Fondi esg, più costosi di quanto si pensi? E intanto i gestori…

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
6.2.2023
Tempo di lettura: 3'
Secondo un articolo del Wall Street Journal i fondi esg costano più di quanto si pensi. E, quanto alle performance, sono gli stessi gestori che non credono nell'investimento sostenibili

Da un punto di vista ambientale più pulito, socialmente più giusto, governato meglio: è questo il mondo che le istituzioni, le aziende e i cittadini sognano. In un acronimo, un mondo “esg”. Eppure a ben vedere quando si tratta di investimenti – stando alle ultime ricerche – non è necessariamente detto che per gli investitori sia una strategia ottimale sotto il profilo rischio-rendimento. I fondi green sarebbero infatti più costosi degli altri e gli stessi gestori - quando si tratta di mettere a rischio i propri risparmi - non puntano sui titoli esg, sebbene spesso se ne facciano fregio. 


Ad evidenziare la poca convenienza dei fondi è stata un’analisi del Wall Street Journal. Stando al quotidiano americano infatti le commissioni effettive di un fondo esg medio possono essere tre volte superiori a quelle dichiarate. Ciò è dovuto al fatto che questi fondi non sono affatto così puri come si dichiara: ovvero si paga per la sostenibilità, ma la sostenibilità effettiva in portafoglio è una quota relativa.


Wall Street vede esg 


Nei cinque anni conclusosi il 31 dicembre, gli investitori hanno aggiunto circa 64,6 miliardi di dollari ai fondi comuni e ai fondi negoziati in borsa che utilizzano strategie esg per investire in azioni statunitensi. Nel frattempo, gli investitori hanno sottratto 92,2 miliardi di dollari a tutti gli altri fondi azionari statunitensi. La maggior parte di questi fondi cerca di evitare le aziende che emettono un inquinamento eccessivo, consumano preziose risorse naturali, soffocano i sindacati, sminuiscono la parità di genere e così via. Il risultato è inevitabile: tendono a privilegiare il software e la sanità, mentre si allontanano dal petrolio e dal gas. Secondo Morningstar, i fondi azionari sostenibili statunitensi hanno il 22,1% del loro patrimonio in tecnologia e il 15,4% in sanità, ma solo il 2,6% in energia. I fondi non esg, invece, detengono il 18,7% in tecnologia, il 14,3% in sanità e il 5,7% in energia.


Performance in linea con quelle del mercato


Non c'è da stupirsi che i fondi verdi abbiano sovraperformato negli ultimi cinque anni, guadagnando in media l'8,1% all'anno, mentre i fondi non sostenibili sono cresciuti del 6,9%. Per la maggior parte di questo periodo, il settore tecnologico e quello sanitario hanno registrato un boom, mentre l'energia è rimasta indietro. L'anno scorso, tuttavia, il settore tecnologico è crollato insieme alla maggior parte del mercato, mentre i titoli energetici sono stati gli unici a vincere. I fondi verdi hanno perso il 19,7%, facendo peggio dei fondi convenzionali, che hanno perso il 18,1%. Solo uno studio su sei sui fondi esg inoltre ha rilevato che questi portafogli hanno ottenuto risultati significativamente migliori della media. Le ragioni potrebbero essere molteplici: dalle valutazioni eccessive all’incapacità dei gestori di individuare le società più promettenti, al fatto che molto spesso i portafogli sostenibili non si discostano molto da quelli non sostenibili. In media, secondo un nuovo studio di Harvard, i fondi esg hanno il 68% del loro patrimonio investito nelle "stesse identiche" partecipazioni dei fondi non esg. 


E intanto i gestori...


A conferma del fatto che l’investimento sostenibile non sia una strategia particolarmente redditizia, uno studio dello Swiss Finance Institute ha evidenziato come gli stessi gestori, quando si tratta di investire i propri risparmi, non scelgono la via della sostenibilità. Secondo gli autori, i fondi in cui i gestori sono coinvolti, tendono ad avere una proporzione significativamente inferiore di titoli esg con rating elevato rispetto ai loro omologhi. Ciò suggerisce che questi gestori non credono che questi titoli possano offrire rendimenti superiori. 


 "Nel complesso, la nostra analisi indica che i gestori di fondi non si aspettano che le strategie esg offrano una maggiore performance corretta per il rischio", si legge nel documento. "Ciò suggerisce che la popolarità di queste strategie nel settore dei fondi comuni d'investimento è guidata principalmente dalla domanda dei clienti, ovvero dalla possibilità che i gestori di fondi possano attrarre flussi più elevati inclinando i loro portafogli in una direzione più esg".




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Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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