Mercoledì al Salone del Risparmio si è tenuta la conferenza “Creare valore con i mercati privati”, durante la quale di è analizzato quali sono le evidenze dei mercati privati e le loro prospettive
Secondo uno studio di Quantyx Sim, l’irr realizzato dal private equity negli ultimi dieci anni si attesta sopra il 19%. Forte però è la dispersione di rendimento tra i vari fondi
“Quando si investe nei mercati privati è importante affidare la gestione a team che hanno ottenuto risultati anche in tempi impegnativi” ha commentato Philippe Minard
Con i mercati pubblici preda della volatilità, dopo quasi due anni di rialzo, gli investitori – non solo istituzionali – stanno guardando con sempre più interesse ai mercati privati. Gli asset alternativi hanno diversi vantaggi – non da ultimo dato il contesto attuale – quello di proteggere dall’inflazione e di essere meno sensibili ai sali e scendi del mercato. Il tutto con la “garanzia” di offrire rendimenti più elevati e di finanziare l’economia reale. I rischi, tuttavia, non mancano.
È quanto emerso dalla conferenza dal titolo “Creare valore con i mercati privati”, tenutasi mercoledì al Salone del Risparmio. Durante l’incontro sono intervenuti diverse personalità di spicco del settore tra cui Philippe Minard, amministratore delegato di Anima Alternative Sgr. Il presupposto di partenza è che quello italiano è un mercato che può offrire molte opportunità. “A fronte di circa 150 pmi quotate, le pmi attive sul mercato italiano sono più di 150 mila, cifra che scende a circa 9 mila applicando dei rigidi criteri di selezione: la platea è decisamente più ampia” ha commentato Minard che ha puntualizzato come rispetto a quello pubblico si tratta ad ogni modo di un investimento molto diverso e più complesso, a partire dall’analisi fino ad arrivare alla negoziazione. Per questo motivo “è importante affidare la gestione a team di gestione che hanno ottenuto risultati anche in tempi impegnativi”.
Dello stesso avviso è Fabrizio Bianchi di Schroder Investment Management, secondo cui esiste la selezione del gestore è fondamentale in quanto nei mercati privati esiste una dispersione del rendimento molto maggiore rispetto ai mercati pubblici. “Dal 2008 ad oggi a livello globale, il primo quartile ha restituito tre volte il rendimento dell’ultimo quartile” ha commentato Bianchi. Il dato è confermato anche da una ricerca di Quantyx Sim, presentata durante la conferenza da Enrico Ascari, che evidenzia il profilo estremamente interessante del private equity. Dallo studio condotto tra il 2010 e il 2021 è infatti emerso come l’irr realizzato lordo (che comprende il valore di cessione) generato dal private equity si è attestato al 19,2%, con una deviazione standard del 18,75%. L’indice Ftse Italia Star (che include società italiane di media capitalizzazione con alti requisiti) nello stesso periodo ha registrato un irr del 16,9% con una deviazione standard del 21%.