Negoziati commerciali post Brexit, si avvicina lo strappo

Il Regno Unito ha pubblicato le linee guida in merito ai negoziati commerciali post Brexit, il cui inizio ufficiale è previsto lunedì 2/3/2020. Nel documento si legge che l'Uk "non accetterà alcun obbligo di allineamento delle sue leggi a quelle dell'Ue".
Il governo di Boris Johnson vuole vedere le prospettive concrete di un accordo entro giugno. Altrimenti, abbandonerà il tavolo dei negoziati
Non è morbida nemmeno l'Europa. Il capo negoziatore europeo Michel Barnier dice di voler rispettare la sovranità del Regno Unito, aggiungendo però che gli accordi commerciali, in quanto tali, significano apertura. E che soprattuto, "il Regno Unito non è il Canada"
I tempi sono stretti e il Regno Unito lo rimarca: è necessario arrivare a un accordo entro giugno, in modo da concludere l'intesa entro settembre. Se entro giugno non emergeranno prospettive di un accordo condiviso, il governo di Boris Johnson abbandonerà il tavolo. Una fonte dell'esecutivo britannico in particolare ha fatto sapere che l'Oltremanica ha ritenuto "un po' esagerata" la dichiarazione del capo negoziatore Ue Michel Barnier secondo cui il Regno Unito stia "cambiando le carte in tavola".
Negoziati commerciali post Brexit, il fronte Ue
Ogni ambito sembra terreno di scontro per le due parti. La pesca, per esempio. Bruxelles ha richiesto che Londra continui a consentire ai pescherecci Ue di accedere alle acque britanniche. In caso di diniego, "non ci sarà alcun accordo". Ma Londra rifiuta ogni allineamento "ad alcuna legge" Ue, inclusi i nodi di tasse e immigrazione.
Il capo dell'ufficio di gabinetto britannico, Michael Gove, ha però dichiarato che si determinerà "l'accesso di altri paesi al nostro territorio alle nostre condizioni". Gove ha inoltre affermato che i negoziati saranno avviati nel "pieno rispetto" del protocollo sull'Irlanda del Nord, sottolineando che non ci sarà un confine nel Mare d'Irlanda.
Il Regno Unito "non è il Canada"
Michel Barnier dal canto suo dice di voler rispettare la sovranità del Regno Unito. Ma "gli accordi commerciali [in quanto tali] favoriscono l'apertura dei mercati. Non esiste un unico modello che possa andare bene per un'intesa con Londra". Sottolinea poi che il Regno Unito ne vorrebbe "una simile a quella tra l'Ue e il Canada". Ma, aggiunge il capo negoziatore per l'Ue a margine di una conferenza organizzata dall'Escp Business School, "il problema è che il Regno Unito non è il Canada. Possiamo volare da Bruxelles a Londra in 70 minuti, mentre il volo per Ottawa dura più di dieci ore. E il commercio con il Regno Unito ha un valore dieci volte superiore a quello con il Canada".
Intanto, si guarda a lunedì, quando i negoziati commerciali inizieranno ufficialmente. E la stessa portavoce, forse cercando di smorzare un po' i toni, comunica pure che non è escluso un "risultato positivo alla fine di questi negoziati".