L’Opec e gli alleati (ad eccezione del Messico) concordano su un taglio storico della produzione petrolifera. Ma il greggio crolla nonostante l’accordo
L’accordo dell’Opec+ (senza il Messico)
Le parole di Barkindo e la reazione dei mercati
Stop alla guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita nel tentativo di risollevare le quotazioni del greggio. Al termine del lungo e intenso vertice in teleconferenza del 9 aprile, è arrivato l’accordo dell’Opec+, la coalizione tra i 13 Paesi Opec e 10 non aderenti al cartello, guidati dalla Russia. Ma il condizionale è d’obbligo: manca ancora il sì del Messico per il via libera definitivo. Una nota pubblicata dall’Opec a seguito della riunione con i dettagli dei tagli alla produzione ha infatti precisato che le misure sono state “concordate da tutti i paesi produttori di petrolio non-OPEC e OPEC che hanno partecipato alla Dichiarazione di cooperazione, ad eccezione del Messico, e, di conseguenza, l’accordo è subordinato al consenso del Messico”.
Nello specifico, si tratterebbe di un taglio della produzione di petrolio da 10 milioni di barili al giorno nei mesi di maggio e giugno. I tagli dovrebbero subire poi un allentamento da luglio a dicembre passando a 8 milioni e a 6 milioni da gennaio 2021 ad aprile 2022. Stando al Wall Street Journal, l’Arabia Saudita avrebbe attualmente accettato un taglio di 3,3 milioni di barili al giorno dai suoi attuali livelli di produzione di 12 milioni di barili, mentre per la Russia il taglio sarebbe pari a 2 milioni di barili al giorno dagli attuali 10,4.
A causa del Coronavirus, secondo le stime, la domanda globale di carburanti è crollata di circa 30 milioni di barili al giorno, pari al 30% delle forniture totali. “Una bestia invisibile cha sta travolgendo tutto sul suo camminio”, così il Segretario Generale dell’Opec, Mohammed Barkindo, ha definito il Covid-19 nel corso della videoconferenza, chiedendo ai partecipanti di adottare “misure urgenti per stabilizzare il mercato del petrolio”. Barkindo ha parlato di fondamentali della domanda e dell’offerta nel mercato petrolifero “terrificanti”, spiegando che il calo della domanda nel secondo trimestre potrebbe aggirarsi “intorno ai 12 milioni di barili al giorno” con uno squilibrio tra domanda e offerta che potrebbe portare a un eccesso di petrolio sul mercato nel secondo trimestre pari a 14,7 milioni di barili al giorno.
Nonostante l’intesa sul taglio da record, dopo l’ampio terreno guadagnato in attesa del meeting, il greggio è crollato a fine seduta, sul timore degli investitori che i tagli non sarebbero stati sufficienti a contrastare il declino della domanda, affossata dalla crisi del Coronavirus. Indiscrezioni stampa avevano ipotizzato un improbabile taglio da 20 milioni di barili al giorno.
Intanto, occhi puntati sulla riunione del G20 del 10 aprile, nella quale i ministri dell’Energia dovranno discutere misure aggiuntive per arginare le conseguenze negative sul settore causate dal coronavirus. Non sono quindi esclusi ulteriori tagli.
L’accordo dell’Opec+ (senza il Messico)Le parole di Barkindo e la reazione dei mercati
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