Vola il tech cinese: il Dragone è tornato benevolo?

Teresa Scarale
Teresa Scarale
17.3.2022
Tempo di lettura: 2'
Sorprende la performance incendiaria del Nasdaq Golden Dragon China nella giornata del 16 marzo 2022. Picco che non si aveva da 14 anni. Ci si chiede se la guerra Russia-Ucraina abbia spaventato anche Xi Jinping
Vola il Dragone, incurante della guerra? Sembrerebbe, almeno a guardare il +33% guadagnato dal Nasdaq Golden Dragon China nella sola seduta del 16 marzo 2022. La Borsa di Hong Kong nel complesso sale del 6,67% (indice Hang Seng), a 19.643 punti.

Era dal 2008 che non si aveva un simile picco delle quotazioni nel comparto dei tecnologici di Cina. Al calo tendenziale degli ultimi 14 anni, si era poi aggiunto il vero e proprio tracollo dell'ultimo anno e mezzo. Data simbolica è il 5/11/2020, quella del congelamento della quotazione di Ant Group (affiliata Alibaba) sui listini di Hong Kong e Shanghai, mossa costata al fondatore del gruppo, Jack Ma, 37 miliardi di dollari (valore stimato della raccolta).
Il pugno duro di Xi Jinping contro i nuovi miliardari (troppi, e troppo potenti a suo dire) aveva trasformato quella che era la terra delle opportunità azionarie tech in una landa infida per gli investitori internazionali. Che hanno iniziato un lento e inesorabile drenaggio dei capitali investiti nel tech del paese. Drenaggio che nella sua ultima massiccia manifestazione è costato alla piazza cinese 200 miliardi di dollari in tre giorni.

Così, complici anche i venti (e le fiamme) di guerra, il presidente dell'ex Celeste Impero e il suo entourage devono aver cambiato idea, o per lo meno atteggiamento: hanno dichiarato di voler "assicurare stabilità" agli investitori per il tramite di Liu He, plenipotenziario di Xi per quanto riguarda economia e finanza.

Vola il tech cinese: il Dragone è tornato benevolo?
Vola il tech cinese: il Dragone è tornato benevolo? Il rialzo azionario seguito alle dichiarazioni del governo cinese in data 16 marzo 2022

È un fatto che, da ottobre 2020, Alibaba ha perso più del 75% della sua capitalizzazione a causa della caduta di Jack Ma dalle grazie del governo nazionale. Ora la Cina promette di allentare la repressione normativa sulle tech corporation e di supportare i titoli immobiliari e tecnologici. La grave repressione del biennio passato dovrebbe essere solo un ricordo. Se fosse vero, si tratterebbe di un vero e proprio game-changer per il mercato azionario del Paese di Mezzo. Tuttavia gli analisti vedono ancora molti rischi nel panorama.

Gli Stati Uniti per dire mantengono una linea dura sulle quotazioni cinesi a Wall Street, insistendo sul fatto che le società quotate negli Usa dovrebbero fornire accesso completo agli audit. Viceversa, la minaccia è quella di essere cancellate dalla quotazione alla New York Stock Exchange.

Intanto, Alibaba ha guadagnato quasi il 37%, JD.com è balzato vicino al 40% e Didi, l'Uber cinese, ha guadagnato più del 41%. Saranno i prossimi giorni a dire se si tratta di una bizza della volatilità dei mercati oppure di una inversione di trend.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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