L’investitore medio retail nell’ultimo anno ha dovuto imparare a convivere con diverse fonti di volatilità di diverso tipo: da quella inizialmente indotta dall’avvento della pandemia a quella attuale da inflazione, passando per tutto il fenomeno delle meme stock. Per non essere sopraffatti dagli ampi movimenti di prezzo, gli investitori retail hanno imparato a mettere in pratica tecniche di risk e money management. Inoltre, seppur sempre stata ben presente, la loro presenza sui mercati si è acuita negli ultimi anni e questo trend sembra non essere destinato a fermarsi. L’intelligenza artificiale, la tecnologia, la maggiore accessibilità alle notizie sono tutti fattori che hanno accesso l’interesse di molte persone verso i mercati. Ora gli investitori retail devono fare i conti con una pandemia ai capitoli di coda a livello sanitario, ma i cui effetti nei mercati sono ben lontani dallo svanire, soprattutto in relazione al trading. Lo scenario iper-inflativo venutosi a creare in tutto il mondo durante e dopo la pandemia avrà ripercussioni per molto tempo ancora.
L’inflazione è tornata a livelli che non si vedevano dal 1990. Cosa cambia per gli investitori?
Lo scenario iper-inflativo a nostro avviso rimarrà almeno per tutta la prima parte del 2022, nonostante le banche centrali – il cui lavoro è proprio quello di tranquillizzare i mercati – continuino a rassicurare circa la natura transitoria dell’aumento dei prezzi. Da un punto di vista di investimenti, continuiamo a monitorare da vicino le materie prime e l’andamento dei prezzi dell’energia, considerando il loro impatto sull’inflazione. In un mercato di questo tipo le azioni tendono a performare meglio di titoli obbligazionari, a meno che questi non presentino specifiche clausole proprio a protezione dell’inflazione, ma ogni scenario potrebbe cambiare e sarà fondamentale diversificare e procedere con cautela. Infine un tema d’interesse sono gli investimenti reali, che attireranno sempre più capitali: a fronte di uno scenario inflativo, è bene non lasciare i soldi fermi, in quanto il potere d’acquisto viene a calare. Diversificare e gestire il rischio rimangono le parole d’ordine.
Con il bitcoin che raggiunge nuovi massimi ogni tre giorni, le criptovalute sono tornate sulla cresta dell’onda, con un’esplosione di notizie simile a quella avvenuta tra anni fa. L’interesse degli investitori credo proprio che rimarrà, in quanto le criptovalute incorporano temi digitali che probabilmente plasmeranno il futuro. Raccomandiamo comunque diversificazione e gestione del rischio: quello delle criptovalute è un ambiente finanziario non regolamentato, e c’è sempre il rischio di un regolatore o di una banca centrale o di un governo che un giorno decida di metterle all’angolo. Così come le prospettive di guadagno sono appetibili, le possibilità di perdita sono speculari. Un altro tema caldo sono alcune azioni dall’alto potenziale. Per citarne una su tutte, Tesla la quale si imbatterà in livelli di volatilità molto alti e simili a quelli dell’ultimo anno. Investimento che farà traballerà sulla sedia non pochi investitori. Infine come al centro di ogni tipo di decisione della maggior parte dei player finanziari, dalle borse agli asset manager, da New York ad Hong Kong, c’è il tema esg, credo che anche per gli investitori più piccoli la sostenibilità sia un trend da cavalcare.
Cosa cerca la clientela premium in un broker finanziario?
Innanzitutto fiducia e trasparenza. L’investitore ha bisogno di depositare i propri risparmi presso un broker di cui si può fidare, che non faccia problemi a rimborsare i fondi e che spieghi al cliente tutte le regole che esistono per investire, disinvestire, versare fondi, prelevare fondi e gestire il rischio. Inoltre, c’è bisogno di una piattaforma solida, robusta e stabile da un punto di vista informatico che permetta di gestire un portafoglio intero, magari composto da molte posizioni diverse, allo stesso momento. Infine, un buon broker deve fornire un servizio di account manager: al cliente deve essere data sempre la possibilità di poter parlare con qualcuno, di capire perché un investimento è andato male o peggio di come ci si aspettava.
Che ruolo potrà avere l’AI nella gestione degli investimenti?
L’intelligenza artificiale rivestirà un ruolo chiave nella gestione degli investimenti. In particolare potrà sostituire un trader nello svolgimento di alcune task che allo stato attuale un trader deve portare a termine manualmente ogni qual volta che fa un investimento. Ad esempio, l’AI permette di impostare dei parametri di rischio che vengono rispettati e attualizzati a seconda che cambiano le condizioni di mercato o le esigenze dell’investitore. Allo stesso tempo, è utile sempre creare un diario di trading, ovvero prendere nota di quello che in un periodo operativo o in una operazione è andato bene o è andato male. Un diario di trading che monitori la performance di un portafoglio e il comportamento stesso dell’investitore può essere fatto in automatico e bisogna approfittarne. È un compito complesso e demandarlo all’intelligenza artificiale è sicuramente un punto di forza per avere più tempo e ad approcciarsi agli investimenti nella maniera più tradizionale.