Londra, mille città diverse e un solo Natale d'arte

3.12.2021
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Non è raro che l'arte contemporanea edifichi cattedrali dello spirito, spesso in dialogo – o cuore pulsante laico – di quelle di pietra. Così è a Londra, dove il Natale potrà trasformarsi in una scoperta di molteplici capolavori dal significato luminoso (e spesso star delle aste più prestigiose)
Andare a Londra in realtà significa andare in tante città diverse. Le due fondamentali sono la City of London – oggi cuore dell'economia – e la City of Westminster - centro culturale e politico odierno. Di questi tempi si tende a stare più a Westminster, ma in epoca medioevale la città vera era la City of London, l'altra non era altro che un villaggio limitrofo. La vera cattedrale di Londra è quindi St Paul, mentre Westminster Abbey, la collegiata dedicata a San Pietro, deriva il suo nome proprio da West (=ovest) Minster (=chiesa) per differenziarla dall'altra, a est (=East).
St Paul venne distrutta durante il grande incendio del 1666, quando la City bruciò quasi interamente: venne ricostruita su progetto di Sir Christopher Wren, e quasi affrescata (ma non accadde ahimè) dal veneziano Giovanni Antonio Pellegrini.
Westminster Abbey rimane invece un capolavoro architettonico che va dal XIII al XVI secolo, ma non è né una cattedrale né una parrocchia: dipende direttamente dal sovrano, e come tale è teatro di incoronazioni e luogo di sepoltura dei reali inglesi, e non solo. Entrambe le chiese sono tuttora luogo di culto quotidiano e comune ad entrambe è il desiderio di restare rilevanti non solo nella vita religiosa dei londinesi ma anche in quella estetica.
Per me St Paul è Bill Viola: dopo undici anni di gestazione, nel 2014 l'artista americano installa Martyrs, un polittico costituito da quattro video, commissionato dalla cattedrale stessa. Nei quattro schermi quattro attori passano dalla quasi morte alla vita nonostante la forza degli elementi li torturi: terra, aria, fuoco e acqua non vincono e c'è grande speranza anche di fronte alla grande sofferenza. Un messaggio universale, non legato ad alcuna religione ma pensato all'interno di una spiritualità molto più ampia, in grado di dialogare con il pubblico mondiale che attraversa gli spazi della cattedrale in questo secolo.
Giustamente definito il “Rembrandt dell'epoca video”, Bill Viola riesce a distillare nei suoi lavori tematiche dell'umanità impossibili da esprimere con parole, ed è forse a questo che l'arte serve. L'artista e sua moglie Kira Perov hanno poi aggiunto nel 2016 un trittico, sempre video, nell'altra parte dell'abside, Mary.
Westminster Abbey rimane invece un capolavoro architettonico che va dal XIII al XVI secolo, ma non è né una cattedrale né una parrocchia: dipende direttamente dal sovrano, e come tale è teatro di incoronazioni e luogo di sepoltura dei reali inglesi, e non solo. Entrambe le chiese sono tuttora luogo di culto quotidiano e comune ad entrambe è il desiderio di restare rilevanti non solo nella vita religiosa dei londinesi ma anche in quella estetica.
Bill Viola e Kira Perov, Martyrs, St Paul. Una della tappe d'arte per un ipotetico Natale a Londra
Per me St Paul è Bill Viola: dopo undici anni di gestazione, nel 2014 l'artista americano installa Martyrs, un polittico costituito da quattro video, commissionato dalla cattedrale stessa. Nei quattro schermi quattro attori passano dalla quasi morte alla vita nonostante la forza degli elementi li torturi: terra, aria, fuoco e acqua non vincono e c'è grande speranza anche di fronte alla grande sofferenza. Un messaggio universale, non legato ad alcuna religione ma pensato all'interno di una spiritualità molto più ampia, in grado di dialogare con il pubblico mondiale che attraversa gli spazi della cattedrale in questo secolo.
Giustamente definito il “Rembrandt dell'epoca video”, Bill Viola riesce a distillare nei suoi lavori tematiche dell'umanità impossibili da esprimere con parole, ed è forse a questo che l'arte serve. L'artista e sua moglie Kira Perov hanno poi aggiunto nel 2016 un trittico, sempre video, nell'altra parte dell'abside, Mary.
Bill Viola e Kira Perov, Mary, St Paul. Una della tappe d'arte per un ipotetico Natale a Londra
Difficile capire – quantomeno per me – il valore economico di queste opere, e in asta ci sono relativamente pochi risultati perché il lavoro di Bill Viola non solo è lento e meticoloso, ma è quasi sempre eseguito per uno spazio preciso, dove si spera rimanga. In asta pubblica – Christie's, Sotheby's e Phillips – i valori spesso superano i 500.000 dollari.
La scultura in travertino Mother and Child: Hood in St Paul è una delle ultime opere in cui Henry Moore rivisita un soggetto che lo ha sempre affascinato durante tutta la sua carriera. Forse ha visto la forza disperata della protezione che una madre può dare ad un figlio durante le due guerre? Moore nacque nel 1898, e le visse entrambe.
In ogni caso lui stesso ammise in una conversazione che la tematica di madre e figlio è “una delle mie due o tre ossessioni, uno dei miei soggetti inesauribili, forse perché la stessa raffigurazione della Madonna con Bambino è stato un soggetto così importante dell'arte del passato, e uno ama gli antichi maestri così tanto e così tanto impara da loro. Il soggetto in se stesso è infinito ed eterno, con così tante possibilità per uno scultore: la forma piccola che si relaziona alla forma grande, la forma grande che protegge la piccola e così via. Un soggetto così ricco, sia umanamente che dal punto di vista compositivo, lo ripeterò sempre”. Ancora una volta un'opera che va aldilà della cristianità del luogo, e che può dialogare con l'intera umanità.
Avere una scultura di Henry Moore è un sogno penso per tutti, e le grandi, iconiche opere arrivano a cifre altissime. Splendidi sono i bronzetti preparatori per la scultura in St Paul, e ogni tanto si trovano in asta.



Muovendosi verso Westminter Abbey, luce e colore sono i nuovi ospiti della basilica. Protagonista indiscusso delle aste recenti e di esposizioni internazionali, David Hockney fu invitato a sostituire una vetrata bianca ottocentesca con una di suo disegno, a celebrazione del regno della regina Elisabetta II. Felice del risultato, come si vede nella foto, che lui stesso descrive come “flipping marvellous”, la vetrata porta un grande senso di gioia a un'abbazia che poco è mutata negli ultimi secoli.

Henry Moore, Mother and Child: Hood, St Paul, 1983
La scultura in travertino Mother and Child: Hood in St Paul è una delle ultime opere in cui Henry Moore rivisita un soggetto che lo ha sempre affascinato durante tutta la sua carriera. Forse ha visto la forza disperata della protezione che una madre può dare ad un figlio durante le due guerre? Moore nacque nel 1898, e le visse entrambe.
In ogni caso lui stesso ammise in una conversazione che la tematica di madre e figlio è “una delle mie due o tre ossessioni, uno dei miei soggetti inesauribili, forse perché la stessa raffigurazione della Madonna con Bambino è stato un soggetto così importante dell'arte del passato, e uno ama gli antichi maestri così tanto e così tanto impara da loro. Il soggetto in se stesso è infinito ed eterno, con così tante possibilità per uno scultore: la forma piccola che si relaziona alla forma grande, la forma grande che protegge la piccola e così via. Un soggetto così ricco, sia umanamente che dal punto di vista compositivo, lo ripeterò sempre”. Ancora una volta un'opera che va aldilà della cristianità del luogo, e che può dialogare con l'intera umanità.
Avere una scultura di Henry Moore è un sogno penso per tutti, e le grandi, iconiche opere arrivano a cifre altissime. Splendidi sono i bronzetti preparatori per la scultura in St Paul, e ogni tanto si trovano in asta.

Henry Moore, Reclyning Figure: Festival, Christie's, Londra, 30 giugno 2016, lotto 8, £24.722.500

Henry Moore, Working model for Mother and Child: Hood, alto 74 cm., Christie's, New York, 12 novembre 2018, lotto 301, 624.500 dollari Usa

David Hockney, The Queen's Window, Westminster Abbey, 2018
Muovendosi verso Westminter Abbey, luce e colore sono i nuovi ospiti della basilica. Protagonista indiscusso delle aste recenti e di esposizioni internazionali, David Hockney fu invitato a sostituire una vetrata bianca ottocentesca con una di suo disegno, a celebrazione del regno della regina Elisabetta II. Felice del risultato, come si vede nella foto, che lui stesso descrive come “flipping marvellous”, la vetrata porta un grande senso di gioia a un'abbazia che poco è mutata negli ultimi secoli.
David Hockney, Portrait of an Artist (Pool with Two Figures), 1972, Christie's, New York, 15 novembre 2018, lotto 9C, US$90,312,500
Post scriptum
Se ci si avventura a St Paul, a pochi passi c'è una delle chiese più belle ed intense di Londra, la piccola St Batholomew the Great, fondata nel XII secolo e sopravvissuta al grande incendio del 1666. La chiesa nacque insieme all'omonino ospedale, tuttora accanto, motivo per il quale il San Bartolomeo di Damien Hirst ha un bisturi in mano.

Damien Hirst, Exquisite Pain, 2006, St Bartholomew the Great. Una della tappe d'arte per un ipotetico Natale a Londra
Si trovano in asta versioni della scultura dell'energetico Hirst, meno costose del teschio di diamanti...

In conclusione, l'idea di incontro e dialogo tra arte e fede, l'apertura ad una spiritualità universale attraverso le opere d'arte per toccare l'anima o la mente di tutta o quasi l'umanità è diffusa nella chiesa anglicana ed è sublime quando affidata a grandi artisti, anche se solo temporaneamente. Cercavo in St Paul una scultura di Antony Gormley, sospesa nella famosa scala di Wren, ma non c'è più: restò solo buona parte del 2010.
Antony Gormley, Flare II, St Paul, 2010 (era temporanea, non cercatela)
Andrò allora vedere la figura dal titolo Doubt (dubbio), che riempirà una nicchia esterna della Cattedrale di Wells sino al febbraio 2022.
Antony Gormley, Doubt, Cattedrale di Wells, 2021-2022. Una della tappe d'arte per un ipotetico Natale a Londra
