Invesco ha pubblicato il report Invesco global factor investing Study 2020, studio con il quale analizza l’andamento del factor-investing
Se da una parte il 95% degli intervistati afferma che l’allocazione fattoriale è applicabile anche sul reddito fisso, dall’altra la parte obbligazionaria di portafoglio del 40% degli intervistati segue già tale logica
Il 64% degli investitori istituzionali e il 47% degli investitori wholesale ritiene che l’integrazione dell’Esg nei modelli fattoriali dovrebbe consentire di gestire i ribassi a breve termine con un potenziale di rialzo più elevato nel lungo periodo
L’esposizione ai fattori premia anche sull’obbligazionario
Il risultato forse più interessante dell’indagine di Invesco è quello che concerne l’allocazione fattoriale sul comparto obbligazionario. Se da una parte il 40% degli intervistati segue già questo tipo di strategia, dall’altra la quasi totalità (95%) afferma che perlomeno l’esposizione ai fattori si possa replicare anche sulla componente a reddito fisso del portafoglio. Dati importanti che evidenziano come si stia aprendo un nuovo paradigma allocativo. Solo nel 2018 la percentuale degli investitori convinti della bontà di questa impostazione era al 59%.
“Secondo gli investitori il reddito fisso offre chiare opportunità grazie alla natura delle regole o delle restrizioni del mercato. Taluni segmenti del mercato, come le obbligazioni high yield, non sono accessibili ad alcune tipologie di investitori, e questo crea una segmentazione e origina opportunità sfruttabili” ha affermato Georg Elsaesser, senior portfolio manager di Invesco.
Se dunque c’è da aspettarsi che l’allocazione fattoriale sia sempre più permeante l’asset management lato reddito fisso, non si può dire la stessa cosa per altre asset class. Sette investitori su dieci non prendono neanche in considerazione un’impostazione fattoriale su materie prime e valute.
I fattori vincenti e l’utilizzo degli etf
Al di là delle nuove prospettive per il comparto obbligazionario, l’allocazione fattoriale a livello complessivo è una strategia che soddisfa gli investitori. Il 97% degli intervistati intende mantenere o incrementare le allocazioni in essere. Ma quali sono i fattori su cui più frequentemente si prende posizione? Guardando ai dati elaborati da Invesco si direbbe che negli ultimi anni le preferenze siano leggermente cambiate. Se il fattore “value” grosso modo è rimasto rispetto a cinque anni fa il più diffuso nei portafogli degli investitori, il “quality” è quello che ha convinto di più soprattutto negli ultimi due anni. Importante incremento anche per lo “yield carry” fattore poco popolare nel 2016, ma sul quale quest’anno più del 50% degli intervistati ha preso posizione. Traiettoria inversa per il fattore “size”, presente ad oggi solo nel 41% dei portafogli.
L’integrazione esg come nuovo fattore vincente
Infine l’ultimo grande aspetto evidenziato dallo studio di Invesco è come i criteri esg siano sempre più importanti anche nel mondo dell’allocazione fattoriale. Quest’anno l’84% degli investitori istituzionali e il 71% degli investitori wholesale disponeva di una policy esg mentre più di metà stava già incorporando, o stava valutando di incorporare, l’esg nel suo portafoglio fattoriale. Al contempo c’è una buona parte di investitori che crede che vi sia una simbiosi tra esposizione fattoriale e criteri esg. Il 64% degli investitori istituzionali e il 47% degli investitori wholesale ritiene che l’integrazione dell’esg nei modelli fattoriali dovrebbe consentire di gestire i ribassi a breve termine con un potenziale di rialzo più elevato nel lungo periodo.