Influencer, chi è oggi la Chiara Ferragni dell'arte?

Teresa Scarale
Teresa Scarale
24.12.2020
Tempo di lettura: 3'
Non si ha successo se non ci si ritaglia uno spazio da influencer Instagram, re Mida di moda e cosmetica. E l'arte contemporanea? Vi è un piccolo plotone di curatori e artisti che stanno costruendo il loro regno. I numeri non sono paragonabili a quelli delle fashion blogger, ma sono in crescita
Instagram, una giornata qualunque. Dopo la sbirciata di rito al profilo dell'influencer del cuore, alle architetture dei sogni e alla spiaggia più bianca, ci si potrebbe imbattere in qualche foto che non è moda, non è stile, non è glamour, non è ironia, non è attualità. Ma che, in un certo senso, è tutte queste cose insieme e anche oltre. È il caso dei post delle pagine degli artisti contemporanei o dei curatori. Irresistibili cofanetti di bellezza, provocazione, sarcasmo, poesia. E colore.
Si prenda l'account di Hans Ulrich Obrist. Il direttore artistico delle Serpentine Galleries di Londra, 329mila follower, attrae costantemente nuovo pubblico grazie ai suoi post che mixano ricordi personali legati agli artisti, ironia e sensibilità. Ma anche la fotografa di culto Cindy Sherman (334mila), fra le più pagate al mondo. L'artista – nota alla cronaca rosa anche per essere stata la compagna del fondatore dei Talkin' Heads David Byrne – affida ai riquadri del social fotografico il suo spirito caleidoscopico e provocatorio. O art advisor eclettici come Simon de Pury (214mila), ex collaboratore di Phillips e ora «curatore, fotografo, dj».

Oppure il gallerista Brett Gorvy (144mila). Quest'ultimo si è aggiudicato gli onori delle cronache dichiarando di aver venduto un Basquiat a 24 milioni di dollari nel 2016 dopo averlo postato sul suo profilo. Un bel guadagno: nel 2007 lo stesso dipinto venne battuto in asta per 7,3 milioni. Fra i profili più stuzzicanti figura @artdrunk, del coreano Gary Yeh. Una pagina giovane, gradevole e sinceramente curiosa dell'arte contemporanea. Infine, non si può non citare l'account commerciale @avant.arte, 2,2 milioni di seguaci per «la prossima generazione di collezionisti».

Certo, i numeri dei follower di questi profili non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli degli influencer più noti (Chiara Ferragni, nel momento in cui scriviamo, ne ha oltre 22 milioni). Ma non sono da sottovalutare, soprattutto considerando l'aspetto qualitativo di questa tipologia di utenza. Per esempio Cultureshock, agenzia britannica che cura la comunicazione di colossi come La Biennale di Venezia, Art Basel, Sotheby's, Louis Vuitton, segue non tanto il numero dei follower degli influencer d'arte quanto il comportamento dei trendsetter. Così, ha scoperto che i curatori delle maggiori gallerie mondiali seguono quelle che fanno ricerca, in modo da individuare e accaparrarsi nuovi talenti. Fra le tendenze attuali, molto forti la black art, le questioni politiche.

Tuttavia, non è ancora scattato il meccanismo – tipico del fashion e della cosmetica – di pagare un influencer per condividere un prodotto sul suo profilo. Le cose si stanno però cominciando a muoversi almeno per i libri d'artista, evidenziano da Cultureshock. E a volte anche un solo post basta a «ricordare» all'appassionato quanto gli piaccia un artista, suscitandogli il desiderio di contattare la galleria. Lo certificano Art Basel e Ubs. Nel primo semestre 2020 il 32% dei collezionisti ha acquistato attraverso Instagram, non canale diretto di vendita ma piuttosto mezzo per le loro richieste.

Vi sono poi artisti benedetti da “quel certo non so che”, per cui un solo post di una nuova opera fa impennare l'interesse degli utenti. Uno di questi è il rumeno Mircea Suciu (1978, quotazioni che vanno dai 1.500 ai 35.000 dollari, dati Artsy). «Quando postiamo un suo dipinto, notiamo un aumento di richieste» di informazioni che «a volte si trasformano in vendite», dichiara la sua gallerista al Sole24Ore. Servono natural born influencer, verrebbe da dire parafrasando il titolo di un film. Nel mondo dell'arte più che mai.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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