Un’analisi di McKinsey rivela a che punto siamo quando si parla di diversity nelle società di private equity statunitensi. Non solo con riguardo al genere
Le persone di colore rappresentano il 16% degli uomini e circa un quinto delle donne nelle società di private equity
Solo il 15% della c-suite è al femminile (a fronte del 24% della Corporate America). Le managing director rappresentano il 20%
Nell’ultimo anno, sull’onda delle proteste razziali scatenate dall’uccisione di
George Floyd a Minneapolis (in Minnesota), numerose società di private equity statunitensi hanno accelerato i propri sforzi nel segno dell’inclusione. Non solo con riguardo alle differenze etniche ma anche a quelle di genere. Ancora molto, però, resta da fare. Specie quando si tratta di donne ai vertici.
Secondo una recente analisi di McKinsey dal titolo
The state of diversity in Us private equity,
le persone di colore rappresentano unicamente il 16% degli uomini e circa un quinto delle donne nelle società di private equity. Quote che scivolano all’11% quando si parla della c-suite (termine che indica le cariche più alte all’interno della società che solitamente iniziano con la lettera “c”, come chief executive officer, chief financial officer, chief operating officer e chief information officer) a fronte del 20% della Corporate America.
La situazione cambia nel caso delle figure professionali junior. Stando all’analisi, infatti, le società di private equity risultano in questo caso etnicamente più diversificate rispetto alle big company statunitensi. Un dato legato principalmente a una maggiore assunzione di asiatici, che oggi rappresentano oltre il 60% delle persone di colore nelle società di private equity e il 24% della forza lavoro junior (a fronte del 13-14% delle grandi aziende). Tra l’altro, a dispetto dei venti contrari della crisi pandemica, le società di private equity hanno conosciuto anche un’impennata della percentuale di donne bianche che hanno fatto il loro ingresso nel settore (sia in qualità di associate che di senior associate).
Quanto alle senior, tuttavia, solo il 15% della c-suite delle società di private equity è al femminile (a fronte del 24% della Corporate America). Le managing director rappresentano il 20% (contro il 27% delle grandi aziende), le vice-presidenti il 37% (a fronte del 35%), le senior associate il 44% (41%) e le associate o entry-level il 53% a fronte del 48%. Per le direttrici, infine, si parla in entrambi i casi del 30%.
In questo contesto, continua McKinsey, il 54% delle donne investitrici ritiene che la propria carriera sia limitata a causa del proprio genere. E lo stesso vale per le possibilità di promozione. Coloro che invece credono che la propria promozione non sia influenzata dal genere raggiungono il 38% mentre appena l’8% considera il proprio genere un vantaggio. Statistiche che rispecchiano anche la realtà nelle società di private equity statunitensi: nel 2020 tre donne e sei uomini su 100 sono stati promossi a presidenti e una donna e cinque uomini su 75 sono stati promossi a managing director. Nel 2019 si parlava rispettivamente di due donne e 11 uomini su 100 e zero donne e sette uomini su 75.
Le persone di colore rappresentano il 16% degli uomini e circa un quinto delle donne nelle società di private equitySolo il 15% della c-suite è al femminile (a fronte del 24% della Corporate America). Le managing director rappresentano il 20%
Nell’ultimo anno, sull’onda delle proteste razziali sc…
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