Il prezzo delle quote di emissioni del sistema EU ETS è raddoppiato in un anno. Per le imprese, dunque, sforare il tetto delle emissioni è nettamente più costoso
Il gas è un alternativa meno inquinante rispetto agli altri combustibili fossili. Il costo dei permessi di emissione lo sta rendendo un “sostituto sempre più conveniente rispetto al carbone”, ha scritto l’Enea
Anche per questo il costo del gas, dal quale l’Italia produce oltre il 40% della sua energia elettrica, sta salendo sempre di più
In questo fenomeno, gioca un ruolo fondamentale il sistema per lo scambio delle quote di emissione (ETS), il mercato introdotto per incoraggiare le imprese a ridurre l’inquinamento atmosferico. Il forte rincaro dei permessi di emissione starebbe spingendo le imprese a sfruttare di più il gas. Da emissioni inferiori, infatti, conseguono minori costi collegati alla CO2 immessa nell’ambiente. E’ un meccanismo virtuoso, ma non privo di effetti collaterali.
Rispetto a un anno fa il prezzo del future sulle emissioni di carbonio è quasi raddoppiato (+94%). Secondo quanto ha scritto l’Agenzia nazionale per l’energia (Enea) nel suo ultimo rapporto, pubblicato il 9 settembre, “il prezzo dei permessi di emissione incide sia come componente di costo sia come elemento che spinge a fare del gas naturale stesso un sostituto sempre più conveniente rispetto al carbone”.
Secondo i dati della Us Energy Information Administration, vengono prodotti circa 53 chili di biossido di carbonio per ogni milione di unità termiche britanniche (MMBtu) equivalenti di gas naturale, contro i 90 chili di CO2 prodotti dal carbone e i 72 chili prodotti dal combustibile distillato (come il gasolio).
Come spiega l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’EU ETS è il primo, e tuttora il più grande, sistema internazionale per lo scambio di quote di emissione al mondo. E’ stato istituito nel 2005, è attivo in tutti i Paesi Ue (più Islanda, Liechtenstein e Norvegia) e riguarda circa 11.000 impianti ad alto consumo di energia e le compagnie aeree che operano nello spazio economico europeo.
Il sistema si regola nel seguente modo. L’EU ETS stabilisce “la quantità massima che può essere emessa dagli impianti che rientrano nel sistema”, scrive l’Ispra, “entro questo limite, le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze”. Se il tetto viene superato, per l’impresa le opzioni sono due: o adotta provvedimenti per ridurre le emissioni investendo in tecnologie più efficienti, o compra sul mercato le quote di emissioni (vendute dalle imprese “virtuose” che hanno inquinato meno rispetto al limite previsto). L’aumento del prezzo delle quote ETS rende decisamente più costosa la seconda alternativa, incoraggiando, come ha scritto l’Enea, la riduzione delle emissioni attraverso un maggiore uso del gas rispetto agli altri combustibili fossili.