Venerdì 26 novembre i mercati hanno registrati ribassi molto marcati, dopo il diffondersi della notizia della nuova variante covid apparsa in Sudafrica
Nelle piazze Europee Parigi si prende la maglia nera, chiudendo al -3,6%. Male anche Piazza Affari, seppur in recupero, con il -3%
La variante Nu
Dopo la variante Alpha, Beta, Gamma, Delta adesso c’è anche la variante Nu. Identificata in Sudafrica, Botswana e ad Hong Kong, la nuova variante ha sollevato prima i timori della comunità scientifica e poi quelli degli investitori. Il B.1.1.529, nome scientifico della Nu, infatti potrebbe in parte aggirare il vaccino e comportare un’accelerazione dei casi e dunque una maggiore pressione sui sistemi sanitari. Lato economico, le ripercussioni potrebbero complicare gli sforzi per riaprire le economie e risolvere i problemi di colli di bottiglia nel sistema degli approvvigionamenti. Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si riuniranno in un meeting straordinario in giornata a Ginevra per decidere se dichiarare il nuovo ceppo Nu come una “variant of concern, VOC”.
Reazione dei mercati
Alla notizia che alcuni stati vicini al Sudafrica avevano bloccato i voli, sperando di contenere i contagi, sui mercati è partito il sell-off, come si legge in una nota di Ig, a firma Filippo Diodovich. “Le notizie dei divieti di voli decisi da molti paesi hanno avviato le vendite generalizzate soprattutto su titoli del comparto petrolifero e del settore dei viaggi. Male anche il settore bancario”. A livello di altre asset class, a subire il calo più marcato è la materia prima per eccellenza, il petrolio. “I timori degli addetti ai lavori su nuove chiusure e su un potenziale crollo della domanda di greggio ha avviato un sell-off sui futures sul greggio. Il WTI Light Crude evidenzia un ribasso di 5 punti percentuali a 73,86 dollari al barile, il Brent scende a 76,88 dollari al barile”. Lato Forex a risentire di più della nuova variante sono il rand sudafricano, il dollaro canadese, il dollaro australiano e il dollaro neozelandese, divise più esposte all’andamento del greggio e delle materie prime.