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Rischio e italiani: aumenta se si introduce un fattore
Tali discrepanze, seppur non altamente significative, possono spiegarsi se si introduce in campo l’obiettivo principale dei risparmiatori italiani secondo quanto individuato dalla ricerca di Invesco: l’investimento in attività capaci di generare reddito, centrale per il 53% degli intervistati. Nel nome dell’income, infatti, gli investitori si dicono anche disposti ad alzare l’asticella del rischio. Seguono sicurezza (importante per il 51% dell’unità del campione) e conservazione del capitale (focus per il 42%).
Obiettivo n.1: generazione di reddito
Dell’importanza della generazione di reddito come obiettivo primario degli investitori italiani è facile accorgersi, dato che circa un quarto (24%) del patrimonio gestito dai consulenti italiani è attualmente investito in prodotti income. Una allocazione che, secondo Invesco, potrebbe crescere lievemente nei prossimi due anni fino a toccare il 28% del totale. Il valore di tali strategie sembra essere riconosciuto anche dagli stessi advisor, dato che il 24% dei consulenti finanziari concorda sul fatto che una fonte costante di reddito sia preferibile rispetto alla crescita del capitale. Inoltre, dallo studio di Invesco si evince come tre quarti degli advisor (74%) abbiano raccomandato prodotti income ai propri clienti negli ultimi 12 mesi.
Come aumentare l’adozione dei prodotti income
Tuttavia, secondo i consulenti l’investimento in prodotti income presenta ancora alcune barriere. Il 66% degli advisor riporta infatti che a frenare i clienti è l’incertezza della mancata realizzazione del reddito (nel 66% dei casi), seguita dal panorama di bassi tassi di interesse (42%) e dall’aspettativa di costo rispetto ai rendimenti di risparmio investimento (39%), ovvero la presenza di commissioni e costi continui rispetto a rendimenti decrescenti. A trattenere invece i consulenti nel proporre tali strategie è invece la scarsa conoscenza di tali strategie da parte dei clienti (ragione principale per il 63% degli intervistati), seguita dalla preferenza per altri prodotti/approcci di investimento (61%) e la difficoltà nel riconoscerne i benefici (40%). Dati che suggeriscono “un ampio spazio di miglioramento sia da parte dei consulenti, che delle case di gestione”, si legge nella ricerca. “Fornendo materiale educativo, che evidenzia chiaramente i benefici delle strategie income, le società di gestione patrimoniale possono aiutare i consulenti a superare due di questi problemi”.