Outlook HSBC: 2019, l'anno del ritorno al reale

Teresa Scarale
Teresa Scarale
4.12.2018
Tempo di lettura: 3'
Normalità vuol dire realtà? Secondo l'outlook Hsbc per il 2019, il prossimo sarà l'anno del "ritorno al reale". Volatilità, trend di crescita globali, bassa inflazione. Come investire?

Il ritorno della volatilità nel 2018 ha rappresentato il ripristino di una condizione "normale" di mercato

Anche per Hsbc, come per altri gestori, i "vincitori" saranno i Treasury

La verità dietro alla correzione degli emergenti

Il 4 dicembre 2018, Joseph Little, global chief strategist di Hsbc Global Asset Management, ha presentato l'outlook per il 2019. E lo ha fatto partendo dai temi chiave del nuovo ambiente economico.

Outlook Hsbc: i macro temi del 2019



  1. il "consolidamento" della volatilità;

  2. l'affievolirsi dello stimolo fiscale americano;

  3. il doppio motore della crescita mondiale.


Questi tre fattori hanno delle implicazioni importanti per gli investimenti. Innanzitutto, "l'ossessione" globalmente condivisa riguardo la fine ciclo è eccessiva. Secondo lo strategist, siamo sicuramente in una fase matura del ciclo, anche se non alla fine. Se alcune asset class si sono indebolite durante il corso del 2018, non è per la vicinanza "alla fine", ma semplicemente perché si tratta di asset class sensibili alla crescita economica. Ma un vero rischio di recessione è basso e i fondamentali societari sembrano ancora in buona salute. Per questo motivo, lo strategist di Hsbc afferma di non fuggire il rischio e di preferire investire in azioni piuttosto che in crediti. I bond infatti continuano a offrire bassi rendimenti in prospettiva, con il rischio di duration non adeguatamente remunerato.

I Treasury, la Fed, gli Usa


I titoli del tesoro americani paiono più attraenti rispetto agli analoghi degli altri stati. L'outlook Hsbc ne riconosce il valore relativo: i rendimenti attesi dei titoli di Stato Usa sono migliorati e potranno aumentare ancora. "Ok il 3% non è un tasso esaltante, ma rispetto al mondo da cui veniamo...". Ciò li renderà un ottimo elemento di diversificazione del portafoglio, probabilmente. Il riprezzamento dei tassi di interesse a opera della Fed ha inoltre creato opportunità per carry di breve duration nelle asset class Usa del reddito fisso. Un'altra previsione è che lo stimolo fiscale americano si affievolirà e la Fed tornerà neutrale.

La Cina e gli emerging


Il 2018 è stato l'anno della fine della "divergenza ciclica". La crescita degli stati Uniti si è uniformata al trend e la crescita della Cina viene supportata da misure di politica economica interna. Questi sono i cosiddetti "due motori" della crescita".

Gli emergenti fra marzo e settembre 2018 hanno subito un insieme di dinamiche. All'origine di tutto, sempre il rialzo dei tassi Usa. Il fatto è che il mercato è stato costretto ad aggiustare le aspettative giorno per giorno dal rialzo dei tassi Fed, con la reazione a catena delle aspettative di svalutazione delle valute locali (emerging). "La svalutazione della moneta è terribilmente pericolosa per i mercati emergenti. E' questo che è stato dannoso. Il debito esplode a tassi incredibili".

L'inflazione


Il modo in cui si formano le aspettative sull'inflazione è molto irrazionale. E' questa la sfida per i mercati emergenti. La crescita "cade" a causa delle aspettative, e di conseguenza l'inflazione sale. E' un danno “circolare”: le azioni cadono, i bond cadono. Lo shock comune è stato solo il dollaro. Le valutazioni in realtà sono molto buone.

In conclusione


Bisogna essere dinamici e guardare attentamente il mercato. Sarà questo di nuovo costretto ad aggiustare le sue aspettative al rialzo sui tassi? Un altro aspetto cui è necessario guardare è quello del sentiment legato alle evoluzioni della politica mondiale, spesso irrazionale, ma comunque foriero di rischio, come illustrato in figura.

 
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Courtesy Hsbc
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Joseph Little, global chief strategist di Hsbc Global Asset Management
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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