Educazione finanziaria, i giovani italiani asini assoluti

8.5.2020
Tempo di lettura: 2'
Puntuale come le pagelle, arriva l'ennesima ricerca Ocse che dipinge i giovani italiani come estremamente impreparati nell'educazione finanziaria di base. E la nota ancora più dolente è che le ragazze fanno peggio dei ragazzi. Dati che, nel complesso ci mettono alla pari di un paese in via di sviluppo
Oltre un quinto (20,9%) dei giovanissimi italiani presenta carenze gravi nelle conoscenze finanziarie basilari
A raggiungere un livello eccellente di preparazione è solo il 4,5% degli studenti. A livello internazionale, la media è più che doppia
Secondo il Global Financial Literacy Excellence Center, l'istruzione finanziaria degli italiani adulti è più simile a quella dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che a quelli Ocse
Più di un terzo (36,1%) della gioventù italiana dichiara di amare l'economia. In sé, non si tratta di un dato né positivo né negativo: non tutti amano scrivere ma tutti sanno farlo. La faccenda diventa però drammatica se si testano le più elementari conoscenze concrete di finanza. Oltre un quinto (20,9%) dei giovanissimi italiani presenta carenze gravi nelle conoscenze finanziarie basilari (negli altri paesi Ocse la media è del 14,7%).
A raggiungere un livello eccellente di preparazione è solo il 4,5% degli studenti. A livello internazionale, la media è più che doppia: il 10,5% dei giovani possiede un'educazione finanziaria eccellente. Lo rivela l'Ocse, dopo aver intervistato 117.000 studenti quindicenni di 20 paesi.
Ma non è finita. Purtroppo l'indagine Ocse segnala ancora un grosso divario di genere, l'ennesimo. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presentò la sua prima ricerca di questo tipo nel 2012. Già allora, nell'ambito dei 20 Paesi intervistati, l'Italia era l'unica a presentare delle differenze fra maschi e femmine. L'ultima edizione, appena presentata, si riferisce ai dati consolidati del 2018, e la situazione non è migliorata.
Nei paesi Ocse, il 54% dei quindicenni ha un conto corrente bancario e l'80% di loro è in grado di comprendere un documento finanziario. Il 45% possiede un bancomat o una carta di credito, quasi i tre quarti (73%) ha già effettuato acquisti online, il 39% invece ha avuto esperienza di pagamenti in mobilità (col telefono). Non è difficile scoprire il motivo. La quasi totalità (94%) dei ragazzi dichiara infatti che tutta loro educazione finanziaria arriva dalla famiglia: è là che si annidano ignoranza e disparità. Secondo il Global Financial Literacy Excellence Center, l'istruzione finanziaria degli italiani adulti è più simile a quella dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che a quelli Ocse. Però, introducendo la materia nelle scuole – come accaduto in Portogallo – la scolarizzazione finanziaria aumenta notevolmente.
Ma non è finita. Purtroppo l'indagine Ocse segnala ancora un grosso divario di genere, l'ennesimo. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presentò la sua prima ricerca di questo tipo nel 2012. Già allora, nell'ambito dei 20 Paesi intervistati, l'Italia era l'unica a presentare delle differenze fra maschi e femmine. L'ultima edizione, appena presentata, si riferisce ai dati consolidati del 2018, e la situazione non è migliorata.
Il paragone col mondo sviluppato è impietoso. Ma c'è una via d'uscita
Nei paesi Ocse, il 54% dei quindicenni ha un conto corrente bancario e l'80% di loro è in grado di comprendere un documento finanziario. Il 45% possiede un bancomat o una carta di credito, quasi i tre quarti (73%) ha già effettuato acquisti online, il 39% invece ha avuto esperienza di pagamenti in mobilità (col telefono). Non è difficile scoprire il motivo. La quasi totalità (94%) dei ragazzi dichiara infatti che tutta loro educazione finanziaria arriva dalla famiglia: è là che si annidano ignoranza e disparità. Secondo il Global Financial Literacy Excellence Center, l'istruzione finanziaria degli italiani adulti è più simile a quella dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che a quelli Ocse. Però, introducendo la materia nelle scuole – come accaduto in Portogallo – la scolarizzazione finanziaria aumenta notevolmente.