Per i mercati settembre è stato un mese da incubo, ancor più di quanto la stagionalità – settembre storicamente è il peggiore mese in termini di performance – avesse predetto a inizio mese. Con il tapering in vista, l’inflazione che avanza e lo scossone sui mercati emergenti arrecato dal collasso di Evergrande gli indici azionari hanno chiuso settembre come peggio non si poteva. A soffrire in particolare sono stati gli indici tecnologici, che hanno perso molto del terreno guadagnati nella prima metà dell’anno. Ma si sa, i ribassi, più che una minaccia per il portafoglio possono essere delle grandi opportunità di acquisto.
Il settore tecnologico, dopo essere stato il grande protagonista del 2020, occupa questo settembre il gradino più basso del podio per la peggior performance generata: i titoli tech presenti nell’S&P 500 hanno rintracciato del 7,1% rispetto alle valutazioni di inizio mese. Con riferimento al principale indice azionario statunitense solo i titoli dell’healthcare e del real estate hanno performato peggio, rispettivamente chiudendo al -8,1% e al 7,6%.
L’analista Dan Ives di Wedbush in una nota ha attribuito, in una nota ai clienti datata 5 ottobre, il pullback dei titoli tecnologici alla paura dell’aumento dei tassi di interesse e alla preoccupazione per le valutazioni dei titoli di crescita. Ha poi affermato che la pressione sui titoli tecnologici sarà “di breve durata” e che il settore salirà del 10% da qui alla fine del 2021. Intervistato da MarketWatch, ha detto che i risultati che arriveranno dalle trimestrali, se sarà confermata la tendenza delle scorse a battere le previsioni degli analisti, sarà un catalizzatore certo di corsi azionari al rialzo. Ecco perché comprare adesso (a sconto) i titoli tech può essere una buona idea d’investimento, nel breve termine, e un’ottima idea nel più lungo, come la trasformazione digitale si allargherà ad altre industrie.
I titoli tech che hanno perso di più
Sono diversi, per l’esattezza 20, i titoli tech che, seppur appartenenti a diversi settori – dall’informatica alla comunicazione, passando per i consumi discrezionali – hanno perso tra 3 settembre e il 4 ottobre tra il 10% e il 20%. Per quanto detto dunque potrebbero essere dunque tra i titoli che potrebbe dare le maggiori soddisfazioni da qua a fine anno.
