Le aziende che si preoccupano della diversità vantano anche prestazioni migliori nel mercato azionario
Plakman: “I settori che ottengono un buon punteggio sono piuttosto numerosi ma IT, sanità e consumi sono probabilmente i più avanzati”
Quanto a Robeco, interviene Plakman, l’idea è di investire unicamente in aziende che danno un contributo positivo al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. E, per ciascun settore, di investire esclusivamente nel gruppo di aziende (50%) che vanta una valutazione migliore in termini di uguaglianza di genere e che si posizionano dunque nella parte alta del ranking. “In linea generale, siamo abbastanza neutrali rispetto al settore. Tuttavia, in alcuni di essi è più difficile trovare aziende veramente valide dal punto di vista della parità di genere. Controlliamo anche i bias di crescita e di valore e ci assicuriamo di avere un portafoglio di 50-70 nomi con correlazioni relativamente basse per costruire una selezione ben diversificata”. Tra i settori che vantano un buon punteggio in termini di diversity, segnala Plakman, si distinguono l’IT, la sanità e i consumi. “In generale, la società che investe nella diversità può avere un profilo molto vario”, precisa. Ma, aggiunge, le aziende europee tendono a preoccuparsi maggiormente della parità di genere, specie quelle scandinave.
A intervenire sul tema anche Soliane Varlet, gestore del fondo Mirova Women Leaders Equity, affiliata di Natixis investment managers, che spiega infine come il primo obiettivo di una strategia d’investimento sia quello di fornire rendimenti solidi in un dato periodo di tempo, combinati con il raggiungimento di obiettivi a impatto positivo sul fronte sociale. E non solo. “Nel nostro caso, tra le priorità extra-finanziarie del fondo, vi è la promozione della rappresentanza femminile all’interno dei ruoli apicali e dei consigli d’amministrazione. Dal punto di vista concreto, nella fase di stock selection e di costruzione del portafoglio della nostra strategia azionaria tematica globale, prendiamo in esame la percentuale di donne nel consiglio d’amministrazione della società in questione e ci focalizziamo su due ambiti specifici: l’equilibrio generale tra la rappresentanza femminile e l’organico complessivo e il numero di donne in ruoli di amministratori delegati oppure di chief financial officer”.