Il valore degli AuM dei primi 20 fondi pensione al mondo – pari al 40,7% del totale globale degli AuM della categoria – nel 2018 è sceso dell’1,6%
Gli asset gestiti (AuM) dai 300 maggiori fondi pensione al mondo sono diminuiti dello 0,4% nel 2018, assestandosi a 18.000 miliardi di dollari
A livello globale gli asset dei primi 20 fondi pensione sono investiti prevalentemente in azioni (44,5%), seguite da obbligazioni (37,2%) e strumenti alternativi e liquidi (18,3%)
Un calo ancora più rilevante se si considera che il valore degli AuM dei primi 20 fondi pensione al mondo – pari al 40,7% del totale globale degli AuM di questa categoria – nel 2018 è sceso dell’1,6%. Per i top 20 si tratta del primo calo registrato dal 2012.
A scattare la fotografia dell’andamento dei maggiori fondi pensione a livello globale è l’ultimo report del Thinking Ahead Institute, World 300. Lo studio riporta anche buone notizie. Il tasso di crescita dei primi 20 fondi pensione al mondo, tra il 2013 e il 2018 è infatti rimasto positivo e pari al 4,7%. Una percentuale superiore al tasso di crescita del 3,9% per i primi 300 fondi a livello globale nello stesso periodo.
“Condizioni di mercato più difficili nel 2018 hanno comportato una sospensione della crescita dell’AuM, ma di fondo rimane per i mercati pensionistici in tutto il mondo il trend rimane di crescita”, spiega Bob Collie, responsabile della ricerca del gruppo Thinking Ahead.
“Il ritmo del cambiamento nel mondo degli investimenti è una sfida e la scala è un enorme vantaggio in molti modi”, ha aggiunto Collie, riferendosi al fatto che i fondi pensione tendono a avere masse molto più ingenti rispetto agli altri veicoli di investimento.
“Molti degli sviluppi più interessanti e importanti iniziano con dai fondi di maggiori dimensioni e dal momento che le nuove idee di investimento”, come l’approccio total portfolio, “prendono slancio in questi strumenti, influenzano l’intero mercato”. È “particolarmente significativo il fatto che la maggior parte dei fondi più grandi sottolinei oggi l’importanza della sostenibilità”, aggiunge Collie.
Ad spiccare negli ultimi anni sono stati soprattutto i mercati emergenti. Negli ultimi 10 anni quattro nuovi operatori provenienti da paesi dei mercati emergenti sono entrati nella top 10, 3 dall’Asia e 1 dall’Africa. I fondi pensione sovrani e del settore pubblico rappresentano il 68,5% dell’AuM totale nella classifica, con 145 fondi tra i primi 300. I fondi pensione sovrani rappresentano 5.100 miliardi di dollari di asset, mentre i fondi sovrani ne rappresentano 7.900 miliardi.
Uno sguardo regionale
Il Nord America rimane la più grande regione in termini di AuM e numero di fondi, pari al 45,2% di tutte gli asset considerati dal report di Thinking Ahead, seguita da Asia-Pacifico (26,2%) ed Europa (24,9%). Gli AuM dell’Asia-Pacifico e la percentuale rispetto al totale globale sono diminuiti dopo diversi anni di espansione. La percentuale riferita all’Europa è scesa al valore più basso in cinque anni.
Nello stesso periodo, gli AuM dei fondi dell’Africa e dell’America Latina sono aumentati dello 0,7%. Il Nord America ha registrato il tasso di crescita annuale più veloce nel periodo 2013-2018, pari al 5,8%, mentre l’Europa e l’Asia-Pacifico hanno registrato tassi di crescita annualizzati rispettivamente dello 0,5% e del 5,2%.
Un totale di 26 nuovi fondi è entrato tra i primi 300 negli ultimi cinque anni, con gli Stati Uniti che hanno contribuito al maggior numero netto di nuovi fondi (15). Al contrario, la Germania ha registrato la più elevata perdita netta di fondi nello stesso periodo (6). Gli Stati Uniti continuano ad avere il maggior numero di fondi nella classifica dei primi 300 (141), seguiti da Regno Unito (24), Canada (17), Australia (16) e Giappone (15).
I portafogli dei fondi pensione
Su una media ponderata realizzata sui primi 20 fondi pensione, gli asset sono investiti prevalentemente in azioni (44,5%), seguite da obbligazioni (37,2%) e strumenti alternativi e liquidi (18,3%). Guardando alle allocazioni medie ponderate per regione, i fondi dell’Asia-Pacifico investono prevalentemente nell’obbligazionario (53,8%), mentre quelli nordamericani sono in gran parte investiti in azioni (46,7%). I fondi europei hanno dimostrato un’allocazione più equilibrata tra azioni e obbligazioni, rispettivamente al 49,1% e al 36,2%.