Raffaello a Londra: orgoglio italiano

28.4.2022
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In corso alla National Gallery una mostra imponente dedicata alla grazia e al genio dell'urbinate che troppo giovane lasciò questo mondo. Sono esposte solo opere sue, o eseguite su suo disegno. Il racconto della nostra italiana a Londra
Ha inaugurato da poco la grande mostra di Raffaello alla National Gallery qui a Londra, e da italiani abbiamo tutto il diritto di pavoneggiarci: anche se si è per natura più affascinati dall'imprevedibilità di Michelangelo, o dalla sofisticata genialità di Leonardo, il contributo di Raffaello allo sviluppo dell'arte occidentale è assolutamente indubbio. Durante la sua breve vita – è morto a soli 37 anni – è riuscito a cambiare le sorti di tutto quello che succederà dopo, un po' come Giotto.
La mostra londinese è molto vasta, include solo opere sue o eseguite su suo disegno e segue un ordine cronologico che dimostra molto chiaramente la crescita rapidissima del maestro. È inoltre organizzata nelle sale sopra, all'interno del museo e non nella parte sotterranea, e questo è un plus non da poco.
La mostra londinese è molto vasta, include solo opere sue o eseguite su suo disegno e segue un ordine cronologico che dimostra molto chiaramente la crescita rapidissima del maestro. È inoltre organizzata nelle sale sopra, all'interno del museo e non nella parte sotterranea, e questo è un plus non da poco.

Raffaello a Londra
I dipinti sono tutti splendidi, e ci sono prestiti eccellenti, ad iniziare dalla prima sala e dal San Sebastiano su tavola dell'Accademia Carrara di Bergamo, che lascia senza fiato anche se dipinto molto presto, intorno al 1502-3 ovverosia prima del suo soggiorno fiorentino.

Raffaello, San Sebastiano, Bergamo, Accademia Carrara, dettaglio
Sempre ai primi anni della sua attività sono datate le due tavolette con San Giorgio e San Michele Arcangelo del Louvre: incantevoli, dettagliate, sofisticate, dimostrano la conoscenza di Dante, dei Dioscuri al Quirinale, di Dürer.

Raffaello, San Michele Arcangelo, Parigi, Musée du Louvre, dettaglio
Raffaello è sin da subito un po' come Rubens. Vede quello che succede nel modo dell'arte intorno a lui, lo capisce, lo rielabora e lo fa suo: senza forzature si trovano in lui l'antico, Perugino, i maestri d'Oltralpe, Donatello, Michelangelo e Leonardo.
Pochi passi e si è davanti alla Madonna Tempi, dipinta a Firenze intorno al 1507-8 e oggi a Monaco di Baviera. Un omaggio totale all'umanità di Donatello, che quasi un secolo prima era riuscito a rappresentare in tutta la sua forza l'intimità tra madre e figlio nella Madonna Pazzi oggi a Berlino. Accanto, la Madonna Alba, prestito eccellente da Washington, che dimostra come Raffaello poco più che venticinquenne già sapesse usare idee di Michelangelo e Leonardo alla sua maniera.
Raffaello, da sinistra a destra: Madonna Tempi, Monaco di Baviera, Alte Pinakothek; Madonna Garvagh, Londra, The National Gallery; Madonna Alba, Washington DC, National Gallery of Art
Dipinti-capolavori si susseguono affiancati spesso dai loro disegni preparatori: Raffaello disegna in maniera splendida e incessante, tutto si decide su carta e il maestro non si ferma fino a quando l'idea non è correttamente illustrata. E quello che i curatori comunicano con successo è un Raffaello a tutto tondo: non solo eccellente pittore, ma anche architetto, archeologo, ideatore di sculture e oreficerie, disegnatore per incisioni, scrittore. Sono tutti lati del giovane artista che troppo spesso sono dimenticati, ma che erano fondamentali nella sua attività a Roma, soprattutto per i papi – Giulio II o Leone X – e i banchieri – Agostino Chigi. Allora si vedono i disegni per le due cappelle Chigi mai completate in Santa Maria della Pace e Santa Maria del Popolo a Roma, dove Raffaello aveva pensato a tutto: incredibile vedere su carta, per esempio, i suoi due tondi per la prima, eseguiti in bronzo forse da tale Cesarino Rossetti, ma mai installati e qui anche esposti (oggi sono conservati alla Chiesa abbaziale di Santa Maria a Chiaravalle, vicino a Milano).


Raffaello, Studi per la stanza di Eliodoro, Oxford, Ashmolean Museum (i bronzi non si potevano fotografare...)
Subito dopo i bronzi, si entra in una sala dove davvero c'è un tesoro: il cartone preparatorio per una parte del soffitto della Stanza di Eliodoro in Vaticano, con Mosè davanti al roveto ardente. Raramente ha lasciato il Museo di Capodimonte a Napoli, e vedendolo così da vicino e così bene illuminato si capisce quanto il disegno fosse fondamentale nella pratica di Raffaello.
Questa è una notizia eccellente per i collezionisti... la sua opera grafica dev'essere stata immensa, e i circa 600 fogli che sono arrivati sino a noi sono credo una minima parte di quanto ha disegnato. Si crea scompiglio quando giungono sul mercato opere su carta dall'attribuzione indiscussa o ancor più cartoni preparatori che hanno la potenza di essere stati usati. Uno fra tutti la testa di musa, cartone ausiliario (= d'aiuto per l'esecuzione dei dettagli dell'affresco) per una delle figure del Parnaso nelle Stanze Vaticane, venduto per quasi 30 milioni di sterline nel 2009 alla Christie's di Londra.
Raffaello, Testa di una musa, 30.5 x 22.2 cm., Christie's, Londra, 8 dicembre 2009, lotto 43, 29.161.250 sterline
Proseguendo, si resta abbagliati davanti all'arazzo scintillante tessuto per la Cappella Sistina con la predica di San Paolo: chiarissimo nel suo insieme diventa astratto nei dettagli geometrici. Mi fa pensare alle (poche) critiche alla mostra, e a chi dice che non riesce a comunicare la vastità della decorazione raffaellesca. È vero, non siamo in Vaticano o a Villa Farnesina, ma in autobus o taxi si può facilmente raggiungere il Victoria & Albert Museum dove i sette cartoni sopravvissuti (gli arazzi sono dieci) sono sempre esposti e un riallestimento recente della sala a loro dedicata ne fa uno dei luoghi di pace più raccomandabili a Londra. Ed è gratuito.