Che significa innovazione nell'arte oggi

Andrea Concas
Andrea Concas
13.3.2020
Tempo di lettura: 3'
In questo momento critico per l'Italia e per l'Europa intera, il mondo dell'arte scopre l'innovazione dell'online. E le radicate resistenze del settore vacillano...
In questi giorni molto delicati per l'intero paese, dovuti alla pausa “forzata” quale misura contenitiva del Coronavirus, assistiamo ad una vera “scoperta” del web e dei social network da parte di curatori, professionisti, musei ed istituzioni.
A sollecitarne l'impiego si sono aggiunte anche le massime istituzioni nazionali e lo stesso Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che interviene con un appello pubblico “... Chiedo alle tv di programmare musica, teatro, cinema, arte e a tutti gli operatori culturali di usare al massimo i loro social e siti … ” per sensibilizzare nella divulgazione dell'arte e della cultura quale chiave di crescita e ripartenza.

Fino a poco tempo fa, la “vecchia guardia dell'arte”, sentendosi tremare la terra sotto i piedi e forse non capendo appieno il fenomeno e le dinamiche del digitale, a suon di articoli e dichiarazioni, guardava con sospetto l'utilizzo del web, dei social, dei nuovi sistemi di promozione e fruizione con i suoi inediti protagonisti.

Si è trattato perlopiù di considerazioni, probabilmente basate su preconcetti, con le quali si sollevavano dubbi sull'utilità, talvolta sulla qualità, fino ad obiettare sul fatto che il web non fosse la sede adatta per comunicare, vendere e divulgare l'arte.

Oggi, con le città chiuse per l'allarme virus, si diffondono sul web, stories, post e dirette su Instagram, anche dai profili di coloro prima reticenti nell'utilizzo, funzionalità e dinamiche tipiche dell'online.

È forse un cortocircuito di una condizione “esclusivista” tipica del mondo dell'arte?

Il dibattito è acceso, come ha evidenziato, in occasione di una mia intervista video, Giacomo Nicolella Maschietti, giornalista, esperto di mercato dell'arte, nonché grande sostenitore del digitale, dichiarando “…oggi  il mercato dell'arte è uno dei pochi settori dove il giudizio del pubblico non conta nulla …” a indicare come il potere di pochi e forti player sia in grado di condizionare l'andamento delle vendite.

Il digitale e l'online sono invece il perfetto contrario, dove, si potrebbe affermare che il “popolo è sovrano”, dove il giudizio del pubblico diventa più rilevante, ma soprattutto libero dalle immutabili “regole non scritte” del mercato e del sistema dell'arte.

Per certo si apre un modello di diffusione mai visto prima, accessibile, immediato che deve naturalmente trovare nuovi equilibri anche con i professionisti e le dinamiche consolidate del settore, facendo tesoro delle esperienze e competenze verso una vera innovazione di processo.

Di fatto si presentano nuovi scenari ed opportunità che coinvolgono un grande pubblico, prima inesistente, o meglio tenuto poco in considerazione, dallo stesso “settore strutturato”.

Anche per l'arte, l'accessibilità in Rete consente a tutti di avere informazioni aggiornate, conoscere le quotazioni di un artista, sapere dove si trova una galleria, quali artisti espone, qual è la sua programmazione culturale e molto altro, come trovare il migliore professionista per le specifiche esigenze.

Questa è una svolta recente che, è bene rammentare, si contrappone ad un mercato non normato, in cui l'opacità e l'asimmetria delle informazioni genera spesso il maggior ricavo degli operatori, lasciandogli un ruolo e un potere non sempre a favore del collezionista e fruitore.

Per lungo tempo i galleristi, con una stretta nicchia di professionisti, sono stati gli unici detentori del “sapere”, decretando il successo o meno del mercato di un artista.

Un monopolio che ha cominciato ad intaccarsi con la TV commerciale, con l'arrivo di un format come “Telemarket” e altri che diedero un prezzo dichiarato all'arte.

Una novità che procurò allora il grande sdegno degli operatori established, suscitando per contro, grandissimo interesse del pubblico il quale, comodamente seduto sul divano di casa, poteva acquistare opere d'arte, persino a rate, senza rischiare il “giudizio critico” di terzi.

In questo momento di crisi, dove il contatto fisico è limitato, colossi come Sotheby's, Christie's, Art Basel, il MoMA di New York, il Museo del Louvre e le gallerie d'arte più blasonate si stanno dotando di strumenti e competenze per la vendita, la comunicazione e la promozione dell'arte online.

Nuove strategie di vendita per raggiungere i propri collezionisti sparsi per il mondo, i quali in qualche modo possono testare, seppur forzatamente, questa “nuova esperienza virtuale” di approccio all'arte, che ora diventa unico accesso alla fruizione e acquisto delle opere.

Crescono per questo in modo esponenziale l'utilizzo di tour virtuali e online viewing room, la presenza di esperti nella comunicazione digitale, lo sviluppo di sistemi di e-commerce, la nascita di aste online, tutto come risposta strategica al danno economico, sociale e culturale che stiamo vivendo in queste ore.

La condizione più interessante, di tutto questo fermento, è che il web, l'online e la digitalizzazione, a differenza delle resistenze ben radicate nel mondo “fisico” dell'arte, accoglie a braccia aperte gli inediti contenuti  insieme ai nuovi e vecchi protagonisti.

Nello scenario della Rete per artisti, collezionisti, professionisti, musei, critici, giornalisti, curatori c'è sempre un pubblico, seppur minimo ma profilato, pronto ad ascoltarli; un'opportunità importante per noi addetti del settore, occasione per l'Arte, in questo momento storico contingente, di raggiungere il più alto numero di persone, favorendo una crescita partecipata e accessibile.

Quindi non ci resta che dare il “BENVENUTO NEL MONDO DELL'ONLINE”, perché non mi stancherò mai di dirlo: “L'innovazione nell'arte è di PROCESSO, non tecnologica”.
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"Fondatore e CEO della startup dell’arte Art Backers e di Art Rights, piattaforma per la gestione e certificazione delle opere d’arte e di ArtCollateral, primo escrow agent per l’Art Lending. Autore di libri, docente e speaker, ogni giorno parla e scrive di Arte & Innovazione come divulgatore e tramite ProfessioneARTE, la prima community online per i professionisti del mondo dell’arte".

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