Rispetto ai mesi pre-pandemici i mutui hanno registrato un’impennata del +3,35%, i prestiti finalizzati del +6% e i prestiti personali del +9%
Anno su anno i prestiti personali risultano in calo del -31%
Secondo un’analisi de lavoce.info, il sistema bancario ha usato oltre tre quarti delle garanzie pubbliche per ridurre i propri rischi e solo un quarto per aumentare la liquidità delle imprese
Pmi, decreto liquidità: vincitori e vinti
Ma cosa sta accadendo intanto sul fronte imprese? Mentre l’Associazione bancaria italiana rivela che le richieste inviate dagli istituti finanziari al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese siano sul punto di raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi di euro indicato dal governo, resta da chiarire chi ha effettivamente beneficiato della misura, dopo i primi iniziali scetticismi legati alla burocraticità dell’iter autorizzativo. Stando a un’analisi diffusa su lavoce.info da Rony Hamaui, professore a contratto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tra aprile e agosto gli impieghi erogati dalle banche alle società non finanziarie sono cresciuti di circa 15,4 miliardi. Nello stesso periodo, spiega, “il credito erogato dalle banche con garanzie pubbliche concesse da Mediocredito centrale e Sace ammontano a oltre 63 miliardi”. Di conseguenza, una prima approssimazione rivelerebbe che il sistema bancario abbia usato oltre tre quarti delle garanzie pubbliche per ridurre i propri rischi e solo un quarto per aumentare la liquidità delle imprese. In altre parole, rispetto al sopracitato obiettivo di 100 miliardi, le pmi avrebbero “ottenuto nuova finanza per poco meno di 25 miliardi”, precisa Hamaui.
Certo è, spiega l’esperto, che questi dati non dimostrano che il decreto liquidità non abbia centrato il suo bersaglio. Al contrario, “è molto probabile che, se non fosse stato emanato, le banche avrebbero drasticamente ridotto il credito alle imprese, con ovvie conseguenze sull’apparato produttivo e sulla caduta del prodotto interno lordo”, scrive Hamaui. “Tuttavia – aggiunge – è evidente che le banche abbiano tratto grande vantaggio dal decreto liquidità e ciò forse spiega la solerzia con la quale si sono mosse”. Un sistema, quello creditizio, che “tuttavia si troverà ad affrontare la peggiore crisi del secolo – tassi estremamente ridotti e crediti in default destinati a crescere – quando, tra la fine di quest’anno e il prossimo gennaio, 300 miliardi di moratorie concesse verranno a scadere”.