Il 24 agosto del 1948, il The New York Times annunciò il lancio sul mercato statunitense di un nuovo fondo di investimento a opera di una società di Chicago, la Television Shares Management Corp. Una notizia che sarebbe passata pressoché inosservata se non fosse stato per la rivoluzione che tale strategia avrebbe contribuito a diffondere: la televisione. All’inizio considerata solo un lusso per pochi, nel giro di pochi anni la tv sarebbe infatti entrata nella quotidianità di milioni, e poi miliardi, di persone.
Il The Television Fund fu solo il primo di una lunga serie di fondi tematici, ovvero strategie che mirano a intercettare alcuni trend macroeconomici o strutturali capaci di andare oltre concetti tradizionali nel panorama degli investimenti, come quello del ciclo economico e del ciclo di vita delle aziende. Così, negli ultimi settant’anni i fondi tematici hanno camminato mano nella mano con i cambiamenti demografici e di consumo della nostra società, seguendone passo passo il progresso scientifico e tecnologico. Crescendo inoltre in termini di mercato: a dicembre 2021, infatti, le masse gestite in strategie tematiche a livello globale erano pari a 806 miliardi di dollari, di cui il 55% solo nel mercato europeo, secondo il Morningstar global thematic funds landscape 2022. Come orientarsi in questo scenario? Lo abbiamo chiesto a Natixis Investment Managers e a Thematics Asset Management, società affiliata di Natixis IM che dal 2019 si dedica alle strategie azionarie tematiche più innovative.
Quattro forze, due tendenze degli investimenti tematici
“Dal nostro punto di vista, sono quattro le forze che sottostanno al successo di un investimento tematico: le tendenze demografiche e sociali, l’innovazione, la sostenibilità economica e ambientale e la globalizzazione (o deglobalizzazione, negli ultimi anni)” precisano gli esperti. Quattro motori che si intrecciano oggi a due temi in particolare.
Megatrend n.1: la wellness economy
Il primo è quello del benessere” continuano. Nato già da prima della pandemia, ma rafforzatosi in seguito a questa, il tema della salute psicofisica è infatti sostenuto non solo dalla volontà degli individui
di mantenersi in salute in età avanzata, ma anche dal passaggio della sanità a un’azione basata sulla prevenzione invece che sulla cura, resa possibile grazie alle nuove tecnologie in ambito medicale”. Inoltre, il benessere è oggi molto più democratico: vi sono più informazioni a disposizione, così come opzioni più accessibili anche in termini di prezzi. Infine, con la crescita delle intolleranze alimentari e lo sfruttamento delle risorse naturali, la produzione sostenibile degli alimenti si rende
oggi sempre più necessaria.
Cos’è: La wellness economy è l’insieme delle industrie che consentono di incorporare nella vita quotidiana attività e stili di vita per il benessere, tra cui quello mentale e sul luogo di lavoro, l’attività fisica, le terme, l’alimentazione sana, la cura personale e la medicina preventiva
Qualche dato: Il valore del mercato globale del wellness si attesta a 1,5 miliardi di dollari secondo un report di McKinsey di aprile 2021, con un tasso di crescita del 5-10% all’anno.
Il benessere è un tema sempre più centrale per i consumatori di tutto il mondo, anche solo rispetto a 2-3 anni fa.
Megatrend n.2: la subscription economy
“Il secondo tema è invece quello della cosiddetta ‘economia dell’abbonamento’” aggiungono gli esperti di Natixis IM. Tale trend ha registrato una crescita interessante nel 2020, quando i consumatori hanno vissuto esperienze in modi alternativi a quello fisico, grazie ad abbonamenti a piattaforme di streaming, musica o di fitness, mentre le aziende hanno ad esempio adottato sempre di più soluzioni cloud. Tuttavia, la subscription economy intercetta un cambiamento già in atto da qualche decennio, che ha visto passare i consumatori da orgogliosi proprietari (ownership economy) a fieri utilizzatori (usership economy), ed è stimato in crescita futura anche grazie a nuovi valori centrali per i giovanissimi come l’accessibilità, la velocità e l’economicità. A questo contribuirà anche l’attenzione alla sostenibilità: i proprietari dei beni e servizi in abbonamento ne sono infatti anche i venditori, e a essi converrà ripensare temi centrali come il ciclo di vita e l’obsolescenza programmata di quanto offerto sul mercato.
Cos’è: La subscription economy è un modello di business in cui i consumatori (sia finali che aziende) sottoscrivono un abbonamento per accedere a una serie di servizi, come l’intrattenimento, il fitness o il cloud, e/o di beni, eliminando le problematiche legate all’obsolescenza dei primi e alla proprietà dei secondi.
Qualche datoL’economia della sottoscrizione nei 10 anni al 2021 è cresciuta di 4,6 volte rispetto all’aumento dell’indice Standard & Poor’s 500 nello stesso periodo, secondo il Subscription economy index (Sei) di Zuora. La crescita del fatturato del Sei 2021 era invece dello 16,2%, rispetto al 12% dell’S&P 500.
Dalla teoria alla pratica: come investire?
Due tendenze al centro di altrettante strategie tematiche sviluppate grazie all’expertise di Thematics AM e alle risorse esperte di Natixis IM: la prima, centrata sul Wellness, lanciata ad aprile 2021 e, la seconda, sulla Subscription Economy, sul mercato da dicembre 2019.