Il 42% dei consulenti finanziari italiani dichiara di gestire un portafoglio superiore ai 30 milioni di euro
Nei portafogli gestiti dai consulenti oltre la metà è in prodotti di risparmio gestito (51%), mentre la componente assicurativa pesa per un altro 29%
I consulenti finanziari italiani hanno in media 227 clienti e seguono 42 nuclei famigliari. Sono in gioco, di solito, patrimoni piuttosto consistenti, se si pensa che il 61% dei consulenti finanziari stima il patrimonio medio di ogni cliente in gestione al di sopra dei 120mila euro. Questo permette al 42% dei consulenti finanziari italiani di poter gestire un portafoglio superiore ai 30 milioni di euro. Sono i dati emersi dal primo sondaggio semestrale realizzato dal Centro studi e ricerche dell’Anasf, l’associazione di categoria, condotto fra su oltre 600 associati nel periodo maggio-giugno 2022.
Su quali soluzioni di investimento viene indirizzato il risparmio dei clienti? Oltre la metà del portafoglio è in risparmio gestito (51%), mentre la componente assicurativa pesa per un altro 29%. Contenuta, rispetto alla media nazionale, la quota destinata alla liquidità, ferma al 14%. Infine, un 8% va al risparmio amministrato.
Con queste premesse, oltre la metà dei consulenti (57%) nell’ultimo semestre è riuscito a conseguire ricavi compresi fra i 25.001 e i 90.000 euro, mentre un altro 22% e arrivato nella forchetta 90.001-200.000.
“Ciò che distingue la professionalità del consulente finanziario è la modalità di interazione con gli investitori”, ha dichiarato il presidente dell’Anasf, Luigi Conte, “la nostra categoria, anche dopo la pandemia e la crescita esponenziale dell’utilizzo degli strumenti digitali, continua a prediligere il rapporto personale con i propri clienti per almeno il 60% del tempo, rispetto ad una relazione digitale che, per quanto funzionale ad alcuni aspetti della consulenza, non sostituirà mai il fattore umano”.
Chi sono e a chi si rivolgono i consulenti finanziari
Il profilo di chi svolge il mestiere di consulente finanziario emerge con una certa chiarezza dall’indagine: è un uomo nell’88% dei casi, ha un’età media di 56 anni e in oltre la metà dei casi non è laureato (il 35% ha una laurea magistrale il 7% una laurea triennale il 4% dei consulenti finanziari ha un master). Le discipline economico giuridiche sono il background accademico più frequente, rappresentando il 67% degli studi svolti dai consulenti.
Il 61% dei consulenti finanziari sì è iscritto all’Albo almeno 22 anni fa, tra gli anni Novanta e il 2000. Ma anche i clienti degli advisor sono mediamente in là con gli anni: il 62% ne ha almeno 51 e oltre un quarto del totale ne ha più di 65.
“Il tema dello scarso ricambio generazionale, che caratterizza ormai tante professioni, non risparmia quella dei consulenti finanziari, in quanto gli under 41 oggi rappresentano solo il 3% della categoria”, ha commentato il presidente dell’associazione Luigi Conte, “l’associazione da anni ha messo in campo numerose iniziative per supportare la crescita di giovani talenti. E’ arrivato il tempo di un intervento sistemico per sostenere i giovani nell’avvicinarsi a questa professione”.