L’investimento in start-up è sempre più un tema di portafoglio anche per gli investitori retail italiani in cerca di rendimento e diversificazione
In Italia il venture capital ha chiuso il 2021 a 1,9 miliardo di euro investiti in start-up: si tratta della prima volta in cui è stata infranta la soglia del miliardo di euro investiti
Player con track record importanti e diversificazione sono due ottimi alleati anche per gli investitori con patrimoni più contenuti
Era il 1948 quando la società d’investimento Television Shares Management lanciò il primo fondo tematico della storia, The Te- levision Fund. Obiettivo dei gestori era cavalcare la rapida crescita del settore, che allora constava della sola trasmissione in bianco e nero e contava appena un milione di apparecchi tv in tutti gli Stati Uniti. Seppur la scommessa risultò vincente, l’innovazione finanziaria apportata dalla società non attecchì nel mercato, tant’è che lo stesso fondo pochi anni più tardi cambiò strategia: puntare sul più ampio comparto tecnologico. L’adozione diffusa degli etf, accompagnatasi alla corsa a internet, nella prima decade del nuovo millennio cambiò le carte in tavola.
Come l’innovazione di anno in anno si è fatta sempre più veloce e dirompente, gli investitori hanno iniziato infatti a fare scommesse sugli ultimi trend del momento, dall’intelligenza artificiale alle criptovalute. E così la presenza sui mercati dei fondi tematici – fondi che hanno come obiettivo proprio quello di prendere esposizione sui trend più promettenti del futuro – nell’ultimo decennio è triplicata arrivando a pesare per il 2,7% di tutti i fondi azionari.
Secondo Morningstar, nello stesso periodo gli asset investiti in questi fondi sono più che decuplicati, passando da 71 a 800 miliardi di dollari. La pandemia ha acuito la fame d’innovazione degli investitori. Solo nel 2021 sono stati lanciati 589 nuovi fondi tematici, più del doppio del precedente record di 271 nel 2020, portando il totale a 1952. L’Europa, e non gli Stati Uniti come verrebbe forse naturale pensare, è l’avamposto dell’investimento tematico. La quota del Vecchio Continente sugli asset investiti in fondi tematici è passata dal 2002 al 2021 dal 15% al 55%, mentre quella del Nuovo Continente nello stesso perio- do è scesa dal 51% al 21%. Quanto alle performance, l’analisi di Morningstar ha scoperto come molti fondi tematici abbiano accumulato rendimenti impressionanti dall’inizio della pandemia, con più della metà dei fondi tematici che ha sovraperformato l’indice Morningstar Global Markets negli ultimi tre anni. Tuttavia, il track record di questi fondi non è altrettanto convincente con solo il 39% dei fondi tematici che hanno battuto l’indice sui cinque anni. Negli ultimi 15 anni, tre fondi tematici su quattro hanno chiuso, mentre solo uno su 10 è sopravvissuto, sovraperformando l’indice.
Come si spiega dunque questa crescita dell’universo tematico? Per Luca Mainò, co-fondatore di Consultique, questi strumenti stanno avendo successo negli ultimi tempi per una serie di fattori. “Da un lato la crescita della domanda soprattutto da parte degli investitori più giovani, che guardano maggiormente al lungo periodo e si appassionano ad alcuni temi, dall’altro lato la necessità degli emittenti di differenziare la propria gamma, dato che le esposizioni classiche sono già ampiamente coperte dai colossi che sono presenti sul mercato da molto più tempo. Assistiamo alla nascita di case specializzate in Etf tematici che si affiancano alle case più grandi” spiega Mainò. Quali invece sono le aree più calde del momento? In primis c’è l’investimento Esg. “Circa la sostenibilità, i veri e propri tematici coprono principalmente le energie rinnovabili, l’idrogeno, l’elettrificazione e le esposizioni ad impatto ambientale e sociale positivo”, spiega Mainò che sottolinea come invece i grossi player si stiano concentrando nel rendere più sostenibili le esposizioni tradizionali, ad esempio allineando gli indici agli accordi di Parigi. Un secondo tema è quello delle criptovalute, tema “che negli ultimi anni è stato coperto da vari Etn su valute e token digitali, soprattutto Bitcoin ed Ethereum. Anche sul lato Etf sono nate esposizioni al mondo della blockchain, dei nuovi sistemi di pagamento digitale e al metaverso”. Per ultimo non si sbaglia scegliendo di prendere esposizione sul filone delle nuove tecnologie. “Dai semiconduttori all’e-learning, passando per temi più classici come la cybersecurity e la robotica, ma anche le tecnologie aerospaziali (satelliti), l’Internet of Things e il Fintech, sono moltissimi i temi interessanti su cui investire” continua Mainò.
Ad ogni modo l’investimento tematico non è un investimento privo di rischio. Molti dei temi seguono infatti tendenze di breve periodo ed inseguono l’hype del momento. “Considerando che questi Etf sono azionari, il trading di breve periodo espone a molti rischi e nell’ottica della consulenza finanziaria trova poco spazio, mentre è molto più interessante l’utilizzo dei temi per prendere posizione su obiettivi di lungo periodo. Per alcuni dei nostri clienti più sensibili all’argomento abbiamo consigliato il tema della tecnologia informa- tica, quello dell’energia, dell’ambiente, i trend demografici e legati all’innovazione in ambito sanitario e le tendenze dei consumi globali come la crescita dei paesi emergenti”. Infine, poiché navigare da soli l’universo investibile espone al rischio di confondere bolle di mercato con trend vincenti, è importante rivolgersi a dei professionisti. “I Consulenti Fee-Only e le Scf, per policy e metodologia, dispongono della più ampia gamma di strumenti finanziari e i clienti danno loro totale visibilità sull’intero patrimonio. La nostra architettura è “fully open”, con un database aggiornato di oltre 160.000 strumenti. Dal 2004 abbiamo ideato un metodo di valutazione che è diventato un sistema di rating pubblicato ogni settimana su Plus24 del Sole24Ore e che valuta con cadenza trimestrale tutti i prodotti quotati sul mercato Etf Plus di Borsa italiana secondo tre variabili: capacità di replica, liquidità e costi. Lo strumento utilizzato dai Consulenti Fee-Only e dalle Scf è la “Fee-Only Platform”, un hub che contiene ricerca indipendente, software di financial planning, compliance, digital onboarding e corporate” conclude Mainò.
(articolo tratto dal magazine We Wealth di maggio)