Quartz, sito di informazione economico finanziaria, in un suo recente articolo ha evidenziato come per Cathie Wood i mercati siano in bolla
Wood sostiene che dopo 11 mesi di caduta libera i titoli stay at home sono entrati in un territorio di forte sottovalutazione rispetto al loro potenziale di crescita
In difesa dei titoli “stay at home”
Di solito, quando gli osservatori del mercato si preoccupano di una bolla azionaria additano le startup tecnologiche come Zoom e Peloton come le maggiori indiziate, alla luce di un apprezzamento che in alcuni casi raggiunge le quattro cifre. Nel 2020 tale ascesa di prezzo l’hanno conosciuta i titoli “stay at home”, aziende che hanno sviluppato gli strumenti per il lavoro, lo shopping, l’esercizio e la connessione con i propri cari da casa, che hanno beneficiato della pandemia. Ma non appena le nazioni ricche hanno iniziato a distribuire i vaccini e i loro cittadini hanno iniziato a passare del tempo fuori casa, questi cosiddetti titoli sono crollati. Mentre la maggior parte degli investitori vendeva, la società di investimento di Wood, ARK Invest, comprava un sacco di azioni “stay at home”, quali Zoom, la piattaforma di telemedicina Teladoc, e la società di firma elettronica DocuSign. Lei sostiene che dopo 11 mesi di caduta libera, questi titoli sono entrati nel territorio del “deep value”, ovvero sono scambiati ad uno sconto significativo rispetto ai loro guadagni e al potenziale di crescita.
“La crisi del coronavirus ha cambiato in modo permanente il modo in cui funziona il mondo, catapultando i consumatori e le aziende nell’era digitale molto più velocemente e profondamente di quanto sarebbe stato altrimenti” ha scritto Wood
Fondi indicizzati in bolla
Nel frattempo, Wood sostiene che i fondi indicizzati, che mirano a ridurre il rischio comprando alla cieca un’ampia fascia di azioni delle più grandi aziende sul mercato, abbiano raggiunto valutazioni gonfiate e sproporzionate rispetto alla loro performance sottostante. Il prezzo di un fondo che traccia l’S&P 500 ha raggiunto livelli record nelle ultime settimane, e il rapporto prezzo-utili dell’indice azionario si è librato sopra i livelli del 2020, anche se a livelli ancora lontani dagli analoghi rapporti dei titoli “stay at home”. Il p/e di Zoom ad esempio è di circa 54, più del doppio rispetto a quello dell’S&P fermo a 24. A ciò Woods replica che nel primo caso le valutazioni si avvicinano al valore reale, nel secondo invece il prezzo degli etf è sempre più scollato dalla performance sottostante delle imprese che rappresentano.