Rabitti (MSIM): la gestione attiva come risposta alla crisi

Gloria Grigolon
Gloria Grigolon
14.10.2020
Tempo di lettura: 5'
“Marcato ottimismo”: così Morgan Stanley IM si affaccia alla fine di un 2020 dai toni ancora incerti, con molte incognite sul piatto, ma altrettante opportunità da cogliere. Osservato speciale, l'azionario europeo

Grazie alla novità storica del Recovery Fund è possibile che si apra un decennio di nuovi investimenti per l'Europa

Gestione attiva significa differenziarsi dal proprio mercato di riferimento, grazie ad un insieme di strategie ad alta convinzione, attente alla fase di selezione dei titoli

Quali aspettative ci accompagneranno da qui a fine anno?


“Per definire l'attuale quadro di mercato utilizzerei l'espressione marcato ottimismo”, ha esordito Niccolò Rabitti, Head of Retail Distribution di Morgan Stanley Investment Management. Come mostrano infatti i più recenti dati di Morgan Stanley Research, “quella che abbiamo vissuto è stata una recessione molto profonda, con una ripresa che si prevede però più rapida di quanto si verificò a seguito della crisi del 2008”.

Nonostante il forte calo del Pil mondiale (atteso in ribasso nel 2020 del 4,9% annuo secondo il Fondo monetario internazionale), “è possibile un ritorno della produttività ai livelli pre-crisi tra il terzo e quarto trimestre 2020”, ha aggiunto l'esperto, “orizzonte che si estende al primo/secondo trimestre 2021 se si guarda alla schiera dei Paesi G10”.

Per fare un confronto, la Grande crisi finanziaria (Gfc) del 2008 vide un ritorno del PIL Globale ai livelli pre-crisi non prima del 2011.

Giunti a questo punto, si profilano nuove fasi di incertezza all'orizzonte?


Se da un punto di vista macroeconomico a dominare è l'ottimismo, “bisognerà vedere come i mercati interpreteranno i dati all'interno di un contesto ancora volatile”. Fattori quali una seconda ondata di contagi da Covid-19 e l'incertezza legata alle elezioni americane (non tanto al candidato che verrà eletto, quanto a ciò che accadrà ex post) accompagneranno i listini nel breve termine. “Ci aspettiamo quindi possibili vuoti d'aria dati da tali incertezze, in un quadro che però, strutturalmente, ci lascia abbastanza ottimisti”.

Come possiamo interpretare il rally del mercato azionario?


Alla luce del forte rally registrato dal mercato azionario a partire dalla seconda metà di marzo, “non crediamo che economia e mercati siano slegati”, ha proseguito Rabitti: “i mercati sono andati bene soprattutto in alcuni comparti. Ciò che ci aspettiamo è che la positività sulla ripresa macroeconomica di cui abbiamo parlato si estenda anche ad altri settori”, confermando non solo il trend di crescita registrato, tra gli altri, dalla tecnologia e dalle comunicazioni, ma spingendo al rialzo anche quei settori ad elevato potenziale penalizzati o rallentati dalla crisi.

Ci si riferisce sia al mercato statunitense, che a quello europeo?


In un confronto tra Stati Uniti ed Europa “c'è ottimismo per quanto riguarda gli asset europei, anche grazie alla novità storica del Recovery Fund. È infatti possibile che si apra un decennio di nuovi investimenti per l'Europa”.
Sebbene persistano incertezze su tempistiche e modalità di come verranno elargite le risorse comunitarie (750 miliardi di euro in tutto, di cui 209 all'Italia), “da un punto di vista azionario l'Europa diventa molto interessante”, cosa che potrebbe permettere al Vecchio Continente di guadagnare terreno là dove la crescita degli ultimi anni è stata mero appannaggio statunitense.

Qual è la strategia di Morgan Stanley IM per superare una fase di crisi?


“La risposta è la gestione attiva”, che può essere declinata in due modi.
Da un lato, “significa gestione dinamica e flessibile di una strategia, capace di adattarsi anche in maniera repentina al contesto di mercato, interpretandone e anticipandone i movimenti”. È il caso di strategie flessibili multi-asset o obbligazionarie, che devono dare risposte nel breve periodo.

Dall'altro, “gestione attiva significa differenziarsi dal proprio mercato di riferimento. In tal senso, essa racchiude un insieme di strategie ad alta convinzione, che prestano enorme attenzione alla fase di selezione dei titoli e che presentano un elevato active share, che misura quanto un fondo è differente dal proprio indice di riferimento (solitamente sopra l'80%)”. Un esempio è rappresentato dalle strategie long-only fully invested, che investono integralmente il capitale in sole posizioni in acquisto.

Gestione attiva: come cogliere le opportunità sul mercato europeo?


Europe Opportunity “è la strategia azionaria europea che Morgan Stanley Investment Management ha affidato al team di Kristian Heugh per riuscire ad essere competitivi anche sull'equity europeo. Le caratteristiche di questa strategia”, ha proseguito Rabitti, “sono quelle già illustrate: un portafoglio concentrato high conviction (24 posizioni in portafoglio), con un active share del 94% rispetto all'indice MSCI Europe”.

La gestione di un fondo come lo Europe Opportunity “non si basa su prospettive generali, ovvero su un approccio top down, ma si fonda sull'analisi fondamentale di un paniere di aziende che rappresentano le migliori opportunità di investimento in una determinata area geografica”.

Come superare le difficoltà dell'investimento azionario in Italia?


In un contesto italiano in cui l'investimento azionario è da sempre legato al concetto di rischio, un posizionamento tramite Piani di accumulo (Pac) o switch programmati può aiutare i clienti a prendere confidenza con lo strumento per gradi. “Da febbraio è partita una campagna che prevede che Morgan Stanley Investment Management si accolli tutti i costi fissi legati ai piani di accumulo. Di fatto il cliente non andrà a pagare né i costi legati all'apertura del piano, né dell'incasso delle rate successive”.

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