Costruire portafogli sulla base dell’asset allocation geografica è una scelta subottimale. Oggi gli investitori ragionano più in termini di settori e di temi d’investimento
Nei primi nove mesi del 2021, la categoria di fondi che ha catturato più capitali è quella degli azionari settoriali e tematici: da sola ha fatto oltre la metà della raccolta nel risparmio gestito domestico
Nei private market BlackRock è già il quinto operatore a livello globale. L’obiettivo è di salire la classifica, fino alla terza posizione
Banche centrali in manovra e mercati in assestamento. L’innovazione tecnologica come minimo comune denominatore per le aziende che vogliono restare competitive. Interpreti di nuovi modelli di business, costruiti per declinare lo sviluppo, la crescita, lungo i binari della sostenibilità, ambientale, ma non solo.
In un mondo che cambia forma – e lo fa a velocità esponenziale – anche gli investimenti devono trovare nuove coordinate. Significa ripensare i portafogli, accogliere nuove idee. Abbracciare una prospettiva più ampia, che permetta di superare metodi, linguaggi, regole ormai imperfette, incapaci di leggere la realtà del mercato. Addirittura un po’ stonate, se si guarda al futuro. “Ha senso impostare tutta la strategia d’investimento sull’asset allocation geografica quando le aziende sono sempre più globali, vendono, cioè, in tutto il mondo, a prescindere dalla Borsa di quotazione?”. Luca Giorgi, managing director, head of iShares and wealth di BlackRock Italia, traccia le nuove coordinate dell’investimento.
Quante azioni Usa e quanta Europa? Quanti bond? Una volta per costruire i portafogli, si partiva da qui. È ancora la strada giusta?
Non è l’approccio corretto: molte aziende europee, ad esempio, hanno un giro d’affari globale. Ha poco senso, quindi, considerarle una pura espressione delle dinamiche in atto nel Vecchio continente. Oggi gli investitori ragionano più in termini di settori e di temi d’investimento, che non di geografie. Lo si vede molto chiaramente tramite l’analisi dei flussi. Nei primi nove mesi dell’anno, la categoria di fondi che ha catturato più capitali è quella degli azionari settoriali e tematici: da sola ha fatto oltre la metà della raccolta nel risparmio gestito domestico (fonte: Assogestioni).
Quali settori e quali temi sono imprescindibili, oggi?
La tecnologia e l’healthcare hanno fatto la parte del leone nello sviluppo della raccolta, raggiungendo il 42% del totale, nella categoria dei fondi settoriali e tematici. Ma attenzione: se è vero che la diversificazione settoriale oggi paga meglio rispetto a quella geografica, non ci si può fermare qui: è meglio declinare le strategie d’investimento nei singoli temi che prendono forma all’interno di un determinato settore e permettono di cogliere una precisa tendenza strategica. Sono i cosiddetti megatrend, noi di BlackRock ne abbiamo identificati cinque: rapida urbanizzazione, evoluzione degli equilibri economici a favore dei mercati emergenti, cambiamento climatico e scarsità di risorse, nuovi assetti demografici e sociali. E poi c’è la rivoluzione tecnologica, che è al centro delle altre quattro tendenze.
I megatrend sono sostenuti da numeri incontrovertibili. Sono facili da capire. E supportano bene lo story telling della consulenza finanziaria…
Non solo. Permettono anche di dare una spinta alle performance di portafoglio, nel lungo termine, purché si salga a bordo proprio nel momento giusto, prima che una determinata tendenza abbia già trovato piena espressione.
Gli investimenti tematici, però, implicano un approccio nuovo. Come si integrano con le “vecchie” regole di costruzione dei portafogli?
Nella maggior parte dei casi, possono sostituire una parte della componente azionaria, che un tempo era dedicata alla diversificazione su base geografica. Oppure possono essere utilizzati in una logica di building block, cioè di singoli mattoncini che compongono l’asset allocation. Nei portafogli che si sviluppano su una componente centrale, core, e una satellite, invece, sono particolarmente adatti a quest’ultima e consentono di scommettere sui temi del futuro. Nella parte core, invece, stanno tornando protagoniste le strategie multi-asset, che, non a caso, rappresentano la terza categoria di maggior successo sul fronte della raccolta nel corso del 2021. Ad ogni modo, è necessario tenere costantemente monitorata la gestione del rischio, tra i vari stili d’investimento. Senza dimenticare che la tecnologia ha un’impronta tipicamente growth (privilegia cioè titoli ad alta crescita, meno difensivi ndr).
E la sostenibilità? Che ruolo gioca nei portafogli?
È un approccio trasversale che può trovare espressione nei singoli temi d’investimento, all’interno dei vari settori: pensiamo all’economia circolare, all’innovazione nel settore dei trasporti o al tema della nutrizione. Tutti ambiti nei quali, non a caso, la tecnologia ha un ruolo importante. Forse il modo più efficace di investire nel tech, oggi, è proprio attraverso i diversi temi legati allo sviluppo sostenibile.
Nel mondo degli investimenti sostenibili, però, c’è ancora bisogno di chiarezza. Come si può fare?
Innanzitutto bisogna ricordare che c’è chi sulla sostenibilità vuole rifondare l’industria del risparmio e sta investendo enormi risorse. Su questo fronte la normativa sta indubbiamente aiutando: nel 2022 arriveranno i requisiti di secondo livello della Sfdr, la direttiva europea che mira ad aumentare la trasparenza nel mercato degli investimenti sostenibili. È importante, inoltre, che l’offerta sia ampia e abbracci soluzioni con caratteristiche diverse, in grado di rispondere a bisogni più o meno sofisticati dell’investitore, e a livelli più o meno ambiziosi in termini di impegno sul piano della sostenibilità: dai fondi tematici a impatto, come quelli dedicati al cambiamento climatico e alle energie sostenibili, alle strategie che puntano sulle aziende impegnate sul fronte della decarbonizzazione.
Quali sono le nuove frontiere della sostenibilità?
Gli investimenti nei mercati privati a impatto: quelli focalizzati sugli asset illiquidi, con un impegno esplicito e misurabile sul piano dello sviluppo sostenibile.
Qual è il vostro posizionamento sui private market?
Siamo già il quinto operatore a livello globale in questo segmento. L’obiettivo è di salire la classifica, fino alla terza posizione. I mercati privati restano un’area estremamente interessante dove trovare nuove fonti di rendimento e di diversificazione dei portafogli. Devono essere compresi bene dai consulenti finanziari e dagli investitori, perché presentano profili di rischio peculiari.
I mercati sono sempre più difficili da leggere. Servono nuove prospettive e nuovi strumenti per interpretare il cambiamento tecnologico. E bisogna aprirsi a inedite classi di attivo. Per orientarsi, i consulenti finanziari e gli investitori devono aggiornare costantemente le proprie competenze. Che supporto ricevono dall’industria dell’asset management?
Noi abbiamo costruito un ricco programma di live: ogni martedì, insieme a Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia, raccontiamo la nostra view di mercato, condividendo scenari e idee d’investimento con oltre 3.000 consulenti. Nel primo trimestre del 2022 partirà un roadshow live che toccherà Roma, Milano, Torino e Bologna. Ogni tappa sarà dedicata a uno specifico tema e sarà visibile non solo dai consulenti presenti in sala, ma anche in tutta Italia, via streaming. Anche questo è fare innovazione.