La pianificazione finanziaria con un PAC

22.9.2021
Tempo di lettura: 5'
Valorizzare l'allocazione di capitale nel tempo tramite Piani di Accumulo, un investimento capace di smorzare la volatilità di mercato, evitando il rischio di market timing, che si tratti di grandi o piccoli patrimoni
Gestione dinamica e flessibile, strategie ad alta convinzione e risposta attiva alle fasi di crisi, per un mercato che ancora preferisce la componente azionaria. Con Niccolò Rabitti, Head of Retail Distribution Italy di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), analizziamo un nuovo contesto di mercato, dove l'investitore, tra le incertezze del periodo contemporaneo, ricerca sia nuove opportunità di investimento, che una bassa esposizione ai rischi di breve.
Da un punto di vista macro, siamo ancora in una fase di espansione del ciclo. I nostri analisti si aspettano che quello nel quale ci troviamo, iniziato ad aprile del 2020, sarà un ciclo più breve dell'ultimo registrato, durato oltre un decennio e cominciato a partire da giugno 2009 a seguito della Grande crisi finanziaria americana. Allora, avevamo visto una recessione e una ripresa molto lenta ed estesa nel tempo. Ora invece la recessione è stata più concentrata e severa in termini numerici, ma la ripresa è stata molto più elastica. Questo porta i nostri analisti alla convinzione che quello in essere sarà un ciclo economico più breve, più simile alla media storica, pari a 4-5 anni.
Su alcuni settori e alcuni mercati siamo già in una fase di mid-cycle. Lo vediamo da alcuni comportamenti degli investitori, alla ricerca di titoli di qualità. Secondo noi, il mercato azionario ha ancora spazio per crescere. Gli episodi di volatilità, comunque, non mancheranno a cavallo dei prossimi mesi. L'obbligazionario è invece l'asset class più delicata, perché non beneficia del ritorno dell'inflazione e di un progressivo rialzo dei tassi di interesse. La nostra scelta è ancora quella di utilizzare l'obbligazionario per ammortizzare la volatilità e stabilizzare il portafoglio, utilizzando strategie in grado di gestire attivamente la duration.
Come anticipato, la domanda da parte degli investitori di titoli di elevata qualità è una dinamica che registriamo a livello globale. Come singole aree geografiche, resta forte la convinzione sull'Europa: crediamo in maniera strutturale in una crescita per il prossimo triennio, anche per via del Next Generation Europe, il piano di ripresa europeo da 750 miliardi di euro complessivi, che potrebbe avere un impatto sull'appetito degli investitori internazionali. Oltre alla conferma dell'Europa, ricompare forte il tema dell'Asia (e della Cina). Nel primo semestre, Pechino ha affrontato diverse problematiche: la regolamentazione, ad esempio, sul settore dei pagamenti online e dell'e-commerce, ma anche l'afterschool tutoring e, più in generale, il tema legato alla gestione dei dati in mano alle aziende. Questo ha creato delle correzioni e ha frenato possibili trend di crescita, ponendo le basi per nuove occasioni di acquisto nei prossimi 3-5 anni.
Da inizio anno si è parlato tanto di rotazione settoriale o di stile. Alcuni investitori sono usciti dal growth per passare al value; altri restano in attesa di capire come girerà il mercato. In generale, non crediamo che si sia trattato di una vera e propria rotazione settoriale. Preferiamo piuttosto definirla una 'rotazione concettuale' ovvero un cambio di stile di vita: gli investitori hanno abbandonato i temi del working-from- home dopo averli apprezzati, tornando a titoli più tradizionali. Da quando c'è stato l'annuncio dei vaccini, diffusi a partire da fine 2020, il trade che molti hanno impostato è stato vendere ciò che ha performato bene in pandemia e comprare ciò che ne ha scontato negativamente gli effetti. Quello a cui non crediamo è che questo del re-opening trade sia un trend strutturale. E' durato un trimestre, o qualche mese di più, ma siamo convinti che, tra gli altri, temi quali l'e-commerce proseguirà nei prossimi anni.
Partiamo da un quadro più ampio: in che fase di mercato ci troviamo oggi?
Da un punto di vista macro, siamo ancora in una fase di espansione del ciclo. I nostri analisti si aspettano che quello nel quale ci troviamo, iniziato ad aprile del 2020, sarà un ciclo più breve dell'ultimo registrato, durato oltre un decennio e cominciato a partire da giugno 2009 a seguito della Grande crisi finanziaria americana. Allora, avevamo visto una recessione e una ripresa molto lenta ed estesa nel tempo. Ora invece la recessione è stata più concentrata e severa in termini numerici, ma la ripresa è stata molto più elastica. Questo porta i nostri analisti alla convinzione che quello in essere sarà un ciclo economico più breve, più simile alla media storica, pari a 4-5 anni.
In questo ciclo economico, qual è la view predominante in termine di posizionamento?
Su alcuni settori e alcuni mercati siamo già in una fase di mid-cycle. Lo vediamo da alcuni comportamenti degli investitori, alla ricerca di titoli di qualità. Secondo noi, il mercato azionario ha ancora spazio per crescere. Gli episodi di volatilità, comunque, non mancheranno a cavallo dei prossimi mesi. L'obbligazionario è invece l'asset class più delicata, perché non beneficia del ritorno dell'inflazione e di un progressivo rialzo dei tassi di interesse. La nostra scelta è ancora quella di utilizzare l'obbligazionario per ammortizzare la volatilità e stabilizzare il portafoglio, utilizzando strategie in grado di gestire attivamente la duration.
Azionario di alta qualità: in quali aree gli analisti MSIM individuano le principali opportunità?
Come anticipato, la domanda da parte degli investitori di titoli di elevata qualità è una dinamica che registriamo a livello globale. Come singole aree geografiche, resta forte la convinzione sull'Europa: crediamo in maniera strutturale in una crescita per il prossimo triennio, anche per via del Next Generation Europe, il piano di ripresa europeo da 750 miliardi di euro complessivi, che potrebbe avere un impatto sull'appetito degli investitori internazionali. Oltre alla conferma dell'Europa, ricompare forte il tema dell'Asia (e della Cina). Nel primo semestre, Pechino ha affrontato diverse problematiche: la regolamentazione, ad esempio, sul settore dei pagamenti online e dell'e-commerce, ma anche l'afterschool tutoring e, più in generale, il tema legato alla gestione dei dati in mano alle aziende. Questo ha creato delle correzioni e ha frenato possibili trend di crescita, ponendo le basi per nuove occasioni di acquisto nei prossimi 3-5 anni.
Tornando per un attimo al tema della rotazione settoriale, quali dinamiche ritenete saranno preponderanti nei prossimi mesi?
Da inizio anno si è parlato tanto di rotazione settoriale o di stile. Alcuni investitori sono usciti dal growth per passare al value; altri restano in attesa di capire come girerà il mercato. In generale, non crediamo che si sia trattato di una vera e propria rotazione settoriale. Preferiamo piuttosto definirla una 'rotazione concettuale' ovvero un cambio di stile di vita: gli investitori hanno abbandonato i temi del working-from- home dopo averli apprezzati, tornando a titoli più tradizionali. Da quando c'è stato l'annuncio dei vaccini, diffusi a partire da fine 2020, il trade che molti hanno impostato è stato vendere ciò che ha performato bene in pandemia e comprare ciò che ne ha scontato negativamente gli effetti. Quello a cui non crediamo è che questo del re-opening trade sia un trend strutturale. E' durato un trimestre, o qualche mese di più, ma siamo convinti che, tra gli altri, temi quali l'e-commerce proseguirà nei prossimi anni.
Si conferma quindi il valore aggiunto di una gestione attiva...
Assolutamente sì. I nostri gestori hanno fatto proprio il concetto di gestione attiva, andando a focalizzarsi su poche aziende con un approccio bottom-up e creando portafogli concentrati, con un elevato active share, ovvero una percentuale di differenza del portafoglio rispetto al benchmark di riferimento superiore almeno all'80% (che sale al 90% quando si analizzano nel dettaglio i fondi Morgan Stanley IM). E' utile ribadire come la gestione attiva in ambito azionario non significhi modificare il portafoglio in base a quello che avviene nel breve periodo. Significa rimanere investiti a prescindere dalle dinamiche di mercato, in un'ottica di almeno 3-5 anni.
E' questa la modalità di investimento del team di William Lock, Head of International Equity Team, che annovera fondi quali Global Brands, Global Quality, Global Sustain, Global Brands Equity Income; si tratta di portafogli che vanno a comprare aziende di elevata o elevatissima qualità.
Gestione attiva e ad alta convinzione sono alla base anche della divisione Counterpoint Global, che gestisce strategie come US Advantage, US Growth, Global Insight, nonché i team Global Opportunity, Europe Opportunity e Asia Opportunity.
Un'ampia gamma di opportunità, che tuttavia espone al rischio di volatilità e market timing. Da dove nasce l'offerta dei Piani di accumulo MSIM rivolta al mercato italiano?
Quando abbiamo pensato a come affrontare gli anni futuri, abbiamo posto al centro del nostro processo di investimento il comparto azionario. Ci era chiaro che l'asset class obbligazionaria avrebbe potuto non apportare al portafoglio grande beneficio. Questo vale soprattutto in un contesto come quello italiano, dove la priorità dell'investitore è storicamente quella obbligazionaria (meno esposta a rischi e adatta a profili più bilanciati). Per rispondere a tale esigenza abbiamo quindi proposto Piani di accumulo (Pac), il modo migliore per aumentare la componente azionaria in modo graduale, senza prendere troppo rischio da subito.
In cosa si sostanzia l'offerta Pac di MSIM e come si inserisce nel mercato?
Per far sì che i nostri Pac avessero una marcia in più rispetto al resto del mercato, abbiamo integrato a febbraio 2020 una modifica strutturale della nostra offerta: Morgan Stanley IM ha iniziato a farsi
carico di tutti i costi fissi legati ai piani di accumulo (in sede di sottoscrizioni iniziale del Piano, ma anche dei costi amministrativi legati alle singole rate successive).
La nostra idea non è quella di una campagna a termine, ma di una modifica strutturare della nostra offerta di Pac per gli investitori italiani. I numeri parlano da soli: quest'anno lo stock dei nuovi Piani di accumulo di MSIM ha superato i 200 mila, rispetto ai 50 mila Pac attivi a febbraio 2020, con una durata media complessiva di mantenimento dell'investimento di circa dieci anni.
L'interesse verso il prodotto si unisce inoltre all'elevato standing della gamma azionaria Morgan Stanley IM. Basti pensare che, dei tre prodotti azionari più distribuiti in Italia in termini di masse, secondo i
dati Assogestioni, due sono di MSIM: si tratta del Global Brands Fund e del Global Opportunity Fund.
Articolo tratto dal magazine We Wealth di settembre 2021