Ucraina e investimenti: il punto su yen, dollaro e Treasury Usa

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Sono alcune delle opzioni difensive tradizionalmente più popolari: quale ruolo possono giocare nella fase segnata dalla crisi ucraina

Dopo il recupero, per alcuni spiazzante, del mercato azionario dopo l'invasione russa dell'Ucraina lo scenario resta ancora denso di incertezze

Per stabilizzare il portafoglio i Treasury americani sono una tipica opzione e, a livello di valute, questa funzione viene ricoperta dal dollaro. Abbiamo raggiunto il consulente Edoardo Fusco Femiano (DLD Capital Scf) per capire se questi spunti restano validi anche oggi

Dall'invasione russa dell'Ucraina, avviata il 24 febbraio scorso, i mercati hanno attraversato più di una fase. L'aspettativa che l'inflazione e i tassi d'interesse saliranno più del previsto nel corso dell'anno ha rapidamente allontanato gli investitori dall'obbligazionario riportando l'attenzione sulle azioni. Poco sembra contare il fatto che le prospettive per la crescita economica globale sono decisamente peggiori rispetto a qualche settimana fa.

In questa fase, ha scritto l'analista e consulente autonomo Edoardo Fusco Femiano, fondatore di DLD Capital Scf, le incertezze sui futuri movimenti del mercato continuano essere molto elevate, nonostante si osservino elementi concreti di trend nuovamente rialzista. Nel frattempo, gli sviluppi del conflitto russo-ucraino, con le crescenti evidenze su possibili crimini di guerra accrescono le probabilità di nuovi inasprimenti delle sanzioni su Mosca.

“E' fondamentale mantenere un approccio massimamente flessibile, senza personali assunzioni, circa l'evoluzione del quadro di mercato”, ha concluso Fusco Femiano nella sua nota, dalla quale siamo partiti per approfondire alcune opzioni di carattere difensivo per il portafoglio.



Nella sua ultima analisi settimanale prevale ancora una visione particolarmente incerta sui prossimi movimenti di mercato. Alcuni analisti hanno osservato con una certa sorpresa il recupero dell'azionario in seguito all'invasione russa dell'Ucraina - sulle cause di questo recupero che idea si è fatto?

Una correzione compresa tra il 10% ed il 15% dai livelli di gennaio era stata prevista da molti. L'elemento di sorpresa viene dalla particolare resilienza del mercato azionario a fronte di una pluralità di fattori di rischio alcuni dei quali, come lo scoppio del conflitto in Ucraina, non previsti. Sul piano di quanto accaduto ai prezzi, gli internals degli indici americani hanno evidenziato molto chiaramente come, alla prima occasione, gli investitori siano tornati a comprare azionario. La ragione principale è l'assenza di alternative valide, l'eccessiva volatilità delle materie prime che, ricordiamolo, vengono da un decennio di magri rendimenti ed alta volatilità e, infine, un mercato obbligazionario che è in trend negativo da due anni. Come scritto lunedì, è ora necessaria una conferma da parte dei prezzi circa il fatto che il minimo del 15 marzo scorso sia un minimo di periodo in un mercato che è tornato in uptrend. Ciò detto, il contesto resta sfidante anche per l'azionario: il comparto value negli Stati Uniti offre un dividend yield basso, intorno all'1,3% annuo e l'Europa sconta l'incertezza geopolitica che ben conosciamo. Paradossalmente, il comparto growth Usa è quello che offre maggior valore in termini relativi, con molti titoli che sono lontani dai massimi degli ultimi dodici mesi.

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Date le incertezze, gli investimenti a quali valute dovrebbero essere maggiormente esposti? Come considerare, in particolare, dollaro e yen?

Sul piano valutario dobbiamo partire dal presupposto che siamo investitori europei e di conseguenza la nostra valuta di partenza resta l'euro. Nelle fasi di incertezza è noto che il dollaro Usa offre una certa protezione, soprattutto in combinazione con altri beni rifugio, come l'oro. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche i safe assets sono soggetti a cambi importanti di volatilità ed è quindi bene considerare questo fattore ai fini della loro inclusione in portafoglio. Quanto alle altre valute, lo yen giapponese in questa fase soffre di un'estrema debolezza dovuta ad una politica monetaria molto accomodante, anche a fronte di un contesto di crescente inflazione. Da investitore europeo ha probabilmente più senso considerare il franco svizzero come ulteriore forma di diversificazione, sempre nell'ottica di trovare strumenti che proteggano il portafoglio dai rialzi della volatilità.

L'obbligazionario ha avuto un primo trimestre particolarmente travagliato - in questo scenario che posto possono ricoprire i Treasury Usa in portafoglio? Può avere senso considerare/preferire le opzioni indicizzate all'inflazione?

Certamente le obbligazioni indicizzate all'inflazione possono essere uno strumento molto utile in questa fase ma, dobbiamo tenere a mente, che l'inflazione in queste dimensioni è qualcosa di assolutamente nuovo, se pensiamo agli ultimi 15 anni. Prevederla era tutt'altro che semplice: anche nel 2008 in molti hanno visto una prossima esplosione dell'inflazione ed invece siamo rimasti sotto i livelli d'inflazione target stabilite dalle banche centrali per molti anni. Negli ultimi anni i Treasuries Usa hanno svolto una funzione di stabilizzatore della volatilità del portafoglio, piuttosto che di strumento di generazione di reddito, ma è fondamentale comprendere che l'esposizione obbligazionaria va diversificata sia in termini di emittenti che di duration. La ricerca di un rendimento obbligazionario, sia pur minimo, ha spinto molti investitori a posizionarsi sulla parte a lungo termine della curva, la più sensibile ai movimenti dei tassi d'interesse, con le conseguenze che ora osserviamo. Ciò detto la correzione sul mercato obbligazionario dura da circa due anni ma, presto o tardi, tornerà ad essere un'opportunità d'acquisto, specie nel caso in cui l'inflazione dovesse rallentare.

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Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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