Trimestrali, il giorno dopo: è ora di puntare sulle banche Usa?

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
18.10.2022
Tempo di lettura: 3'
Le trimestrali delle banche Usa hanno restituito linfa a Wall Street. È il momento di puntare sui titoli bancari statunitensi?

Ricavi in aumento e profitti al ribasso, ma sopra le aspettative. Ovvero quanto basta per convincere gli investitori che lo stato di salute delle banche statunitensi è ancora buono. È quanto più o meno è emerso dalle trimestrali dei grandi colossi bancari americani, che quantomeno, almeno per Gabriel Debach, market analyst di Etoro, sono un buon auspicio per i mercati. Ecco i conti nel dettaglio

Le trimestrali delle banche Usa in dettaglio 


JPMorgan Chase: la più grande banca statunitense in termini di asset nell’ultimo trimestre ha approfittato dell’aumento dei tassi per generare maggiori entrate da interessi. Gli utili si sono attestati a 3,12 dollari per azione, battendo le stime di 2,88 dollari degli analisti intervistati da Refinitiv, mentre i ricavi hanno superato le stime di 32,1 miliardi di dollari, raggiungendo quota 33,49 miliardi di dollari. La banca ha dichiarato che l'utile del terzo trimestre è sceso del 17% rispetto all'anno precedente in quanto l'azienda ha aumentato le riserve per i crediti inesigibili di 808 milioni di dollari netti. 


Morgan Stanley: risultati più modesti per la banca newyorkese e non all’altezza delle aspettative degli analisti, soprattutto a causa di un crollo del 55% dei ricavi della divisione di investment banking e delle minori entrate derivanti dalla gestione degli investimenti. L’utile su base annua è sceso del 29% a 2,63 miliardi di dollari, i ricavi del 12% a 12,99 miliardi di dollari. 


Bank of America: ottima trimestrale invece per Bofa, i cui utili e ricavi hanno superato le aspettative grazie a un trading sul reddito fisso migliore del previsto e a un aumento del reddito da interessi, grazie ai mercati in crisi e ai tassi in crescita. L'utile del terzo trimestre è sceso dell'8% a 7,1 miliardi di dollari, o 81 centesimi per azione, in quanto la società ha registrato un accantonamento di 898 milioni di dollari per perdite su crediti nel trimestre. Il fatturato al netto degli interessi passivi è salito invece a 24,61 miliardi di dollari. 


Citigroup: bicchiere mezzo pieno per Citigroup, i cui utili sono scesi del 25% a causa dell'aumento degli accantonamenti per perdite su crediti e del crollo dell'investment banking. Tuttavia, il titolo è aumentato dello 0,65% dopo l’annuncio, in quanto di contro i ricavi (+8%) e gli utili per azioni sono aumentati più di quanto previsto dagli analisti, grazie all'aumento dei tassi di interesse. 


Wells Fargo: la banca californiana, con sede a San Francisco, ha dichiarato venerdì di essere ancora ai minimi storici per quanto riguarda le morosità sui prestiti, ma di aver deciso di accumulare riserve a causa del rallentamento dell'economia, il che ha ridotto gli utili. Nel trimestre conclusosi il 30 settembre, l'utile netto è sceso di oltre il 30% a 3,53 miliardi di dollari, o 85 centesimi per azione, rispetto ai 5,12 miliardi di dollari, o 1,17 dollari per azione, dello stesso trimestre dell'anno precedente.


Aumentano i ricavi ma anche gli accantonamenti


“Con il settore finanziario che viaggia a braccetto con l’evoluzione dei mercati statunitensi, da inizio anno l’Etf XLF registra un -20,72% rispetto al -21,76% dello S&P 500, la buona partenza nella stagione delle trimestrali per le banche rappresenta un buon auspicio per i mercati” commenta Gabriel Debach che tuttavia ammonisce: “Il settore se da una parte trae beneficio dai rendimenti obbligazionari più elevati, da miglioramenti sul margine d’interesse, da valutazioni prezzo/utili più economiche (circa 12x rispetto ai 19x dell’indice americano) e spazi per ampi dividendi, dall’altra, è controbilanciato dai crescenti rischi di recessione, da una minore attività di capital market, da una domanda di prestiti più bassa e da maggiori insolvenze. Proprio su quest’ultimo punto le trimestrali in questo 2022 hanno evidenziato un ritorno ad accantonamenti per perdite su prestiti, dopo quelli assistiti nel 2020”. 

 

È un buon momento per investire nei titoli bancari Usa? 

 

Gli attuali livelli consentono di poter valutare ingressi parziali sul settore, bilanciando le incertezze (credito, rallentamento economico e mercati finanziari) e opportunità (margine d’interesse, coefficienti patrimoniali e P/E economici) che il mercato sta concedendo. L’incertezza resta ancora padrona e i settori ciclici ancora instabili.

Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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