In considerazione del fatto che le sanzioni sono attive da febbraio, si può stimare che il Pil russo stia scendendo significativamente
Le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa, incidendo negativamente sulla produzione industriale
Le misure adottate dall’Ue e dagli Usa, principalmente, per
ostacolare l’avanzata della Russia in territorio ucraino, stanno cominciando a manifestare i loro effetti.
Ad avviso dell’Osservatorio sui Conti Pubblici, dell’Università
Cattolica di Milano, infatti, le sanzioni imposte al Cremlino starebbero danneggiando
l’economia della Federazione, incidendo al ribasso sul Pil e sulla produzione
industriale, nonché sull’inflazione. Quest’ultima sarebbe il doppio di quella
registrata nell’area euro.
Alla luce dei dati fino ad ora disponibili, relativi agli andamenti
dell’economia russa, sembrerebbe infatti, si legge nel report di Ocpi dal
titolo “Le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa”, che il Pil russo stia
scendendo significativamente.
Le principali organizzazioni internazionali già si erano espresse.
Segnatamente, rilevando per l’anno in corso, una caduta del Pil:
- dell’11,2 per cento rispetto al 2021, per la Banca Mondiale
- del 10,4 per cento, secondo la Commissione Europea
- del 10 per cento, ad avviso dell’Ocse
- dell’8,5 per cento, per il Fondo Monetario
Ma non è tutto. Il Ministero dello Sviluppo Economico russo
e la Banca Centrale di Russia hanno previsto un calo rispettivamente del 7,8
per cento e dell’8-10 per cento.
Da aprile, e poi ancora di più a partire da maggio 2022, il
tasso di crescita tendenziale della produzione industriale è diventato negativo
e, per quanto concerne il livello di inflazione tendenziale si sono registrati
valori molto alti a partire da marzo 2022; periodo in cui l’aumento mensile dei
prezzi è stato particolarmente alto.
Ebbene, dai dati finora disponibili sugli andamenti
effettivi dell’economia russa, in considerazione del fatto che le sanzioni sono
attive da febbraio, si può stimare che il Pil russo stia scendendo
significativamente. Ciò non significa, tuttavia, che anche la recessione si manifesterà con la medesima intensità e velocità. Infatti, ad avviso di Ocpi, la recessione potrebbe non
essere pesante quanto quella prevista dalle organizzazioni internazionali.