L’inasprimento monetario in corso, la minaccia della scarsità energetica in Europa e le restrizioni agli spostamenti dovute al covid in Cina stanno frenando la crescita mondiale. Tant’è che i mercati, dopo essersi brevemente ripresi durante l’estate, sono tornati a registrare importanti ribassi. Dove investire in questi tre ultimi mesi dell’anno? Il cio di Ubs Wealth Management ha pubblicato la sua view d’investimento sull’ultimo trimestre 2022.
Azioni
Il consiglio di Mark Haefele è quello orientare i portafogli a favore dei settori del mercato che sono maggiormente in grado di tollerare un rallentamento dell’attività economica. Sui mercati azionari questo si traduce nell’investimento nei titoli della sanità e dei beni di prima necessità, che da inizio anno hanno sovraperformato l’MSCI ACWI rispettivamente di 6 e 9 punti percentuali. Più in generale, dal momento che storicamente i periodi di elevata inflazione sono accompagnati da una sovraperformance dei titoli value rispetto a quelli growth – difatti da inizio 2022 l’indice MSCI AC World Value ha sovraperformato quello Growth di 13 pp – il consiglio è di puntare ancora sui titoli value globali e sul mercato azionario del Regno Unito, che presenta un’elevata esposizione ai settori value. Inoltre, le azioni dell’energia (settore value che genera buoni ritorni di cassa) dovrebbero beneficiare di un ulteriore incremento delle quotazioni petrolifere nei prossimi mesi.
Hedge fund per diversificare
Lato reddito fisso invece la preferenza è per le obbligazioni di alta qualità e i titoli di credito più resilienti. Tra le valute invece il franco svizzero e il dollaro statunitense sono quelle dalle migliori prospettive. Per diversificare al meglio il portafoglio, e proteggerlo da eccessive perdite, un’idea potrebbe essere quella di investire negli hedge fund, che in questi mesi in termini di rendimento hanno rappresentato un’isola felice, con alcune strategie, come le discretionary macro, che hanno ottenuto risultati particolarmente brillanti e hanno dimostrato di essere meno dipendenti dall’inflazione e dalla politica monetaria.
Sicurezza e sostenibilità, ma non ora
Lato mercati privati, alcuni fondi dovrebbero abbassare le stime del valore patrimoniale netto a seguito della flessione delle valutazioni dei fondi growth equity da inizio anno. Ma impiegare capitali sui private markets dopo un calo delle valutazioni dei titoli quotati produce risultati positivi su base storica. Per chi volesse costruire un’esposizione sui mercati privati, il suggerimento è di investire in strategie con orientamento value. Infine, nonostante le azioni growth si confermano essere le meno preferite rispetto al contesto di mercato attuale, sicurezza e transizione globale verso la sostenibilità sono i temi più interessanti a lungo termine.