Petrolio tra crisi russa e Opec: squilibri e opportunità

Alberto Battaglia
12.4.2022
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In seguito a un incontro con l'Ue, il cartello Opec ha fatto capire che non colmerà il "buco" creato dalle sanzioni alla Russia

L'Opec, nel corso di un incontro con l'Ue, ha indicato che non interverrà per colmare la riduzione nella disponibilità di greggio dovuta all'estromissione della Russia da parte di Usa, Australia e Canada

"Potremmo potenzialmente vedere la perdita di più di 7 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio russo e altre esportazioni di liquidi, a causa delle sanzioni attuali e future o di altre azioni volontarie", ha detto nel corso di un incontro con l'Ue, il segretario generale dell'Opec, Mohammad Barkindo

Gli squilibri provocati sul mercato petrolifero dalla crisi ucraina e dalle sanzioni occidentali, con l'estromissione dell'offerta di greggio russo da parte di Usa, Canada e Australia, saranno molto intensi ha dichiarato il cartello dei Paesi esportatori Opec, facendo capire che non aumenterà la sua produzione per bilanciare la situazione.

"Potremmo potenzialmente vedere la perdita di più di 7 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio russo e altre esportazioni di liquidi, a causa delle sanzioni attuali e future o di altre azioni volontarie", ha detto nel corso di un incontro con l'Ue, il segretario generale dell'Opec, Mohammad Barkindo, secondo una copia del suo discorso ottenuta dall'agenzia Reuters. “Considerando le attuali prospettive della domanda, sarebbe quasi impossibile sostituire una perdita di volumi di questa portata", ha aggiunto.

La Russia, pur non facendo parte dell'Opec, è un Paese alleato del cartello e partecipa regolarmente ai meeting del cosiddetto Opec+.L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno auspicato che l'Opec aumenti la produzione di petrolio, esercitando la sua capacità ancora inutilizzata e contribuendo a stabilizzare i prezzi dell'energia. Barkindo, tuttavia ha dichiarato che l'attuale volatilità del mercato petrolifero è dovuta a “fattori non legati ai fondamentali” che sono al di "fuori del controllo dell'Opec" – è un'indicazione sulla scarsa disponibilità ad adeguare l'offerta da parte del cartello.

Per il momento, l'Ue non ha raggiunto un accordo sul blocco delle importazioni di petrolio russo e nell'ultimo round di sanzioni si è limitata a interrompere gli acquisti di carbone, una materia prima che pesa molto meno per i conti di Mosca, ma anche per la stessa Unione europea. La proposta di bloccare l'import di greggio russo resta, comunque, un'opzione ancora allo studio della Commissione Ue, hanno fatto sapere i ministri degli esteri irlandese, lituano ed olandese a margine di un vertice europeo dell'11 aprile.

L'andamento del barile, lo sguardo sui prossimi mesi


Dal picco raggiunto lo scorso 8 marzo a 132 dollari il prezzo del barile Brent è sceso quasi del 23% al 12 aprile, a quota 101,8 dollari, in seguito all'annuncio del rilascio delle riserve strategiche da parte di alcuni Paesi membri dell'Agenzia internazionale dell'energia.

Lo scorso 5 aprile Jeffrey Currie, head of commodity research di Goldman Sachs, aveva descritto il recente raffreddamento dei prezzi petroliferi come un'opportunità d'acquisto, alla luce di un prezzo target medio di 135 dollari per l'anno in corso. Per gli analisti di Morgan Stanley, invece, il barile dovrebbe attestarsi su una media di 120 dollari – anche in questo caso un livello decisamente più elevato rispetto a quello attuale.

Lo Stoxx Oil & Gas ha realizzato una performance del 5,64% da inizio anno, una performance solida per il settore a fronte del calo del 7% circa realizzato dall'Euro Stoxx 600.
Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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