Anna Gervasoni (Liuc – Università Cattaneo): “L’attività di venture capital non si è fermata”.
Innocenzo Cipolletta (Aifi): “Il comparto dell’innovazione è un settore dove capitale privato e capitale pubblico vanno a braccetto”
“Abbiamo passato un anno terribile e siamo ancora in piena pandemia, ma questo non ha toccato, in senso negativo, il mercato del venture capital. O meglio, il settore è stato impattato all’inizio dello scorso anno, ma poi successivamente si è trovata una modalità di operare e di agire che ha permesso al mercato di attivarsi. Le cose, infatti, sono andate relativamente bene grazie a operatori privati ma anche grazie a un forte intervento del settore pubblico”.
Con queste parole, Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, ha aperto il 25 febbraio la presentazione del Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM 2020 sulle operazioni di venture capital in Italia, spiegando che da alcuni anni, Cdp e il governo, si stanno prodigando per questo settore e che nel 2019 e nel 2020 sono stati fatti dei passi in avanti molto significativi.
“Il comparto dell’innovazione è un settore dove capitale privato e capitale pubblico vanno a braccetto, non soltanto in Italia ma in tutti i paesi del mondo, perché siamo nella frontiera della ricerca, ambito in cui il settore pubblico gioca un ruolo di attivazione dei processi innovativi, mentre il privato è fondamentale nell’individuazione di quelli che possono essere i nuovi mercati che si aprono o le nuove metodologie e le nuove applicazioni di innovazioni”, ha proseguito Cipolletta, spiegando che per fare innovazione si devono mettere a fattor comune tutte le opportunità presenti nel nostro Paese: tech transfer, business angel, sistema pubblico e privato, corporate e venture capital. “Questa strategia è vincente e se ne vedono già i primi risultati: l’innovazione è uno dei driver imprescindibili per la crescita dei Paesi industriali perché permette di restare competitivi e fungere da stimolo per nuovi investimenti e nuovi consumi”.
E i numeri del 2020 che emergono dallo studio che è realizzato dall’Osservatorio Venture capital monitor – VeMtm (nato nel 2008 dalla collaborazione tra Aifi e Liuc – Università Cattaneo) sono rassicuranti. Il 2020 si è chiuso, infatti, con 234 operazioni (initial e follow on), in crescita del 58% rispetto ai 148 deal dello scorso anno, a fronte di un ammontare investito totale di 595 milioni di euro, in linea con i 597 milioni dell’anno prima.
“Il 2020 ha visto un rallentamento delle operazioni nel primo semestre, dovuto all’emergenza pandemica che ha visto gli operatori concentrarsi sul portafoglio; la seconda parte, al contrario, ha mostrato una accelerazione dell’attività, chiudendo l’anno con 200 deal initial e un incremento pari al 65% rispetto al 2019”, ha infatti puntualizzato Anna Gervasoni, professore Liuc – Università Cattaneo, a dimostrazione del fatto che “l’attività di venture capital non si è fermata”.
Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la regione in cui si è concentrato il maggior numero di operazioni (83) e che continua a crescere coprendo il 42% del mercato (era il 37% nel 2019). Seguono Lazio (11%) e Campania (9%).
Infine, dal punto di vista settoriale, il report ha messo in luce come l’Ict stia monopolizzando l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 46%, seguito dai servizi finanziari e dall’healthcare.
Anna Gervasoni (Liuc – Università Cattaneo): “L’attività di venture capital non si è fermata”.Innocenzo Cipolletta (Aifi): “Il comparto dell’innovazione è un settore dove capitale privato e capitale pubblico vanno a braccetto”
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