Venture capital, Cipolletta: “Obiettivo 1 miliardo entro il 2021”

Rita Annunziata
12.10.2021
Tempo di lettura: 5'
Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi intervenuto in apertura del VentureUp forum, gli investimenti di venture capital sono pronti a sfondare il tetto del miliardo di euro entro la fine dell'anno. Ma restano alcuni nodi da sciogliere

A livello globale si parla di un ammontare investito pari a 438 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno, mentre per l’Italia si calcolano 530 milioni di euro

Cipolletta: “È necessario favorire l’applicazione dell’innovazione. E i paesi che innoveranno saranno anche quelli più in grado di tradurre questa innovazione in nuove imprese”

Nell'ultimo anno abbiamo assistito a quella che Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi intervenuto a Torino in apertura del VentureUp forum (organizzato dall'associazione in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione Crt e Intesa Sanpaolo Innovation Center), definisce “un'esplosione di innovazione”. A livello globale si parla di un ammontare investito pari a 438 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell'anno, mentre per l'Italia si calcolano 530 milioni di euro nello stesso periodo. Dati che, nelle stime rivelate da Aifi, mostrano la Penisola sempre più vicina al traguardo storico del miliardo di euro entro la fine dell'anno.
“In genere abbiamo l'idea dell'innovazione come se fosse uno strumento necessario a restare competitivi. È assodato che il mondo vada avanti innovando. Ma dobbiamo capire che i paesi industriali non vivono perché accrescono i loro consumi e le loro attività, ma crescono nella misura in cui i processi innovativi migliorano la qualità dei propri prodotti e li inducono in qualche maniera a cambiarli”, osserva Cipolletta. “Di conseguenza, è necessario favorire l'applicazione dell'innovazione. E i paesi che innoveranno saranno anche quelli più in grado di tradurre questa innovazione in nuove imprese”. In questo contesto, interviene Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt, i processi di innovazione e il mondo della finanza sono strumenti per sostenere la crescita e lo sviluppo a vantaggio degli investimenti proprio nell'economia reale. Ma l'ingente mole di risparmio congelata sui conti correnti degli italiani necessita di essere traghettata “dal momento della proprietà a quella dell'investimento a sostegno delle imprese” con “provvedimenti e agevolazioni”.
Le fondazioni di origine bancaria, aggiunge, stanno a loro volta tentando di rispondere a questa spinta all'innovazione e agli investimenti. Stando a un recente rapporto di Itinerari previdenziali, sono infatti i maggiori investitori istituzionali in economia reale domestica con il 44,36% del patrimonio investito. “Anche il nostro mondo, certamente non da solo ma coordinato con altre realtà di carattere bancario e non solo, può e deve dare dunque il proprio contributo: utilizzando l'innovazione e la finanza a sostegno dell'economia reale e di una nuova società di consumatori che sia il più possibile sostenibile e che vanti le caratteristiche indicate dall'Agenda 2030 e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”, spiega Quaglia.

Secondo Enrico Resmini, amministratore delegato di Cdp venture capital, lo stesso Pnrr sta ponendo una grande attenzione ai “cambiamenti che l'umanità sta affrontando” consentendo alle startup di “beneficiare dei cantieri di innovazione” aperti. Ma l'azione del governo, precisa, non basta. “Per un mercato forte, tutti gli investitori istituzionali e privati devono iniziare a guardare a questo ecosistema non come gruppi di ragazzini e ragazzine chiusi nella cantina di un garage ma come aziende in grado di crescere e digitalizzarsi. Ognuno deve fare la propria parte, sostenendo i fondi di venture capital e le stesse startup a lavorare anche con le piccole e medie imprese del territorio per aiutarle a innovare”, osserva Resmini. Ed è sul tema della collaborazione che insiste anche Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo. “Il Pnrr rappresenta un'opportunità irripetibile per il rilancio del nostro Paese, per riportarlo su quel sentiero di sviluppo sostenibile e duraturo attraverso riforme e investimenti cercando di rimuovere quegli squilibri e quelle barriere che ne hanno frenato la ripresa in questi anni. Ma è necessaria un'alleanza tra tutti i player in gioco”.

Per raggiungere il traguardo del miliardo di euro investiti in innovazione, conclude Cipolletta, bisogna sciogliere infine quattro nodi: favorire i processi d'investimento attraverso la leva fiscale; introdurre incentivi per le exit a beneficio dell'acquisizione di startup e pmi innovative da parte di soggetti corporate; favorire la creazione di fondi di fondi; e incentivare i fondi pensione e di previdenza. “Il taglio d'investimento per i fondi illiquidi per gli investitori non professionali è oggi di 500mila euro. Per la Francia si parla di 150mila euro. Si potrebbe portare la soglia di accesso sui 100mila euro, allargando in questo modo la platea dei risparmiatori. Ne stiamo discutendo con Banca d'Italia, Consob e Mef. Ci auguriamo che, con il supporto di tutti, riusciremo a raggiungere questo obiettivo”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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