Startup: Italia “pronta per poter scalare” ma il venture capital rimane elemento chiave

Virginia Bizzarri
Virginia Bizzarri
30.11.2019
Tempo di lettura: '
L'Italia è “pronta per poter scalare” ma servono più investimenti di venture capital, soprattutto per le startup early stage. L'intervista ad Alessandro Sordi, amministratore delegato  e co-founder di Nana Bianca

Sebbene negli ultimi anni si sia sviluppato un ecosistema a supporto dell'innovazione e delle giovani imprese, per Sordi, il punto debole dell'Italia rimane la carenza di venture capital

Il Fondo nazionale innovazione porterà alla nascita di nuovi VC con un  conseguente aumento di capitali,  e una distribuzione territoriale “più capillare”

Una “giovane Nazione pronta per poter scalare". Così, Alessandro Sordi, amministratore delegato e co-founder di Nana Bianca, definisce l'Italia nell'attuale scenario innovazione e startup.

Player come Nana Bianca, di cui Sordi è co-founder insieme a Paolo Barberis e Jacopo Marello, ricoprono sicuramente un ruolo importante in questo contesto. Uno “startup studio” nel cuore di Firenze che agisce da venture builder per aiutare e far crescere modelli di business che possano scalare, grazie al digital marketing. Inoltre, nel 2017, dalla collaborazione tra la Fondazione Cr Firenze e Nana Bianca, con il supporto della Fondazione per la ricerca e l'innovazione dell'Università degli Studi di Firenze, è nato Hubble, un programma di accelerazione della durata di 4 settimane che ha recentemente aperto le candidature per la sua sesta edizione, mettendo a disposizione dei 10 progetti che verranno selezionati un totale di 500 mila euro.

Intervistato da We Wealth, Sordi sottolinea come l'indicatore principale della crescita del Paese sul fronte startup, sia la nascita di un ecosistema a supporto dell'innovazione e delle giovani imprese, costituito non solo dalle startup ma da vari attori, tra cui quelle società che si sono occupate di "creare la comunicazione e i contenuti di questo ecosistema che ha bisogno di essere raccontato” e cita come esempio “StartupItalia”.

Un ulteriore indicatore positivo, continua Sordi, è costituito dal fatto che, piattaforme di equity crowdfunding come "MamaCrowd", per la prima volta fanno " 4/5 aumenti di capitale al mese in crowdfunding, anche per milioni di euro" facilitando ulteriormente il finanziamento di nuove realtà imprenditoriali.

Nonostante lo scenario promettente, siamo ancora molto indietro rispetto a paesi come Francia e Inghilterra, soprattutto in termini di investimenti. Il nostro punto debole? La carenza di venture capital, che sono una decina e per lo più concentrati su Milano. Sordi evidenzia come questo porti a spostare gli investimenti su società più mature e meno rischiose avvicinandosi “più a un modello di private equity che di venture capital”, a scapito del modello “fai partire l'Italia” che per Sordi dovrebbe essere la mission dei VC sulle startup.

Benchè siano tutte società di grandissima volontà ed expertise professionale, essendo poche, si crea inevitabilmente un meccanismo a circolo chiuso dove gli investimenti vengono fatti in maniera molto prudente perché non c'è competizione e c'è paura di sbagliare” e continua “se si guarda alla sola città di Berlino ci sono 35 VC, quindi per poter trovare casi di investimento è statistico che devi andare a investire anche in società effettivamente scale up”,  ovvero, nella fase “early stage”. In Italia invece, visto il numero limitato di VC le scelte ricadranno su investimenti meno rischiosi: “se ho la coda di società che vogliono investire con me è inevitabile che io vada a scegliere quelle più sicure” conclude Sordi, spiegando come per far cambiare le cose sia necessaria l'entrata in gioco dello Stato.

Su quest'ultimo punto, il Fondo nazionale innovazione, fresco di nomine, è pronto a sostenere startup, scale up e pmi innovative in Italia, con circa 1 miliardo di euro da investire attraverso lo strumento del venture capital. "Un'operazione senza precedenti, un miliardo di euro, che l'ecosistema dell'innovazione aspettava da anni". Così l'ha definita il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un'intervista al Corriere della Sera, assicurando che l'iniziativa partirà entro l'inizio della prossima settimana. Secondo Sordi, il Fondo dovrebbe portare alla nascita di tanti VC che “si stanno sicuramente preparando, organizzandosi per creare questi contenitori di investimento che andranno a presentare al Fondo nazionale dell'innovazione per raddoppiare o comunque incrementare il basket disponibile”. Oltre ad un aumento di capitali, a detta di Sordi, questo porterà a una distribuzione territoriale “più capillare” e fondamentale nell'investimento dei venture, perché, inevitabilmente, le ricadute degli investimenti fatti sulle startup sono molto “local”. Se fino ad oggi, Milano ha fatto la parte del leone, la futura nascita di fondi in altre città è vista da Sordi in modo molto positivo in quanto “faciliterà l'emergere di progetti che prima non avevano possibilità di accedere al mercato piccolo che c'è stato finora”.

Cosa vorresti fare?