Per i mercati settembre è stato uno dei peggiori mesi degli ultimi dieci anni
Se per tutta una serie di fattori poteva andare peggio, a spaventare è l’ipotesi di mancata ripresa economica che potrebbe rimandare gli indici in profondo rosso
Intanto il primo giorno di contrattazioni di ottobre è positivo, con i mercati europei e americani che rispettivamente chiudono e aprono al rialzo
Il ritorno dalle vacanze riserva sempre brutte sorprese
Azioni salate, aumento dei contagi, elezioni americane… e ritorno dalle feste. In mezzo all’incertezza di un anno, che ha mandato in cantina molti libri di economia, c’è anche qualcosa di fisiologico nel ribasso dell’ultimo mese. Secondo Vincenzo Longo, premium client manager di IG Italia, è questo il cocktail che spiega il segno meno anteposto alle performance dei principali indici azionari. Tuttavia, per l’analista dii Ig, la situazione non è attualmente allarmante anche alla luce della crescita monstre dell’azionario, come ad esempio il Nasdaq, in grado di prendere il 25% rispetto ai massimi storici. “È vero che i mercati hanno perso terreno, ma considerando il rally prolungato degli scorsi mesi e tutta l’incertezza legata alla ripresa, la flessione appare minima. Senza dimenticare che storicamente, come si rientra dalle vacanze, i mercati vanno al ribasso” spiega Longo.
Incertezza all’orizzonte
Se la crisi di settembre è fisiologica, anche ottobre, guardando gli storici, è un mese all’insegna delle vendite. Ma sul futuro quello che preoccupa non è la stagionalità dei mercati. Il peggio potrebbe ancora arrivare e forse con un’intensità ancora maggiore rispetto a quanto successo a marzo. Un secondo lockdown generalizzato piegherebbe infatti non solo l’economia. Ma anche senza un nuovo blocco dell’attività economica ci potrebbero essere importanti ribassi. “I consumi stanno già risentendo del 30% solo per la paura di ritrovarsi nella situazione sanitaria degli scorsi mesi” sottolinea Longo. La vera discriminante sarà la reazione dell’economia agli stimoli monetari e fiscali. “Una ripresa non all’altezza delle aspettative metterebbe in seria difficoltà le autorità. Le banche centrali hanno fatto tantissimo in questi mesi e ora la potenza di fuoco è ridotta. Il pacchetto fiscale, tra i 1500 e i 2000 miliardi di dollari, a seconda che vinca Trump o Biden, potrebbe, nell’ipotesi peggiore, non essere sufficiente”.
Si ritorna al Value?
In questo scenario all’insegna non del panico, ma dell’incertezza, potrebbe ritornare in auge il value-investing. Se non è già tornato. Seconda un’analisi fatta dal Wall Street Journal, le azioni value hanno performato meglio di quelle growth nel mese settembre. A conferma della maggior resilienza delle prime nei momenti di ribasso del mercato. Il Russell 1000 Growth Index ha perso il 4,8% mentre il Russel 1000 Value Index, che misura l’andamento delle aziende a larga capitalizzazione considerate value, ha perso solo il 2,6%. Guardando ai top performers, le aziende che sono cresciute di più sono tutte considerate dagli analisti sottoprezzate. Martin Marietta Materials Inc, operante nelle costruzioni, Consolidated Edison Inc, utility con sede a New York, e il gigante delle consegne FedEx Corp. sono cresciute tutte più del 9% a settembre. Dato che fa riflettere anche alla luce del tonfo di alcune azioni growth come Amazon o Tesla, che hanno perso rispettivamente l’8,8% e il 14%. “Le aziende value generalmente sono resilienti ai downturn dei mercati e hanno dimostrato di saper sopravvivere a molte crisi. Una maggiore attenzione degli investitori verso queste società, sposa una view di cautela verso l’incertezza del mercato” chiosa Longo.
Accenno di rialzo dei mercati
Intanto il primo giorno di contrattazione ad ottobre è incoraggiante. I mercati europei chiudono al rialzo. Il Cac segna il + 0,43%, seguito da Piazza Affari al +0,24% e dal Ftse 100 al +0,23% ,mentre il dax chiude con una flessione dello 0,23%. Negli Stati Uniti invece Nasdaq, S&P500 e Dow Jones aprono tutti in territorio positivo.