World Economic Forum 2021, al via un decennio di tumulti

Teresa Scarale
Teresa Scarale
19.1.2021
Tempo di lettura: 3'
Nel suo Global Risks Report 2021 il Forum economico mondiale lancia l'allarme sulla pesante eredità del 2020, «l'equivalente emozionale di una maratona», per cui è a rischio la nostra «salute mentale». La pandemia non ha fatto che esacerbare fratture già presenti nel tessuto economico e sociale. Ma il rischio più grave resta il cambiamento climatico, per il quale non esiste vaccino

Divario digitale, erosione della coesione sociale e salute mentale sono al centro delle previsioni 2021 del Forum economico mondiale. un'eredità pesante che arriva dal 2020, ma i cui semi già si annidavano nel tessuto socio-economico del pianeta. Su tutti, grava il rischio del cambiamento climatico

Per 15 anni infatti il Wef ha avvertito il mondo sui pericoli delle pandemie. «Nel 2020, abbiamo visto che cosa significa farsi cogliere impreparati e ignorare i rischi di lungo termine»

I dati più recenti dell'organizzazione mostrano che l'impatto immediato del covid-19 sulla disparità e frammentazione sociale nei prossimi 3-5 anni minaccerà l'economia. «E nei prossimi 5-10 anni la stabilità geopolitica»

Occorre urgentemente dedicare tempo ed energia al riqualificare le proprie competenze lavorative. Costruire la resilienza costa

Divario digitale, erosione della coesione sociale e salute mentale sono al centro delle previsioni 2021 del Forum economico mondiale, presentate in conferenza stampa il 19/01/2021. Un'eredità pesante arrivata dal 2020, anno in cui si sono acuite ferite socio-economiche già presenti nelle dinamiche di sviluppo attuali. Su tutti, grava il rischio del cambiamento climatico, «per il quale non esiste vaccino», ammonisce Saadia Zahidi, managing director, World Economic Forum. Uno sguardo severo, quello degli economisti del Wef, derivante da anni di allarmi ignorati da parte di politici e opinione pubblica.
Per 15 anni infatti il World Economic Forum ha avvertito il mondo sui pericoli delle pandemie. «Nel 2020, abbiamo visto che cosa significa farsi cogliere impreparati e ignorare i rischi di lungo termine. La pandemia di covid-19 non solo si è presa milioni di vite, ma ha anche ampliato disparità già esistenti da molto tempo in termini di accesso alla sanità, economiche e digitali».

I dati più recenti dell'organizzazione mostrano che l'impatto immediato del covid-19 sulla disparità e frammentazione sociale nei prossimi 3-5 anni minaccerà l'economia. «E nei prossimi 5-10 anni la stabilità geopolitica». Purtroppo le giovani generazioni «sono le più colpite da questi sviluppi». Il che nell'immediato si traduce in termini di «peggioramento della salute mentale e disponibilità di mezzi di sussistenza». Ma i più giovani rischiano seriamente di «perdere completamente le opportunità del prossimo decennio».
Le categorie già svantaggiate prima della pandemia rischiano ora di non approdare più a una società equa, prosegue il rapporto del Wef. «Il divario fra chi ha e chi non ha rischia di ampliarsi e di mettere a rischio la coesione sociale». Tutti aspetti che «potrebbero ostacolare ulteriormente la cooperazione globale necessaria per affrontare le sfide di lungo termine come il peggioramento delle condizioni ambientali».

I grandi imputati sono i rischi ambientali, dall'incapacità di farvi fronte agli eventi climatici estremi, passando per le malattie infettive. A ciò si aggiungono la perdita di biodiversità, il peggioramento delle relazioni fra gli stati, la cybersicurezza, i livelli di benessere. Seguono poi l'indebitamento e la possibilità di un collasso infrastrutturale delle tecnologie dell'informazione.
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I rischi 2021-2030 secondo il World Economic Forum. Fonte: Global Risks Report 2021
Carolina Klint, risk management leader, Continental Europe, Marsh McLennan, osserva che la collaborazione transnazionale resta «l'unica medicina per aumentare la nostra resilienza» e che «le imprese dovrebbero riconoscere che i lavoratori sono esseri umani». Dal canto suo, Peter Giger, group chief risk officer, Zurich Insurance Group. Teme moltissimo il divario digitale. L'analfabetismo digitale rischia infatti di creare una «sottoclasse proletaria digitale». L'automazione riplasma mercato del lavoro, e occorre urgentemente dedicare tempo ed energia al riqualificare le proprie competenze lavorative. «Abbiamo visto come l'infodemia aumenti la polarizzazione» prosegue Giger. «Le persone sono sempre più disconnesse dalle élite politiche. Vi è il rischio sempre più concreto di un tech-clash, di un collasso tecnologico con restrizioni alla libertà personale su internet». Sono tutte sfide che vanno raccolte e vinte: «Costruire la resilienza costa», conclude il manager.
Il Global Risks Report 2021 è stato realizzato con il supporto del Global Risks Advisory Board del World Economic Forum. Ha inoltre potuto beneficiare della costante collaborazione con i propri Partner Strategici: Marsh McLennan, SK Group e Zurich Insurance Group e gli esperti accademici della Oxford Martin School (University of Oxford), della National University of Singapore e del Wharton Risk Management and Decision Processes Center (University of Pennsylvania).
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Fonte: Global Risks Report 2021, World Economic Forum
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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