Per Zahn vi è “una forte attesa di una risposta fiscale del governo che accompagni l’azione di politica monetaria della banca centrale in Europa”
Franklin Templeton si aspetta “un certo progresso verso le riforme e qualche limitazione fiscale in Italia” con il nuovo governo
Necessità di una risposta fiscale nell’Eurozona
Se la Bce non riuscirà a soddisfare le attese dei mercati, i rendimenti “potrebbero salire in misura significativa”, spiega Zahn. “Siamo convinti – aggiunge -che vi sia anche una forte attesa di una risposta fiscale del governo che accompagni l’azione di politica monetaria della banca centrale in Europa, probabilmente sotto forma di un grande progetto infrastrutturale”.
“Considerando i risultati fortemente positivi del Partito dei Verdi nelle elezioni per il Parlamento europeo – sottolinea il manager – riteniamo che il sostegno fiscale potrebbe assumere la forma di un progetto di infrastruttura ‘verde’ mirato a rendere l’Unione Europea (Ue) neutrale per le emissioni di carbonio entro il 2050. Questo tipo di progetto potrebbe essere un modo per soddisfare tale elettorato e mostrare che i politici stanno facendo qualcosa”.
“Ci attenderemmo di vedere una partecipazione della Bce tramite l’acquisto di obbligazioni emesse da organismi sovranazionali, ad esempio la European Investment Bank (Eib). La spesa extra sostenuta che ne risulterebbe potrebbe dare una spinta alla crescita in Europa ed eventualmente all’inflazione”, prosegue il manager.
“Pertanto – chiarisce – mentre molti commentatori stanno presumendo che i rendimenti non abbiano altre alternative oltre a continuare a scendere, riteniamo che uno dei grandi rischi per l’Europa sia un progetto così importante, che potrebbe vedere i rendimenti salire”.
Un nuovo governo per l’Italia
Per tutta l’estate, i titoli di testa sono stati dedicati alla situazione politica in Italia. “Nelle ultime settimane – ricorda Zahn – abbiamo assistito al collasso della coalizione non ortodossa della Lega e del Movimento 5 Stelle e all’emergere di un nuovo governo formato con l’alleanza del Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico di centro-sinistra”.
“Avevamo sostenuto da tempo che un cambiamento di governo in Italia potrebbe non provocare turbative eccessive. In questo caso, siamo convinti che potrebbe essere positivo per i Btp, portando nel governo uno dei partiti più centristi. Prevediamo che l’agenda di spesa del nuovo governo sarà meno aggressiva rispetto a quella del suo predecessore”, prosegue Zahm.
“Il Pd ha inoltre segnalato un interesse alla riforma del Parlamento, in particolare riducendo il numero dei parlamentari. Ovviamente non è vi è alcuna garanzia che il nuovo governo resti in carica per l’intero mandato. Secondo i sondaggi di opinione la Lega continua ad essere il partito più popolare in Italia, e si può prevedere che il suo leader Matteo Salvini manterrà un ruolo centrale”, aggiunge il manager.
“È probabile – chiarisce – che la sua retorica si infiammi ulteriormente, provocando una certa volatilità che potrebbe presentare opportunità di acquisti. Con l’insediamento del nuovo governo, tuttavia, ci attendiamo un certo progresso verso le riforme e qualche limitazione fiscale in Italia. Unitamente a un possibile ripristino del programma di Qe nell’Eurozona, ci si attenderebbe una compressione dei rendimenti delle obbligazioni italiane che si avvicinerebbero ai Bund tedeschi.
Rafforzamento delle previsioni di una Brexit no-deal
“Da quando Boris Johnson è diventato primo ministro del Regno Unito abbiamo ritenuto che le possibilità di una Brexit no-deal sarebbero aumentate significativamente”, ricorda Zahn. “Johnson ha dichiarato esplicitamente che intende far uscire il Regno Unito dall’Ue il 31 ottobre, con o senza un accordo. Non crediamo che le possibilità di un ritorno al tavolo delle trattative dell’Europa con un’offerta migliore siano nulle, considerando la reputazione dell’UE per il temporeggiamento, ma non vediamo molto spazio di manovra”, prosegue il manager.
“Considerando la situazione attuale dei Gilt e della sterlina, riteniamo che i mercati stiano cominciando a scontare nei prezzi la reale possibilità di un no-deal. Pur attendendoci molto rumore e volatilità tra ora e il 31 ottobre, la domanda reale è come reagiranno il governo britannico e l’Ue al no-deal. Dobbiamo ancora vedere come si evolverà esattamente la situazione. In generale, per il resto del 2019 ci attendiamo una volatilità persistente nei mercati”, sottolinea Zahn.
“La nostra analisi – conclude – suggerisce un certo aumento della tensione nei mercati. Ci attendiamo un aumento della volatilità nei mercati, considerando che l’impatto di un errore politico o di shock geopolitici potrebbe essere maggiore”.