All’Italia spetterebbero 172,7 miliardi di euro dal recovery fund. Il condizionale è però d’obbligo, perché il Paese deve presentare a Bruxelles un progetto credibile di riforme strutturali
Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”, dichiara Gualtieri
Il piano mira a un tasso di investimenti pubblici superiore al 3% del Pil (nel 2019 era il 2,3%). In particolare, saranno rafforzati gli investimenti in telecomunicazioni, ferrovie, strade, ponti, aeroporti, porti e inter modalità
La necessità di un piano nazionale di riforma (Pnr) per essere credibili agli occhi dell’Europa
Lo sa bene Gualtieri, per il quale è “assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica sia seguita da una depressione economica. Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”. Lo scrive il Corriere della Sera, riferendo le parole del ministro sul suo programma nazionale di riforma (Pnr), 138 pagine allegate al Def (documento di economia e finanza, in tempi “normali” emesso ad aprile).
È a ottobre che Roberto Gualtieri vuole presentare a Bruxelles la versione italiana del piano di ripresa. Ma cosa contiene il piano? L’obiettivo di un tasso di investimenti pubblici superiore al 3% del Pil (nel 2019 era il 2,3%). In particolare, saranno rafforzati gli investimenti in telecomunicazioni, ferrovie, strade, ponti, aeroporti, porti e inter modalità. L’ambizione è quella di collegare Roma a tutte le parti del Paese in non più di quattro ore e mezza di viaggio. Un capitolo importante sembra destinato all’incremento della spesa per ricerca e istruzione, con l’introduzione, entro due anni, della fibra ottica in tutte le scuole statali. Per aumentare competitività, equità, sostenibilità.
Le linee strategiche del Pnr passano da modernizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale, parità di genere. Tra gli obiettivi del piano vi è la realizzazione di “un Paese completamente digitale”. A tal fine, si prevede un contributo fra 200 e 500 euro alle famiglie per le connessioni veloci e l’acquisto di tablet e pc. La quota di 500 euro è destinata a nuclei con reddito inferiore a 20.000 euro; con Isee superiore, il contributo scende a 200.
Il Mes, capienza perfetta per le spese sanitarie
Per quanto riguarda il potenziamento della sanità, il fabbisogno è stimato in 32 miliardi di euro. Poco meno dei 36 miliardi offerti dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità). A tal proposito Gualtieri afferma che il governo valuterà tutte le “opzioni di finanziamento” Ue “alla luce di considerazioni di merito e di impatto finanziario”. Dalle pagine di Repubblica, il segretario generale del fondo salva-Stati, Nicola Giammarioli, ricorda che, con gli attuali tassi di interesse sotto zero, l’Italia si troverebbe a restituire una cifra inferiore a quella presa a prestito.
Green Ilva, nessun condono fiscale. E spunta una stretta sulla quota 100
Gualtieri conferma poi il “rilancio” dell’Ilva in salsa verde, “decarbonizzata”. Ci sarà inoltre “una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta” (Irpef e Iva), con la riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro” e favorendo “i ceti medi e le famiglie con figli”.
Non sono però previsti condoni. Il ministro poi specifica che le risorse per sostenere gli investimenti del settore pubblico arriveranno anche dalla lotta all’evasione, nonché da una revisione della spesa pubblica. A tal proposito, sui prepensionamenti con quota 100, in scadenza a fine 2021, il governo “valuterà le scelte in materia alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico”.
La riuscita degli scopi prefissi nel Pnr di Gualtieri dipenderà però dalle riforme strutturali che l’Italia saprà mettere in campo. Per questo motivo, il Consiglio dei ministri ha approvato nella notte fra il 6 e il 7 luglio il decreto legge Semplificazioni, “salvo intese”.