Negli ultimi due anni i mercati sono stati minacciati da varie fasi o previsioni macro economiche. Reflazione, inflazione, recessione, stagflazione sono solo alcune di queste. Il 2022 è stato un anno difficile per gli investitori, poiché il panorama è cambiato con grande frequenza e le principali banche centrali si sono lanciate in una corsa all’aumento dei tassi di interesse. Guardando ai prossimi anni cerchiamo di capire cosa sia la reflazione e come si deve investire nel caso di concretizzi.
La reflazione
Da non confondere con l’inflazione o la deflazione, la reflazione è soprannominata “un’inflazione buona” che è deliberatamente aumentata per alleviare gli effetti di una depressione. Una sorta di inflazione controllata a cui si può ricorrere per proteggere l’economia del paese da gravi rischi ed effetti. Di solito è un effetto diretto di una politica monetaria concepita per espandere l’output di un Paese e frenare gli effetti della deflazione. Le politiche di reflazione, dette reflazionistiche, includono spesso la riduzione delle tasse, la modifica dell’offerta di denaro o il taglio dei tassi. Si concretizza con prezzi più alti e una crescita più forte.
I vantaggi della reflazione
-più domanda
-le aziende espandono la produzione
-le aziende aumentano le assunzioni
-innalzamento dei salari
– maggiori entrate fiscali per i governi
-calo della spesa pubblica
Come investire
Sul fronte dei mercati finanziari, in fase di reflazione vengono favorite tutte le attività esposte a una crescita economica più rapida a scapito delle obbligazioni. Vanno bene small cap e settori ciclici come banche e produttori di energia, ma anche il settore dei viaggi e le compagnie aeree. Secondo Ubs Gwm in caso di reflazione bisogna operare con selettività sui titoli growth a lungo termine. Se i timori del mercato sull’inflazione diminuissero, alcuni titoli growth potrebbero segnare un rialzo. Gli analisti vedono particolari opportunità legate ad alcune azioni growth a lungo termine con valutazioni inferiori alle medie di lungo periodo, alle società collegate al tema automazione e robotica, e alla Cina. Investire nei private markets. In base ai precedenti storici, un investimento nel private equity dopo un calo delle valutazioni dei titoli quotati produce risultati robusti. Infatti, il rendimento annuale medio dei fondi global growth buyout lanciati un anno dopo il picco dell’MSCI All Country World Index è stato del 18,6%, secondo i dati di Cambridge Associates dal 1995 ad oggi.
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