Il Nasdaq ha registrato la migliore performance trimestrale dal 1999, avanzando del 30,63%
La borsa americana ha dimostrato di saper beneficiare di stimoli fiscali e monetari mai visti prima, uniti all’allentamento del lockdown
In volata anche le quotazioni dell’oro. Il metallo prezioso, per la prima volta dal 2011 ha oltrepassato i 1.800 dollari l’oncia
“Gli investitori che facciano conto su un viaggio tranquillo nella seconda metà dell’anno probabilmente verranno delusi”
I motivi dietro al record Nasdaq
La borsa americana ha dimostrato di saper beneficiare di stimoli fiscali e monetari mai visti prima, uniti all’allentamento del lockdown. Tuttavia, dall’inizio dell’anno, il bilancio dello S&P 500 resta negativo di 4 punti, dopo il crollo del 20% subito nei primi tre mesi.
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha definito “incerte” le prospettive di ripresa. Ma gli investitori non si sono lasciati scoraggiare, scommettendo piuttosto sul prosieguo delle politiche di sostegno. Del resto il segretario del Tesoro americano Steven Mnuchin ha confermato l’intenzione di varare un nuovo piano di aiuti all’economia. Buone notizie inoltre arrivano dai dati sulla fiducia dei consumatori Usa, cresciuta più del previsto a giugno (a 98,1 punti dagli 85,9 punti di maggio; gli analisti si attendevano in media a 91 punti).
Sempre negli Usa, la stima Adp sui nuovi posti di lavoro nel settore privato è risultata inferiore alle attese: è stato registrato a giugno un aumento pari a 2.369.000 unità, contro le 3,5 milioni unità attese dal consenso.
La salita dell’oro è indice dei timori degli investitori circa la durata della pandemia
In volata anche le quotazioni dell’oro. Il metallo prezioso, per la prima volta dal 2011 ha oltrepassato i 1.800 dollari l’oncia. Questo, secondo Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets, è un segnale dei timori degli investitori sulla effettiva durata della pandemia, pur se i mercati Usa “hanno chiuso il trimestre con la miglior performance trimestrale dalla fine degli anni ’90”.
Piazza Affari e le previsioni generali per il semestre
Inizia all’insegna della cautela il nuovo semestre a piazza Affari (e in generale in Europa). La seduta di metà settimana è stata infatti in perdita per Milano (-0,23%), in linea col resto d’Europa. A tirare giù il listino principale sono state le banche, insieme alle auto.
Con lo spread Btp-Bund chiuso a 166,5 punti, sofferente Banco Bpm (-2,2%) e in rosso Unicredit (-0,9%), Intesa (-0,7%) e Ubi (-0,5%), man mano che proseguono le tappe per l’ops. Male Fca (-1,7%) e Ferrari (-0,2%), come tutto il settore in Europa, mentre il mercato italiano prosegue in calo a giugno. In fondo al Ftse Mib, tra gli altri Cnh (-2,7%) e Pirelli (-2,5%) con la discesa del greggio (wti – 1,3% a 39,8 dollari al barile) che non basta ad avvantaggiare i petroliferi. Giù infatti Tenaris (-1,2%) e Eni (-0,1%), su Saipem (+0,3%) con un nuovo contratto in Australia. Negativa Atlantia (-1%). Balzo invece per Nexi (+4,3%), il giorno dopo il perfezionamento dell’accordo con Intesa sui sistemi di pagamento. Bene Inwit (+2,2%), Recordati (+2,1%) e Campari (+1,3%). Hanno tenuto infine Enel (+0,3%), Telecom (+0,2%) e Poste (+0,1%).
Il pessimismo degli analisti
“Gli investitori che facciano conto su un viaggio tranquillo nella seconda metà dell’anno probabilmente verranno delusi”. Parole di Milan Cutkovic, analista di mercato di AxiCorp. Il pessimismo dell’analista si basa sul fatto che “la fine della pandemia da covid non si è ancora in vista” e sui “rischi che la guerra commerciale tra Usa e Cina possa scaldarsi di nuovo”, oltre sulle “incertezze che circondano le elezioni presidenziali Usa di novembre”. Perché il rally visto nel secondo trimestre resti sostenibile, conclude l’analista, “è importante che la pandemia resti sotto controllo e che i dati economici continuino a indicare una stabile ripresa”.
“L’azionario” del Vecchio Continente “è riuscito a chiudere il miglior trimestre da cinque anni, anche se questo va contestualizzato tenendo conto che si veniva dal primo peggior trimestre dalle crisi finanziarie”, afferma Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets. Secondo Hewson, “gli investitori sono divisi tra l’ottimismo sul continuo miglioramento dei dati economici da un lato e la cautela sulla possibilità che un’eventuale seconda ondata” di contagi “possa spostare la ripresa al prossimo anno”.
L’analista ricorda poi come fino ad ora “il continuo aumento dei casi di coronavirus negli Usa sia stato messo in un angolo, nonostante i bui ammonimenti di Anthony Fauci, sul fatto che i casi potrebbero salire di 100.000 al giorno”.
Il fronte macro: il pmi manifatturiero di Cina ed eurozona
In Cina l’indice pmi manifatturiero Caixin a giugno è salito a 51,2 punti dai 50,7 maggio, battendo le attese. L’indice pmi manifatturiero dell’eurozona definitivo di giugno si è attestato invece a 47,4 punti, in aumento dai 39,4 punti di maggio. Anche in questo caso il dato è al di sopra della stima preliminare e del consenso degli economisti, entrambi a 46,9 punti.
In particolare, l’indice pmi manifatturiero dell’Italia si è attestato a 47,5 punti, in aumento rispetto ai 45,4 di maggio.
Le previsioni di Equita Sim
Equita Sim dal canto suo ritiene che sia “troppo presto per credere in una ripresa a V”. Giugno, notano gli analisti, “è stato caratterizzato da mercati azionari globali in crescita (Global Equities +2%) che, nonostante la frenata degli ultimi giorni, hanno permesso di concludere il trimestre in forte recupero rispetto alle perdite accusate nel primo trimestre”. Gli analisti ritengono che la rete di sicurezza delle banche centrali al mercato del credito “sia stato il fattore determinante che ha guidato il rally dei mercati azionari e obbligazionari nel secondo trimestre”.
“La volatilità sui mercati è tornata a salire, con l’indice Vix in crescita del 18%, e ci aspettiamo che continuerà a rimanere alta nei prossimi mesi, alimentata dall’aumento dei contagi covid-19 in America, dalla stagione delle trimestrali (che si preannuncia tra le più dure di sempre e con scarsa visibilità sull’outlook dei prossimi trimestri), nonché dagli sviluppi sullo scenario politico negli Usa”.
Un filo di ottimismo nei confronti dell’Europa
Sempre da Equita arriva un sospiro di sollievo per le sorti del Vecchio Continente. “Dopo anni di sottoperformance, la proposta del fondo europeo di ripresa e l’ulteriore potenziamento da parte della Bce del Pepp sono in grado sostenere maggiori flussi verso l’Europa”.
Ciò non toglie che “complessivamente” il “posizionamento nel portafoglio raccomandato” di Equita resti improntato alla cautela. “Nonostante il fatto che i recenti dati macro siano stati nel complesso superiori alle attese, le aspettative che si stanno costruendo sulla velocità di uscita dalla recessione sono a nostro avviso eccessivamente ottimistiche e le valutazioni poco attraenti. Continuiamo a suggerire settori e titoli meno vulnerabili al ciclo economico come le utility (Enel, Terna, Iren) e/o esposti a trend strutturali quali ad esempio la digitalizzazione (Fineco, Reply, Tim, Inwit) o le rinnovabili (Falck R.)”.