I pleasure asset battono azioni e oro: rendono il 16%

I rendimenti dei pleasure asset battono l'inflazione
L'indice che monitora il rendimento dei beni da collezione, il Knight Frank Luxury Investment Index (KFLII), è balzato del 16% nel 2022, doppiando così l’inflazione e battendo in media le asset class tradizionali, come oro e azioni. La metà dei dieci beni rappresentati ha registrato una crescita a due cifre. La categoria più performante a 12 mesi è stata l’arte, con un aumento del 29%. Un rendimento medio che si deve alle collezioni stellari vendute lo scorso anno, come quella del cofondatore di Microsoft Paul Allen (la singola collezione più costosa della storia), quella di Anne Bass. Commenta Sebastian Duthy della società di elaborazione dati Art Market Research: «Poche collezioni di proprietari singoli, tra cui quelle di Paul Allen e Anne Bass hanno fruttato da sole 2,5 miliardi di dollari, più che raddoppiando le vendite analoghe del 2021. La provenienza di una collezione si conferma un fattore determinante nel successo delle vendite e nell’ottenimento di record d’asta. Lo scorso anno cinque opere hanno superato i 100 milioni di dollari».
Quanto rendono i pleasure asset? Le auto classiche
Ottima la performance anche delle auto d'epoca, le cui quotazioni in asta sono aumentate del 25%: il risultato migliore degli ultimi nove anni. Vi ha contribuito una Mercedes-Benz Uhlenhaut Coupé (foto apertura), ceduta in una trattativa privata nel maggio 2022 dal Museo Mercedes di Stoccarda per 143 milioni di dollari. Si tratta del record assoluto di prezzo per un’auto classica, che suggella il ritorno dei collezionisti di fascia altissima sul mercato. Viene dunque polverizzato il record stabilito dalla Ferrari 250 GTO di proprietà dell'ex capo sviluppatore Microsoft Gregory Whitten, venduta per 46,5 milioni di euro da RM Sotheby's nell'agosto 2018 durante il Concours d'Elegance di Monterey. L’esperto Dietrich Hatlapa (HAGI) però, mette in guardia (sull’edizione 2023 del Wealth Report di Knight Frank) dalle automobili come copertura contro l'inflazione: «In generale, il mercato delle non ha un andamento né positivo né inversamente correlato agli altri settori. Il settore delle auto d'epoca marcia generalmente al suo proprio ritmo».
Orologi
Gli orologi restano sul podio, al terzo posto, registrando un +18% (lo scorso anno erano in seconda posizione, con un +16%). «Il mercato degli orologi delle tre principali case d'asta è cresciuto del 33% nel 2022, per un totale di 475 milioni di sterline». Ben «40 orologi sono stati venduti per oltre un milione di sterline, 12 in più rispetto all'anno precedente», prosegue l’analista di Art Market Research. A guidare il mercato restano pochi modelli: il Nautilus di Patek Philippe, il Royal Oak di Audemars Piguet, il Daytona di Rolex. La domanda incandescente di questi orologi infiamma il mercato secondario.
Vini & whisky
I vini a un anno hanno reso il 10%, in calo rispetto al 16% del 2021. Secondo Nick Martin della società di analisi per i vini da investimento Wine Owners, ciò si deve al fatto che alcuni dei vini più lussuosi hanno raggiunto il picco massimo di quotazione. «La Borgogna è cresciuta di oltre l'80% negli ultimi cinque anni. A un certo punto il mercato ha dovuto prendersi un po’ di respiro».
E gli Nft?
Protagonisti del mainstream nel 2021, i non fungible token hanno vissuto un momento di riassestamento (o crisi, secondo gli osservatori più severi: ma lo scenario non è così netto) nel 2022, anche a causa della tempesta in atto nel mondo cripto (crollo di Bitcoin; bancarotta di Sam Bankman-Fried). I collezionisti tuttavia hanno acquistato – soprattutto fra gennaio e maggio – circa 1,6 miliardi di dollari di Bored Apes (dat CryptoSlam). Bisogna però evidenziare che il prezzo medio di questi nft è passato da un picco di 429.000 dollari al minimo di 60.000 dollari di novembre. L’analista Sebastian Duthy ritiene che i valori medi siano scesi di circa il 50% da un anno all’altro.
Secondo una ricerca di Pulse, un terzo degli HNW ritiene che gli nft come collezionabili abbiano ancora del potenziale; una quota simile dichiara invece di essere sempre stata scettica. I più inclini ad acquistare nft come beni da collezione sarebbero i cinesi (il 64% ha una visione positiva su questo mercato). Afferma Elena Zavelev, cofondatrice e ceo di CADAF (Crypto and Digital Art Fair) e fondatrice della New Art Academy: «Sono convinta che la tecnologia blockchain e l'arte digitale siano destinate a rimanere e a svilupparsi». Nel Collectibles Insights Report di ArtTactic e Cultural Comms, aggiunge: «Possiamo aspettarci maggiori sperimentazioni e valore artistico intrinseco negli nft; spero anche in una minore speculazione e in una maggiore attenzione alla sostanza».