla efficacia degli interventi stessi. A questo si aggiunge la necessità di assumere persone che abbiano competenze specifiche, per efficientare i processi di spesa pubblica e di investimenti.
La caduta del governo sta generando nuove priorità per il Paese, comportando il rischio di un rallentamento nella tabella di marcia volta a raggiungere i futuri obiettivi previsti per l’erogazione delle risorse da parte dell’Unione Europea. Alle incertezze connesse al contesto politico italiano, si aggiungono quelle del contesto economico e politico globale che generano non poche preoccupazioni, connesse ad inflazione e perdita di potere di acquisto delle famiglie, con diretto impatto sulla riduzione delle spese non primarie, difficoltà di approvvigionamento di materie prime e beni di primario sostentamento, aumento del costo dell’energia con impatto sul tessuto imprenditoriale delle PMI e, quindi sull’occupazione, oltre alla “coda” della crisi pandemica. Alla fine del mese di giugno, l’Italia ha raggiunto i 45 obiettivi previsti dal PNRR per il primo semestre 2022, che hanno portato il governo a presentare la richiesta di 24,1 miliardi di euro all’UE, di cui sarebbero erogati 21 miliardi, al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall'Italia. L’ottenimento delle risorse farebbe salire a circa 67 miliardi di euro i fondi ricevuti, di cui circa 25 costituiti dal già citato prefinanziamento. Lo step successivo di breve termine, posto a rischio per la situazione di contesto italiana e globale, consiste nel raggiungimento di altri 55 obiettivi (di cui, nel dettaglio, 6 relativi a 5 filoni di intervento della già citata Componente 3**), con scadenza 31 dicembre 2022, che consentirebbe l’erogazione di una nuova tranche di aiuti del valore di 21,8 miliardi di euro.
Sarà quindi nelle mani del nuovo governo, e del nuovo Ministero della Cultura, l’opportunità di raggiungere gli obiettivi fissati per il secondo semestre 2022, strutturando un sistema innovativo ed efficace per cogliere fino in fondo le opportunità date dalla messa a disposizione dei fondi del PNRR, a favore dell’evoluzione del settore culturale nel suo complesso, a beneficio del Paese.
*Questo importo è espresso a prezzi correnti. Equivale a 750 miliardi di euro a prezzi del 2018. Fonte: NextGenerationEU (europa.eu)
**Fonte: Catalogo Open Data, https://italiadomani.gov.it. Consultato il 17 agosto 2022.