I titoli growth sono rimbalzati dai minimi di metà giugno grazie al calo dei rendimenti USA e ai risultati del secondo trimestre delle mega-capitali tecnologiche
Da metà giugno l’indice growth MSCI ACWI ha registrato una crescita del 9% contro un aumento del 3% dell’indice value MSCI.
Dopo aver toccato il minimo a metà giugno, i titoli growth hanno registrato una forte ripresa grazie al calo dei rendimenti statunitensi e ai risultati del secondo trimestre delle mega-cap tecnologiche, migliori di quanto ci si aspettasse. È il momento di tornare ad investire in tecnologia o è meglio puntare ancora sui titoli di valore?
Titoli tech in ripresa
Gli indici Nasdaq e FANG sono rimbalzati rispettivamente del 17% e del 15% da metà giugno, e l’indice growth MSCI ACWI ha registrato una crescita del 9% contro un aumento del 3% dell’indice MSCI value. La sovraperformance è stata trainata dagli utili delle principali aziende tecnologiche che hanno battuto le aspettative, dai timori per l’inflazione a lungo termine (e dai rendimenti) che si sono allontanati dai recenti massimi e dal miglioramento del sentimento di rischio.
Ma la Fed e l’economia…
Tuttavia secondo Ubs Wealth Management, non è ancora arrivato il momento di tornare a investire sul tech. Molti investitori speravano che il picco del rialzo dei tassi della Fed fosse stato raggiunto, ma l’ottimismo sta ora venendo meno, come i vertici della Fed hanno indicato che la politica monetaria restrittiva sarà necessaria “per qualche tempo”. Nel mentre i venti contrari all’economia continuano a crescere. Inoltre, sebbene il settore growth abbia registrato una notevole ripresa nelle ultime settimane, un’analisi dell’istituto elvetico evidenzia come dal 1975 ad oggi quando l’inflazione ha superato il 3%, i titoli value hanno sovraperformato i titoli growth, indipendentemente dalla fase del ciclo economico.
Multipli ancora elevati
Infine, i titoli growth sono ancora costosi rispetto ai titoli value. Dopo il recente rimbalzo, le valutazioni del settore tecnologico globale sono tornate a un rapporto prezzo/utili (P/E) di 21x, ben al di sopra della media di lungo periodo di 19x Il premio di valutazione P/E dell’indice Russell 1000 Growth rispetto all’indice Russell 1000 Value è circa il doppio della media di lungo periodo, pari al 35.
Ingressi graduali
Secondo Gabriel Debach, market analyst di etoro, intervistato da We Wealth, bisognerebbe essere sempre investiti in tecnologia. Il tema cruciale è legato al peso che questo possa avere all’interno del nostro portafoglio. “Essere sovraesposti non è sicuramente la scelta ottimale, tra rischi di rialzi dei tassi (pressioni rialziste sui rendimenti dei decennali) e di un ciclo economico non più in espansione. Vista l’attuale situazione la preferenza resta ancora su un portafoglio maggiormente esposto su settori difensivi” spiega Debach che tuttavia aggiunge: “I cali sul mercato presentano l’opportunità per incrementare, piano piano, il peso sul settore tecnologico – colpito con ben sappiano dall’aumento dei rendimenti obbligazionari e dalle valutazioni elevate. Ma le storie strutturali con una buona crescita, margini elevati e bilanci solidi sostengono alcune valutazioni”. A livello di outlook il prossimo anno potrebbe essere più favorevole ai comparti growth. “È possibile che nel breve periodo il settore possa soffrire maggiormente l’incertezza sul percorso di rialzi della Fed, ma con un 2023 dove i mercati non prevedono rialzi il settore potrebbe lentamente ritornare ad offrire migliori rendimenti” conclude Debach.